A volte la scomparsa di un individuo non è cattiva notizia, specie se essa riguarda più che l’ ambito personale, lo spazio simbolico che egli ha occupato. Così la morte di Zbigniew Brzezinski induce per via apotropaica a sperare che con lui si stia estinguendo il mondo che ha rappresentato e di cui è stato tessitore e protagonista. Probabilmente molti sanno che è stato fondatore della Trilateral, ovvero del centro diffusione del globalismo neo liberista, altri sanno che è stato, al tempo in cui era consigliere per la sicurezza nazionale di Carter, l’inventore dell’estremismo islamico in funzione antisovietica potendo dunque rivendicare la paternità del terrorismo, altri ancora ricordano la sua ossessione anti sovietica e anti russa insieme oppure che è stata l’eminenza grigia che ha trattato con lo stato profondo per favorire l’elezione di Obama, in quanto faccia presentabile, spendibile e assolutamente nuova per fare le stesse cose di sempre in un accesso di american gattopardismo. Può anche darsi che qualcuno ricordi come in tempi lontani fu uno dei politoilogi che diede una fortunata definizione del totalitarismo che guarda caso sembrava costruita su misura per l’Unione sovietica e non per le innumerevoli dittature sparse o appositamente seminate per il mondo.
Ma per quanto mi riguarda Brzezinski è stato soprattutto l’uomo che ha trasferito in America la peggior Europa d’anteguerra dove nazionalismo esasperato, patriottismo malinteso, cosmopolitismo elitario, reazionarismo alto borghese si fondevano in un miscuglio esplosivo. Di famiglia ebraico polacca benestante, il padre di Zbigniew, originario della Galizia ossia di una regione che oggi fa parte dell’Ucraina occidentale, quella più fedele al colpo di stato naziforme del 2013 per intenderci, diventò eminente espressione del colpo di stato del ’26 che portò alla dittatura di estrema destra del colonnello Piłsudsky, dichiaramente ispirata al fascismo mussoliniano ottenendo in cambio la carica di ambasciatore prima in Germania (dove fabbricò il patto di non aggressione tedesco polacco) e poi in Urss, ovvero nei Paesi di maggiore interesse per Varsavia per poi chiedere nel ’38 a tragedia incombente, di essere spedito in Canada nel da dove la famiglia non tornò più essendosi compromessa con il precedente regime. Questa piccola ricostruzione è importante perché l’antinazismo di Brzezinski padre e tout court ereditato dal figlio nasce dall’essere ebrei e dunque perseguitati da Hitler più che da afflati libertari di carattere politico così come l’ossessione anticomunista nasce dalla qualità di benestanti in mezzo alla povertà assoluta delle campagne sarmatiche, dall’ apparftenenza a quella elite che suggerì la guerra di aggressione condotta dalla Polonia contro i sovietici subito dopo la prima guerra mondiale e da odio atavico verso la Russia in quanto potenza da sempre ostile. Per capire questo intreccio che in qualche modo ricorda quello di Kissinger, calco del celebre Stranamore di Kubrick) sull’altra sponda dell’Oder, basti pensare che dopo la conquista della Polonia nel ’39 i nazisti riservarono onori militari e cerimonie ufficiali al colonello Piłsudsky che il padre del nostro aveva scrupolosamente servito.
E’ da questo maelstrom che è nata la geopolitica di Brzezinski, tutta orientata in senso anti sovietico e antirusso che ha suggerito le mosse della guerra fredda e che incontriamo anche oggi nei tragici meandri di quella tiepida. Qualcosa che sembra moderno, ma che in realtà ha radici ottocentesche, in società ai margini della cultura europea, pur se interpretate in maniera acuta e brillante, regalando un po’ di finesse e di intelligenza alla grossolanità americana. E infatti la stessa eminenza grigia per definizione ha lasciato una sorta di epitaffio nel febbraio scorso quando a un convegno organizzato da federal europeisti, l’ultimo al quale ha partecipato, ha lanciato l’allarme sulla possibilità che la resistenza ai controlli esterni, resa possibile da nuove tecnologie cominicative non ancora del tutto conquistate come quelle tradizionali, possa riuscire a far deragliare la transizione vero un nuovo ordine mondiale e dunque mettre in crisi il controllo delle elites da esercitarsi attraverso i circenses, la riduzione delle persone a poppanti (il termine inglese da lui usato è tittainment ovvero il succhiare il latte), famelici di distrazioni e vacue emozioni. Una prospettiva da incubo per lui che molti anni prima nel saggio “Between Two Ages” aveva vaticinato l’avvento dell’era digitale e aveva suggerito che essa potesse essere sfruttata per il controllo delle popolazioni e dunque per il definitivo dominio dell’America imperiale, concetto che indusse a suo tempo Clinton a puntare sulle dorsali internet: “L’era digitale comporta la comparsa graduale di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da una élite, libera da valori tradizionali. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza quasi continua su tutti i cittadini e mantenere file completi ed aggiornati che contengono anche le informazioni più personali di ogni cittadino. Questi file potranno essere accessibili in tempo reale da parte delle autorità” . Le cose non sono andate esattamente così visto che due mesi fa ha dovuto riconoscere che “la resistenza populista persistente e fortemente motivata da coscienza politica insieme a quella dei popoli risvegliati e storicamente avversi al controllo esterno ha dimostrato di essere sempre più difficile da eliminare.”
Per questo forse il vecchio stratega ha considerato un’idiozia l’apertura artificiale di un stato conflito con la Russia e con la Cina sapendo che in molte parti del mondo la voglia di liberarsi dal “controllo esterno” potrebbe saldarsi con nuovi blocchi di potere geopolitico che potrebbero essere quanto mai pericolosi per gli Usa in declino e non più unica potenza globale. Spero che questa volta sia stato un profeta brillante come in passato.
chi vuole, legga:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-05-25/banche-venete-che-cosa-sta-succedendo-banca-popolare-vicenza-e-veneto-banca-231507.shtml?uuid=AEK5UQTB&refresh_ce=1
Credo sia utile considerare quali fossero le vere ragioni della scelta di Andreatta circa il famoso divorzio, difendere le classi dominanti italiane a scapito dei lavoratori che con le lotte degli anni 70 avevano spostato quote di reddito a loro favore. Infatti, la scala mobile, l’espansione negli anni 70 del welfare, avrebbero necessitato di una tassazione sulle classi redditiere ed improduttive, cosa implementata da tutte le nazioni moderne nel secondo dopoguerra. Invece, in italia ciò non avvenne per una precisa ed irresponsabile scelta democristiana e per questa ragione nasce in italia un deficit pubblico più alto che in altri stati paragonabili.
Fin quasi alla fine dei 70 c’erano almeno dei tassi di crescita del PIL (oggi impensabili) tali da aumentare il gettito fiscale, dando i margini alla gestione democristiana per dilazionare il problema del debito pubblico, ma poi i motivi intriseci di crisi del capitalismo (non li ripeto) hanno ridotto sempre più la produzione di ricchezza come PIL ed il gettito fiscale relativo. Quando agli inizi degli 80 la mina vagante del debito pubblico è emersa in maniera inequivoca, un personale politico serio avrebbe finalmente tassato le classi succitate, invece il famoso CAF egemone in quella fase (Craxi, Andreotti, Forlani) non volle saperne onde evitare di perdere il consenso elettorale dei ceti redditieri ed improduttivi.
I vertici della banca d’ Italia non potevano continuare a finanziare il welfare e la sua espansione con lo stampaggio di moneta, la crisi del capitale ormai non consentiva una produzione di valore corrispondente e ne veniva una inflazione intollerabile (stampaggio e correlata inflazione spiegati in altri modi dai borghesi). Tali vertici ed i loro sodali, come ad esempio Andreatta ma anche Agnelli e Confindustria per altri ordini di ragioni, riuscirono ad imporre il divorzio tesoro banca d’Italia per sottrarre questa alla imposizione del CAF a stampare moneta per uso diretto o per acquistare titoli di stato, laddove la via di uscita razionale sarebbe stata quella della tassazione degli strati sociali redditieri ed improduttivi solo in Italia risparmiati. Vertici e sodali, Andreatta e Confindustria, capivano bene che bloccando il CAF una moderna tassazione, e bloccato col famoso divorzio le richieste del CAF a stampare moneta (il CAF non si preoccupava dell’inflazione), per limitare un debito pubblico insostenibile i governi avrebbero dovuto necessariamente attaccare i lavoratori e lo stato sociale.
Lo dimostrano le parole dello stesso Beniamino Andreatta: “Uno degli obbiettivi era quello di abbattere i salari, imponendo una deflazione che desse la possibilità di annullare il demenziale rafforzamento della scala mobile prodotto dalla iniziativa sindacale “. Lo scopo dei vertici della banca d’Italia, di Andreatta (il Signora Thatcher d’Italia), di Agnelli e Confindustria, era quello di usare le “necessità di bilancio” per iniziare la lotta di classe a rovescio contro i lavoratori, ciò che poi è effettivamente avvenuto
Si vede quindi bene che incolpare le elites finanziarie ed internazionali del divorzio banca d’Italia tesoro è una cosa notevolissimamente inesatta, allora la finanziarizzazione non vi era neanche stata, e la deflazione conseguente a tale divorzio semmai privava le elites finanziarie di un motivo per chiedere rendimenti più alti. E’ stato proprio il capitalismo italiano e produttivo a chiedere il divorzio banca d’Italia tesoro, in convergenza di interessi con altrettanto italiani strati sociali redditieri ed improduttivi, ad essi solo dopo, ed a finanziarizzazione avvenuta, si sono aggiunti i gruppi finanziari globalizzati felici di comprate il debito pubblico italiano. E questo perché il capitalismo è uno solo, il valore prodotto dai lavoratori viene appropriato dal capitale produttivo, dal capitale finanziario, e dalla rendita, tutte divisioni funzionali di una unica congerie transnazionale che è il capitalismo
Illudersi che ci sia la speculazione finanziaria internazionale cattiva, il capitalismo produttivo nazionale buono, la rendita che sarebbe altro ancora, significa cadere nella trappola, è come chiedere a gesù di allearsi con noi contro maria, o a maria di allearsi con noi contro lo spirito santo, essi ci neutralizzeranno con questa trappola e perpetueranno il dominio dell’unico capitalismo ridendo di noi e pure a crepapelle. Il capitalismo è uno solo e va superato prima che porti l’umanità alla distruzione totale, esso con la crisi del 2008 in crisi terminale dei profitti e continua a vivere solo spellandoci, prima o poi non avrà neanche i soldi per reprimere la protesta popolare (come da un po’ gli usa non hanno più i soldi per intervenire in giro per il mondo e per risparmiare delegano i loro disegni di aggressione ed islamismo e robe similari)
per chi ha interesse, l’antefatto di questo commento è nei commenti al post immediatamente precedente
chi vuole, legga:
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/97731/limpasse-delle-èlite
Grazie per la preziosa sintesi del grande giocatore di scacchi. Sulle nostre teste. Lui che mai si pentì di aver scatenato l’INFERNO AFGANO perché fu il Vietnam russo (disastro finanziario) e chissenefrega che da lì sia partito il terrorismo islamico. Lui che scatenò la guerra Iran – Iraq che portò un milione di morte per parte tra 1989 e 1991.
Purtroppo da non credente qual sono non possp nemmeno dire che bruci all’inferno, quel gran bastardo. In compenso, il suo capo, Henry Kissinger, quasi centenario e orribilmente malato di diabete, è tornato alla ribalta. Un po’ troppo alla ribalta. Per cui il famoso DEEP STATE (o per meglio dire il DEEPEST STATE nel caso di Kissinger) deve sentire la terra sparire sotto i piedi. Anche Brzezinski disse qualche mese fa che gli USA avrebbero perso la loro solitaria egemonia mondiale e che avrebbero dovuto accordarsi con Cina e Russia. Le ultime parole famose di un grandissimo bastardo la cui personale ideologia ottocentesca ha creato milioni di sofferenze inutili.