Oggi sono tutti contenti che Macron sia riuscito a sconfiggere il fascismo. Non è stato da meno di Reagan, Thatcher, Sarkozy, Merkel, Hollande, i Chicago boys e Pinochet i quali di volta in volta hanno salvato il popolo dalle insidie dell’ “estrema sinistra”, del “populismo” del “castro -chavismo”, del “sovranismo”, del comunismo. Ora i francesi hanno la loro brioche e dunque potranno continuare la guerra in Siria, aiutare i nazisti ucraini, continuare a fare stragi in Africa per sostenere dittature tribali, non mettere mai più in dubbio la Nato, ma soprattutto potranno finalmente lasciarsi alle spalle gli obsoleti diritti del lavoro.
Ben presto ci si accorgerà che in Francia ha vinto comunque la destra e dopo le legislative di giugno, Macron mostrerà il suo vero volto facendo scoprire che la sostanza marroncina con la quale è farcita la brioche non è precisamente crema al cioccolato. Del resto cosa ci si può attendere da uno la cui candidatura al potere è stata di fatto avanzata dal seguace dell’eugenetica Jacques Attali, a una riunione di Bilderberg nel 2014? E cosa ci si può aspettare da corpi elettorali sistematicamente frastornati da un’ informazione divenuta cane da guardia del gregge e sempre più composti dalle generazioni perdute, rassegnate alla precarietà, votate al dilettantismo e orgogliose di “spiccicare” in inglese per poter imitare modelli di subordinazione e di primitivismo antropologico? Cosa ci si può attendere da giovani di apparente sinistra che affermano di aver dovuto scegliere tra fascismo e capitalismo? Nemmeno si accorgono che i capitalisti hanno scelto per loro fin dall’inizio, che hanno creato le condizioni per una dicotomia così ridicola tra una signora di provincia piuttosto confusa e dunque anche erratica sui temi della campagna e un giovanotto ricco, arrogante e del tutto irrilevante sul piano della politica e dell’intelligenza. Li hanno messi nel recinto lasciando che fossero loro stessi a chiuderlo; il vecchio fascismo è usato da quello nuovo come un’arma per la lotta di classe.
Per quanta generosità e per quanta abilità possano avere i dirigenti che vengono da un altro mondo come Melenchon, cosa possono mai fare con questa creta antropologica creata dal neo liberismo? E’ come se Michelangelo dovesse creare la Pietà col pongo e dipingere la Sistina con le bombolette. Infatti chi non voleva scegliere il capitalismo poteva astenersi invece di andare a fornire il proprio contributo, negare quanto meno il consenso, relativizzando la vittoria di Macron. E di certo non si ci saranno difficoltà per la potente macchina mediatica a riproporre lo stesso rozzo schema dicotomico alle legislative tra poco più di un mese. Sarà ancora capitalismo contro fascismo, democrazia contro comunismo, crescita contro i fantasmi di recessione annunciata, sicurezza contro libertà (magari con qualche sollecitato apporto del Califfo), il giovane presidente contro il vecchio Parlamento anche se a Macron non dovrebbe poi dispiacere: insomma la caricatura della dialettica, quella che è stata così efficace specie dopo il crollo del comunismo e il contemporaneo crollo della cultura politica. Melenchon il leader della sinistra aveva rifiutato di cadere in questo semplicistico tranello, evitando la logica del meno peggio nella speranza di poter mettere un argine ai poteri finanziari almeno alle legislative, condizionando l’Eliseo, ma dai risultati che vediamo, dalla demonizzazione e dal ricatto che è stato esercitato su di lui e dalla esiguità della pattuglia dei non macronisti per necessità, si può legittimamente dare per fallito anche questo progetto.
C’è chi pensa che questa situazione di impotenza porterà a una serie di secessioni interne nella sinistra, tra Francia periferica e Francia metropolitana, tra Francia repubblicana e Francia mussulmana, tra Francia operaia e Francia borghese, insomma a una decostruzione del Paese. Ma questo è per l’appunto l’obiettivo del capitale globale: fare in modo che vi sia meno società collettiva possibile per potere dominare meglio: più un Paese è spaccato all’interno, meglio è, nonostante i problemi che questo può creare. Quindi è vero che Macron all’Eliseo finirà per radicalizzare la battaglia politica, ma nel contesto attuale questo non potrà che portare acqua al mulino dei suoi burattinai.
Quando un regime può essere definito autoritario?
su: governieregimi . blogspot
governOeregimi . blogspot
ecco “”””l’opposizione””””” :
https://comedonchisciotte.org/m5s-questa-non-e-solo-brutta-e-una-super-porcata/
“Per forza ci manovrano come vogliono, non hanno opposizione sui media!”
Fare informazione ed opposizione sono 2 cose serie (!)… Le pare di vedere qualcosa di serio a sinistra ???
Perchè a sinistra non si comincia a metter mano all’informazione?
Possibilie che si debba sempre dipendere dai gazzettieri di regime?
Questa sarebbe una battaglia da combattere! Come mai non ci sono strumenti di informazione che facciano arrivare al grande pubblico le informazioni alternative a quelle del mainstream?
Sarebbe ora di occuparsi di questo. E prima Berlusconi e poi la Repubblica e il corriere, solo per rimanere in terra italiana, sono sempre dalla parte della grande finanza, possibile che a sinistra non si arrivi a metter su qualcosa?
La Brexit è riuscita ad esempio, al di la dei toni, ma dal fatto che la stampa era variegata nelle posizioni e i grandi media avevano più o meno due visioni che proponevano al pubblico. Se non si arriva a questo come si può pretendere di arrivare al grande pubblico?
Nel Regno Unito poi la BBC, il Guardian e l’Independent, che sono quelli di sinistra (?) non hanno fatto che attaccare Corbin in tutte le maniere minandone la leadership o pensate che non venga considerato credibile solo per quello che dice? E questo è un esempio.
In italia che dibattito abbiamo sull’euro? Quello del sole 24 ore? Non scherziamo. La battaglia a questo punto deve essere fatta nel sistema informativo. Non nei giornali, ma nel costruire qualcosa di nuovo che proponga una visione diversa, anche per attrarre militanti e gente comune, che deve capire quali sono i propri interessi e avere una via per difenderli.
Macron è l’esempio che la comunicazione ha assunto un potere che non gli deve essere più concesso, in Italia abbiamo avuto Berlusconi e si continua a non capire il punto. Robe da matti. Per forza ci manovrano come vogliono, non hanno opposizione sui media!
E poi, su Micromega abbiamo avuto la scomunica di Brancaccio da parte di Flores d’Arcais, perchè aveva sostenuto Melenchon.
Ma dico… Possibile che uno che ha combattutto Berlusconi per la sua potenza mediatica, non abbia riconosciuto la grande regia dietro l’ascesa di Macron da parte dei grandi Media francesi? A danno poi di Melenchon e se vogliamo anche di Hammon (anche se penso che volessero fermare più il primo che il secondo) non dobbiamo dimenticare!
Chi sono questi giornalisti e per agire così? Come è possibile che uno come Flores non riconosca il fascismo di questo indirizzo dei media?
Questo per dire che Macron è andato su perchè lo volevano in plancia di comando col suo padre putativo Attali, ho addirittura una articolo del Guardian che conferma questo indirizzo dei media francesi (al’unisono, ci sono foto di edicole con 7/8 riviste con la faccia di Macron e 1 della Le Pen e 2 con tutti e due – tanto per dire sulla obiettività).
E appunto, di queste voci dal sen fuggite, sui grandi giornaloni di sinistra, che mettono qualche articolo onesto in un mare di bugie, come è possibile che gli intellettuali non se ne accorgano?
Sono onesti gli intellettuali? I giornalisti che fanno parte di queste redazioni, perchè non si dissociano da questo andazzo e non fanno loro giornali e informazione corretta? Almeno quelli che ci tengono alla verità, perchè quelli che ragionano col portafoglio se ne fregano!