Sapete perché l’occidente è in declino? Perché i suoi difensori sono molto peggio dei suoi nemici che si limitano a buttare bombe, mentre loro oltre a riempirci di balle e di vieta retorica riducono l’occidente stesso alla nullità della cultura, del gusto, dell’intelligenza. A leggere i giornali e a entrare nella loro penosa magniloquenza necrofora, sembrerebbe quasi che la bomba messa al concerto di questa Ariana Grande (un nome che si presta egregiamente alla guerra di civiltà) sia particolarmente grave perché colpisce al cuore la nostra cultura prima ancora che i corpi: come scrive Giuliano Ferrara che conserva un’ acuta intelligenza nel cercare nei recessi della sua mente l’idiozia più cristallina scrive “quella della musica è un’altra guerra di religione che perderemo, senza esportare la democrazia”
Insomma questi che mettono le bombe senza avere l’eleganza di sganciarle dagli aerei, non solo rimangono alieni al prodotto superiore della democrazia a causa della loro fede nell’Islam e forse anche a un’inferiorità razziale, ma addirittura la musica di Ariana Grande, diventa una sorta di caposaldo della nostra civiltà. Purtroppo il guaio è proprio quello: una società spinta al consuno narcotico di prodotti di marketing, assolutamente banali, ripetitivi, privi di senso e di cose da dire, personaggi senza talento che invertono Pinocchio passano da esseri umani a burattini saltabbeccanti al ritmo di nenie e marcette, musicaccia scritta al computer senza nè cuore, nè invenzione. E’ con queste armi attraverso le quali il neoliberismo rampante cerca di azzerare il pensiero, che conquisteremo l’Islam o il resto del mondo? O non è che invece proprio tutto ciò ci mostra modesti e squallidi proprio agli occhi di chi ha vissuto in questo trash senza fine e lo ha rifiutato? Davvero pensiamo che Ariana Grande e gli altri innumerevoli prodotti di taletuosità in serie siano un faro di civiltà e che dunque un attacco a loro sia un attacco al futuro?
Pazienza che nel copione giornalistico si confonda il salafitismo dell’Isis con l’Iran che sono come il diavolo e l’acquasanta, pazienza che si maledica l’Isis dopo aver rinnovato l’alleanza con il suo maggiore ispiratore e finanziatore in funzione anti Teheran: ormai siamo abituati a versioni di comodo che portano la realtà nel paradosso. Pazienza per tutto, ma mi chiedo con quale faccia si possa arrivare a piangere i morti adolescenti di Manchester esaltando nel contempo proprio i fiancheggiatori degli assassini materiali. Certo il potere oligarchico crea le condizioni per quella pauta che poi permette la militarizzazione della società tenendo al guinzaglio il voto, tanto che l’alleanza con gli ispiratori delle bombe per combattere un nemico che non c’entra nulla con esse, ne fa oggettivamente un mandante anche ammesso che non c’entri proprio nulla con l’esecuzione visto che nelle ambiguità di fondo salta fuori che addirittura il padre dell’attentatore lavorava per i servizi britannici in Libia. Ma Ariane Grande come garanzia di futuro davvero no, rappresenta lo stesso nulla dell’anima che permette all’ Occidente di sentirsi indignato di fronte a una proporzione di morti innocenti di uno a cinquecento se prendiamo solo gli ultimi dieci anni. E’ il correlativo di quel vuoto che ha permesso a Madelein Albright di dire che la morte di 500 mila bambini iracheni era un prezzo che valeva la pena pagare senza che nessuno si scandalizzasse o accennasse a una qualche reazione. Anzi tra il non troppo celato compiacimento dei troppi Ferrara che cianciano, scrivono e sono un ulteriore danno collaterale.
Se questo è il futuro, se dobbiamo fare la guerra di civilità per i liberi concertini di mediocri prodotti da catena di montaggio, se davvero crediamo in questo dopo aver imparato a non credere in nulla, se davvero pensiamo che questo possa essere irrestibile per il mondo di fuori, vuol dire che siamo spacciati. Non è affatto un caso che sulla prima linea del terrorismo ci siano proprio le persone di seconda e terza generazione venute in Europa che hanno visto cosa siano in realtà i lustrini che dovrebbero convertire tutti. Diciamo la verità: ormai ci spaventa chi crede in qualcosa che vada al di là del proprio io e dell’emozione momentanea, siamo solo consumatori di valori e idee da supermercato, bontonisti politici, gente da sballo e da fatica, gente amputata dal pensiero unico e dai suoi riti. Se dovessimo giudicare dalla sociologia attuale dovremmo pensare che Adamo ed Eva siano stati scacciati dal Club Med per aver rifiutato la ginnastica in piscina.
Una cosa è certa: è assurdo, ingiusto morire per Ariana Grande, ma forse lo è ancor di più vivere per questa e altre nullità.
Sul successo quasi certo della May alle elezioni dell’8 giugno, c’erano pochi dubbi all’inizio della campagna elettorale: col passare delle settimane, queste certezze si sono però dissolte. Pessima oratrice, fredda e distante, la May non ha scaldato i cuori degli inglesi e si è alienata le simpatie dell’opinione pubblica prospettando nuovi rincari per la sanità pubblica. I sondaggi del 22 maggio, prima dell’attentato di Manchester, segnalavano che la distanza tra conservatori e laburisti si stava pericolosamente assottigliando5: lo scenario di una vittoria di Corbyn o di un “parlamento impiccato” non era più escludibile. Che fare? Come rilanciare il partito conservatore in forte affanno e salvare così la politica estera anti-russa ed anti-Assad del Regno Unito?
Semplice, spostando il focus del dibattito politico sulle tematiche della sicurezza, cavallo di battaglia dei tories e di Theresa May in particolare (è stata Segretario di Stato per gli Affari Interni dal 2010 ad oggi): entrano così in scena l’MI6 e Salman Abedi che, con provvidenziale tempismo, irrompono nella campagna elettorale, in una fase critica per il partito conservatore. “Manchester Bombing Shifts Political Narrative as U.K. Election Looms” scrive il New York Times6, evidenziando come la strage alla Manchester Arena sia “a political boon, however unwanted, for Prime Minister Theresa May”: un vantaggio, sebbene indesiderato.
Un presidente conservatore in difficoltà, una campagna elettorale imminente, un attentato islamista, l’illusione della rimonta: tutto ciò non ricorda qualcosa? Ah, sì: il presidente Nicolas Sarkozy, le presidenziali francesi e gli omicidi contro la comunità ebraica perpetrati nella primavera del 2012 dal franco-algerino Mohammed Merah: anche lui, era un collaboratore dei servizi segreti.
http://federicodezzani.altervista.org/attentato-di-manchester-un-assist-al-partito-conservatore-guardando-al-medio-oriente/
chi vuole, legga:
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/97715/concentrazione-del-capitale-del-potere-e-del-privilegio
chi vuole, legga:
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/97710/a-mia-insaputa-ho-tentato-di-bloccare-il-corteo-di-trump-e-….
https://www.pandoratv.it/?p=16480
Bravo!!!!