Anna Lombroso per il Simplicissimus
Agenzia delle entrate e Caf hanno finalmente redatto insieme un prontuario ad uso dei contribuenti che elenca natura e entità delle detrazioni della “stagione dichiarativa 2017”, e la documentazioni da allegare per accedere ai vantaggi fiscali. Così abbiamo modo di apprendere che chi finanzia le Leopolde del Pd, iniziative e campagne elettorali perfino di chi plaude alla disubbidienza e ritiene che l’evasione sia una necessaria misure difensiva, può godere di un trattamento di favore anche quando la generosa donazione è effettuata da candidati e da eletti alle cariche pubbliche: dall’imposta lorda si detrae il 26 per cento su un contributo che può raggiungere i 30mila euro e il munificente benefattore che eroga 30mila euro al suo partito potrà detrarre ben 7.800 euro.
Niente di paragonabile con quanto è riservato ad altre “famiglie” meno eccellenti. Come hanno denunciato le associazioni di difesa dei consumatori le agevolazioni per gite e mense scolastiche, corsi di lingua e di teatro, oltre a spese per la frequenza scolastica, sono irrisorie: la detrazione del 19% per quelle spese “è calcolata su un importo massimo di euro 564 per l’anno 2016 per alunno o studente”, con un beneficio annuo per il contribuente di circa 107 euro per ogni figlio.
C’è poco da sorprendersi, è una conferma in più della considerazione nella quale è tenuta l’istruzione pubblica, ampiamente dimostrata non soltanto dal disprezzo ostentato da ministri che barano sul curriculum, eterni fuori corso o plagiari delle tesi di dottorato, ma da tutto l’impianto della Buona Scuola coronato in questi giorni dall’approvazione dei decreti attuativi della empia controriforma che ha raccolto e perfezionato il messaggio distruttivo della Gelmini annunciando nuovi tagli, cancellando il diritto allo studio, umiliando la formazione professionale dinamicamente sostituita da perfezionamenti servili in Mc Donald’s, riducendo il decantato merito alla compilazione dei quiz Invalsi, precarizzando e mortificando ulteriormente il lavoro docente, rimuovendo oscenamente perfino i bisogni degli studenti con disabilità, introducendo criteri ispirati a discrezionalità e ad un autoritarismo arbitrario e accentratore nella mani di dirigenti – manager, sollecitati a fare marketing e fund raising presso famiglie di ceto elevato.
C’è da aspettarsi che l’osannata alternanza scuola-lavoro, gradita ad ambo i dicasteri interessati, investirà alunni e docenti: se i primi sono stati premurosamente invitasti a svolgere volontariati estivi per prepararsi a un futuro professionale brillante di inservienti all’Expo, sottomissioni in Almaviva, contratti anomali a colpi di vaucher, la stessa condanna pesa ormai ineluttabilmente sugli insegnanti, a cominciare dagli aspiranti alla stabilizzazione che dovranno accontentarsi di una vergognosa remunerazione al di sotto dei 500 euro.
C’è una parola che riecheggia intorno e quella parola è umiliazione. Per gli studenti intimiditi da docenti retrocessi a vigilantes, costretti alla rinuncia di ogni rivendicazione nel timore del cattivo voto alla maturità.
Per i professori convertiti in erogatori di test e quiz come a scuola guida. Per le famiglie esposte alle richieste ricattatorie e divisive di “contributi” per il funzionamento della macchina-scuola, dalla carta igienica ai pc, dalle gite diventate il business di un opaco turismo scolastico obbligatorio, al “sostegno” raccomandato per i ragazzi meno “motivati” e per il mercato largamente illegale delle ripetizioni. Perfino per gli ideologi di una istruzione indirizzata a preparare all’ingresso nel mondo del lavoro, quelli che hanno predicato la necessaria transizione dalla conoscenza alla competenza, dalla preparazione generale alla specializzazione, che si accorgeranno presto di aver contribuito a generare un mercato che assomiglia alla tratta degli schiavi, soggetti a precarietà e mobilità, insicuri e addomesticati per bisogno all’ubbidienza.
E per noi tutti che non abbiamo difeso il passato sacrificando il futuro, che abbiamo permesso che la scuola diventasse la deriva cui si sono piegati talenti mancati, vocazioni frustrate, molte donne per via della “compatibilità” con i ruoli domestici, che abbiamo concesso spazio e diritto di parola ai propagandisti di una competitività fatta di sopraffazione, ad uso di chi ha e può pagare tutto a cominciare da prestigiosi master, carriere e posizioni di eccellenza, ai pubblicitari della meritocrazia, forgiata su misura per chi ascese e successi li consegue per appartenenza dinastici, per censo, per affiliazione.
È una Povera Scuola questa, che rende più poveri tutti noi, di sapere, di conoscenza, di dignità, di diritti e di speranza.
chi vuole guardi:
http://www.economia.rai.it/articoli/emiliano-brancaccio-e-le-origini-della-crisi/14068/default.aspx
chi cuole, legga/guardi:
http://www.beppegrillo.it/2017/04/programmalavoro_democrazia_e_sindacati_nei_luoghi_di_lavoro.html
Lo stesso discorso, di sostanziale mancanza di democrazia, effettiva rappresentatività dei lavoratori da parte del sindacato, vien ripostato nel sito sollevazione.blogspot .
per un quadro della russia non basato unicamente sulla politica estera
http://contropiano.org/news/internazionale-news/2017/04/10/russia-martire-navalnyj-gangsterismo-sociale-090750
“Secondo i dati contenuti nel primo rapporto annuale sulle spese militari italiane presentato dall’Osservatorio MIL€X, presentato alla Camera dei Deputati lo scorso 15 febbraio, l’Italia spende ogni anno per le sue forze armate oltre 23 miliardi di euro (64 milioni di euro al giorno), di cui oltre 5 miliardi e mezzo (15 milioni al giorno) in armamenti.
Una spesa militare in costante aumento (+21% nelle ultime tre legislature), che rappresenta l’1,4% del PIL nazionale: esattamente la media NATO (USA esclusi), ma ancora troppo poco per l’Alleanza Atlantica, che chiede di arrivare al 2% in base a una decisione (mai sottoposta al vaglio del Parlamento) che incoraggia a spendere di più, invece che a spendere meglio, secondo una logica distorta che arriva al paradosso quando la NATO si congratula con la Grecia per la sua spesa militare al 2,6% del PIL, ignorando la bancarotta dello Stato ellenico. Oltre alla “virtuosa” Grecia, in buona compagnia del Portogallo (1,9% del PIL), gli Stati europei che spendono in difesa più dell’Italia sono le potenze nucleari francese e inglese (intorno al 2% del PIL) e le nazioni dell’ex Patto di Varsavia con la paranoia della minaccia russa come Polonia (2,2%) ed Estonia 2%. Altre grandi nazioni europee come Germania, Olanda e Spagna spendono molto meno di noi (intorno all’1,2% del PIL).”
http://www.eddyburg.it/2017/04/spese-militari-litalia-in-prima-fila.html
“E per noi tutti che non abbiamo difeso il passato sacrificando il futuro, che abbiamo permesso che la scuola diventasse la deriva cui si sono piegati talenti mancati, vocazioni frustrate, molte donne per via della “compatibilità” con i ruoli domestici, che abbiamo concesso spazio e diritto di parola ai propagandisti di una competitività fatta di sopraffazione, ad uso di chi ha e può pagare tutto a cominciare da prestigiosi master, carriere e posizioni di eccellenza, ai pubblicitari della meritocrazia, forgiata su misura per chi ascese e successi li consegue per appartenenza dinastici, per censo, per affiliazione.”
noi abbiamo permesso che la politica fosse quella sopra descritta e e peggiore di così.
Ma abbiamo permesso anche questo:
http://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html
chi vuole, legga:
http://ilpedante.org/post/terapie-tapioco-le-apologie-del-fallimento#terapia-che-cura-se-stessa
“Perfino per gli ideologi di una istruzione indirizzata a preparare all’ ingresso nel mondo del lavoro, quelli che hanno predicato la necessaria transizione dalla conoscenza alla competenza, dalla preparazione generale alla specializzazione, che si accorgeranno presto di aver contribuito a generare un mercato che assomiglia alla tratta degli schiavi, soggetti a precarietà e mobilità, insicuri e addomesticati per bisogno all’ ubbidienza.”
La competenza, vera o presunta è condizione necessaria, ma spesso LARGAMENTE insufficiente per avere professionalità!
chi vuole, legga:
http://ilpedante.org/post/appunti-di-meritocrazia
http://ilpedante.org/post/dittatura-degli-intelligenti-quelli-della-megliocrazia