La sostanza è che questo caccia di quinta generazione risulta inferiore a quelli della generazione precedente perché il progetto nato negli anni ’90 ha puntato tutto su una presunta invisibilità, oggi impossibile da ottenere realmente, sacrificando ad essa autonomia, carico bellico, velocità, agilità, affidabilità, autonomia di volo, costi di manutenzione e di produzione. Così ci si ritrova per le mani una ciofeca dal costo stratosferico. Per la verità l’ F35 possiede una caratteristica avanzata o considerata tale, ossia l’avionica che consente una sorta di coordinamento stretto fra più caccia ed è per questo che l’articolo citato è importante: perché non parla di un solo velivolo, ma di quattro, mostrando come anche in questo caso l’ F35 non si mostra superiore, anzi è meglio che se la fili. Del resto anche le numerose simulazioni reali di scontro con il meno evoluto Su 30 hanno visto sempre perdente il nuovo caccia e persino nelle prove condotte dall’Indian Air Force il gioiellino della Lokheed le ha prese da aviogetti di terza e di quarta generazione. Persino da noi, acquirenti forzosi di un progetto sbagliato concettualmente e comunque ormai superato, sorge qualche dubbio: la rivista Difesa che si proclama indipendente e che fruisce di contributi non dichiarati, scriveva due anni fa che “senza profondi upgrade hardware ad avionica, radar, armi e propulsione, l’F-35 potrebbe non essere in grado di affrontare le minacce russe e cinesi. I progressi stranieri nella tecnologia di quinta generazione sono evidenti e costanti, motivo per cui questi aggiornamenti, sono necessari. Sarebbe opportuno definirli fondamentali”. Faccio notare a proposito di “indipendenza” che si parla di “progressi stranieri” solo in riferimento a russi e cinesi, ma non degli altri che stranieri lo sono egualmente ancorché alleati, ma insomma ognuno si fa i branzini suoi.
Insomma il predatore dei cieli è divenuto una preda, ma costa un accidente e costerà sempre di più: la gente ha difficoltà a curarsi e noi spendiamo e spandiamo per una schifezza pensata per garantire una superiorità aerea, ma che si è rivelato garanzia di sicura inferiorità. E che per di più è un notevole passo indietro anche nel ruolo di caccia bombardiere. Non è detto che l’F35, una volta però ripensato da capo a piedi, non possa avere un ruolo nell’ambito di una forza aerea che può disporre di centinaia di questi velivoli e di altri centinaia che li difendono, ma i nostri 90 da 15 miliardi, (e probabilmente più di 20 con gli aggiornamenti assolutamente necessari) i quali dovrebbero essere necessariamente utilizzati in formazioni numerose per poter sopravvivere, sono destinati ad essere bruciati subito nel caso di un conflitto. Il che costituisce una garanzia per la Nato visto che ci siamo letteralmente svenati per l’acquisto di caccia che non hanno alcun senso se non inseriti nel sistema bellico americano a fare da avio ascari sacrificabili a piacere. Chi ci ha imposto l’acquisto lo sa benissimo: “L’F-35 è troppo pesante e lento per avere successo come caccia. Se mai ci trovassimo di fronte a un nemico con una seria forza aerea saremmo nei guai.” dice Winslow T. Wheeler, direttore dello Straus Military Reform Project, “E’ un tacchino” ha dichiarato l’ingegnere aerospaziale Pierre Sprey, uno dei maggiori progettisti di armi in Usa. Lascio a voi definire ornitologicamente chi li ha comprati sperperando i soldi di tutti: sono ammessi anche uccelli che non volano.