E’ strano aprire Le Figaro, una sorta di equivalente del Corriere della Sera, dunque conservator – reazionario, e leggere “Macron – Le Pen o il ritorno clamoroso della lotta di classe” . Ma d’altronde l’evidenza è innegabile, sgorga dalle mappe elettorali con limpidezza inequivocabile, E proprio per tali motivi che questo post è fatto di immagini più che di parole.
Per prima cosa occorre prendere in considerazione la cartina dell’Insee, l’Istituto francese di statistica francese che fornisce la ” mappa della disuguaglianza”, ossia la distribuzione per aeree delle differenze medie di reddito che in pratica si traduce alla fine in una carta della ricchezza e della povertà:
Come si vede le aree tendenti al rosso corrispondono alla Francia che soffre, al disagio sempre crescente dei ceti produttivi, mentre quelle azzurre alla Francia che ancora se la passa relativamente bene, anche se insidiata sempre di più dal giallo, ovvero da valori intermedi che si allargano e tendono al rosso. Bene. Ecco ora la cartina del voto per Le Pen e di Macron :
Come è facile vedere più si è in zona ricca più si è votato per Macron e più si è invece in zone popolari, aggredite dalle difficoltà e più si è votato per la candidata del Front national. La prova del nove la si ha con la mappa elettorale di Melenchon che segue esattamente gli stessi confini, ma a volte si allarga alle zone gialle :
Ancora più curioso è il fatto che se se si confrontano queste cartine elettorali con quelle del referendum su Maastricht del 1992, vinto dal si per l’euro per un pugno di voti, si ritrova la stessa geografia, a parte che a quel tempo molti elettori dei ceti popolari furono presi per il naso dai socialisti che si erano fatti promotori della moneta unica nell’assurda illusione che essa rendesse più omogeneo il continente invece di determinare profonde spaccature.
Si tratta dunque di un conflitto profondo ma reso statico dalla confusione politica generata dal pensiero unico e dai suoi strumenti i quali per prima cosa hanno infiltrato e conquistato il mondo della sinistra trasformandolo da naturale nemico in alleato : Melenchon con le sue posizioni anti euro e anti trattati ha dato una bella scrollata a questi mondi residuali, ma ancora insufficiente visto che il Partito comunista francese ha annunciato che consiglierà di votare Macron, “candidato che il milieux finanziario si è dato per amplificare le politiche liberiste di cui il nostro Paese soffre da trent’anni”. Forse è doloroso per qualcuno, ma è chiarissimo che – al di là della questione specifica – una riscossa non potrà mai passare da questi vecchi arnesi che pensano alla politica non secondo obiettivi e ideali, ma con filtri del tutto anacronistici i quali, tra le altre cose li trascinano a scelte strategiche catastrofiche come per esempio scegliersi come avversari i più deboli mettendosi dalla parte di quelli più forti. Insomma c’è grande caos sotto il cielo e paradossalmente esiste proprio nell’area che tradizionalmente è quella più evoluta dal punto di vista politico: se il 28% degli elettori della Le Pen avesse votato Melenchon come seconda scelta, in ragione delle affinità riscontrate in campagna elettorale, il 30% di chi ha votato il leader della sinistra radicale come seconda scelta avrebbe dato il proprio consenso a Macron il cui programma è l’esatto contrario.
Insomma la lotta di classe esiste eccome: solo che la sanno fare solo i ricchi.
Melenchon, come Bernie Sanders, scartato perché scomodo alle elite , mentre Macron/Hillary e la psudo alternativa LePen/Trump comunque accettate ?
Pagherà pantaloneitaGliano ?
“il 30% di chi ha votato il leader della sinistra radicale come seconda scelta avrebbe dato il proprio consenso a Macron il cui programma è l’esatto contrario.”
se uno è di sinistra o si astiene o vota Le Pen, suo malgrado…
un po’ come Bernie Sanders con la Clinton ?
Emmanuel Macron non ha ancora portato a casa la vittoria che il nostro Renzi si è inventato uno slogan vincente: in cammino, sulla scia del luminoso en marche del candidato rothschildiano.
http://www.linkiesta.it/it/article/2017/04/26/blair-zapatero-obama-e-ora-macron-la-sinistra-zelig-ha-trovato-un-nuov/33979/
più che in cammino si potrebbe dire in fila,come un gregge di pecore portate al mattatoio…
ah, quanta libertà in itaGlia…
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-nellepoca_del_regime_dellunione_europea_la_povert_torna_ad_essere_un_crimine_come_nel_medio_evo/6121_19745/
http://sbilanciamoci.info/le-diseguaglianze-in-germania/
perche in Germania con l’Euro stanno tutti bene, e magari meglio di una volta…
“Più di ogni altra questione, lo scontro tra i due avversari si preannuncia epico per quanto riguarda il denaro pubblico. Macron sostiene che il debito pubblico e le spese per i servizi pubblici siano i responsabili del debito francese, e che qualcuno debba avere il “coraggio politico” di promuovere delle riforme. Il sociologo Benjamin Lemoine è uno dei pochi che svela cosa si nasconde dietro questa politica – l’interesse degli esponenti della finanzia affinché il valore del debito che attualmente è in loro possesso non cali, opponendosi a qualunque forma di negoziazione. Il “rischio politico” di Le Pen o Mèlenchon è in realtà un loro rischio.”
http://www.controinformazione.info/emmanuel-clinton-vs-marine-letrump/