reparti-speciali-carabinieri-1214x560Ci sarebbe da ridere se il tutto non fosse così terribilmente squallido: il romanzo che la stampa italiana ha costruito sulla vicenda di “Igor il russo”, al secolo Norbert Feher, la figuraccia che da un mese sta facendo il Paese con 1200 uomini (e 200 mila euro al giorno di spese) tra cui cecchini e parà mobilitati finora inutilmente per braccare un killer per ora presunto e per di più gravemente ferito, un meccanismo poliziesco giudiziario che a questo punto non può più tirarsi indietro e attribuisce al fantomatico personaggio tutti gli omicidi avvenuti nella zona e fra poco anche quello di Anita Garibaldi, la psicosi un po’ ridicola che dilaga per paura di un rambo che dieci anni fa secondo le ricostruzioni fu messo in fuga a colpi di bastone da due contadini settantenni, che fa rapine con l’arco, che ruba galline e che ormai sembra più che un uomo in carne e ossa un comodo contenitore per salvare la faccia degli inquirenti.

Non so come abbia potuto essere scambiato per russo visto che Feher è uno dei cognomi più diffusi in Ungheria e Norbet un nome abbastanza comune che ricorda la stretta relazione col mondo tedesco – austriaco. Al massimo potrebbe essere serbo o rumeno delle zone confinanti con la repubblica magiara. Insomma come se uno che si chiama Pasquale Bianchi (Feher significa appunto bianco)  venisse preso per turco, però non bisogna mai dimenticare che da quando l’Europa si è unita si è persa qualsiasi sensibilità  e capacità di distinzione linguistica e culturale in favore dell’anonimato anglofilo. Del resto anche l’alias con il quale è stato conosciuto, cioè Igor Vaclavic ha tutto di serbo croato e proprio niente di russo. Quindi che esista davvero Igor – Norbert, che abbia davvero commesso i reati di cui lo si accusa passa in secondo piano rispetto alla creazione di una saga che ha visto il personaggio passare da ex soldato dei reparti speciali dell’armata rossa, a fedele seguace di Milosevic addestrato ad uccidere i bambini kossovari e successivamente quando nelle redazioni ignoranti si è spalancata la l’inedita possibilità di un’origine ungherese è diventato un sostenitore del regime di Orban o un nostalgico di Attila. Insomma un intenso ragliare nel quale si scorge tutto il più vieto e deprecabile immaginario occidentale creato da Hollywood e le sue regole di ingaggio nella pervicace falsificazione storico politica che sorvola persino sull’asoluzione di Milosevic dalle stragi attribuitegli al solo scopo di poter distruggere la Jugoslavia.

Peccato che i milioni di parole spese per il falso Igor fattosi uccel di bosco e tutto il capitale di paura che esso ha fruttato, abbiano impedito alla grande informazione di occuparsi seriamente di un piccolo passaggio della manovrina approvata una decina di giorni fa dal consiglio dei ministri e ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Poche righe, che stabiliscono l’aumento dell’Iva nel 2018. Ma anche su questo i pochi giornali che hanno accennato alla faccenda hanno costruito una saga all’insegna della menzogna: si dà a bere il fatto che l’Iva diminuisca, mentre in realtà essa aumenterà un po’ meno del previsto dal momento che occorrerà raggranellare 16 miliardi e passa invece dei 19,5“ordinati” da Bruxelles” e che dunque gli aumenti già ipotizzati quest’anno slittano all’anno prossimo. L’entità della manovra , basata su previsioni di massima sulla cui consistenza non c’è da mettere nemmeno un capello sul fuoco, fa pensare all’aumento di aliquota del 3%, compresi  i settori agevolati . Insomma tutto come stabilito, salvo la cancellazione degli aumenti progressivi messi in conto per quest’anno. Tanto basta per dire che l’Iva andrà a diminuire o che sono stati scongiurati gli aumenti, Non si può certo dire che il governo non fa altro che trasferire le tasse tolte alle aziende ( vedi diminuzione dell’ Ires, sui consumatori e dunque in gran parte sui redditi bassi), né che ci si dedica a sperperare per regali grotteschi come i quasi cento milioni devoluti ai signorini del golf.  L’unica cosa a cui tiene è che il momento non si sappia.  Visto che ci siamo perché non la chiamiamo Ivavic e diciamo che l’ha messa Putin?