A Washington e nei media occidentali si festeggia il grande attacco contro l’aeroporto siriano Al Sharyat, che naturalmente ha prodotto nuovi morti, anche se pochi rispetto alla tragica “normalità “e ha portato la tensione al massimo livello visto che gli Usa hanno gettato la maschera e hanno deciso di intervenire direttamente nel conflitto che hanno voluto e preparato nascondendoci dietro le parvenze della guerra civile. Francamente non saprei dire se questo “colpo di testa” sia dovuto al Trump tonto che fa il cow boy, al Trump prigioniero di un establishment che gli impone di proseguire a tutti i costi la guerra in Siria o al Trump machiavellico che attraverso uno stato di guerra a bassa intensità si propone di prendere in mano le leve del potere che finora gli sono sfuggite, visto che la guerra è l’unica cosa che unisce gli americani almeno finché si vince. Ma una cosa è certa gli hurrà imbecilli dell’ informazione mainstream si basano ancora una volta sul nascondimento dei fatti che stanno dietro le parole e le immagini.
Si, perché una corretta descrizione dell’attacco ne evidenzierebbe anche il disastro sul piano militare: dei 59 missili tomahawks partiti dalle portaerei americane e guidati via satellite solo 23 sono giunti a segno tanto che una sola pista dell’aeroporto è stata danneggiata e l’altra è tornata operativa in poche ore. Ora potrebbe anche darsi che l’attacco di cui i russi sono avvertiti mezz’ora prima, abbia voluto avere un carattere eminentemente dimostrativo e simbolico o ad uso interno, ma allora perché spendere 70 milioni di dollari in missili che non sono giunti sull’ obiettivo? Quindi l’argomento, più che altro la suggestione simbolica e di avvertimento, con cui si sta tentando in queste ora di metterci una pezza, è privo di senso, tanto più che la vantata precisione di tali missili avrebbe dovuto consentire distruzioni mirate con un numero minimo di lanci. E pensare che tutti i 18 Kabir russi lanciati dal Mar Caspio contro l’Isis, dunque da postazioni molto più lontane e da unità navali di piccola stazza, sono tutti giunti a segno. L’impressione è che 30 anni di guerre totalmente asimmetriche abbiano creato una narrazione sulla superiorità statunitense che non vale solo verso l’esterno, ma anche all’interno e di cui ha largamente usufruito il complesso militar industriale per fare profitti enormi con produzioni e ricambi non proprio perfette, con aggiornamenti volti più ad aumentare i prezzi che l’efficienza e con nuovi prodotti mirabili sulla carta, ma assai scarsi nella realtà: quando si attaccano forze di gran lunga inferiori sul piano degli armamenti, le magagne non vengono pienamente alla luce, si può vendere a man bassa. Del resto questo è il mercato applicato in una situazione in cui l’acquirente è unico o è in grado di costringere all’acquisto altri partner, anche quando si tratta di armi che, come i Tomahawk, hanno quarant’anni sulle spalle-
E’ il caso, ad esempio degli F 35 che siamo costretti a comprare a prezzi stratosferici e la cui reale efficacia è stata così sintetizzata un mese fa da Michael Gilmore, direttore del settore Prove e Valutazioni del Pentagono: “Non ha una sola speranza in un combattimento reale”. Ma è anche il caso delle centraline di tiro della Us Navy bloccate dalle interferenze di caccia russi nel mar Nero o degli aggiornati caccia di addestramento T – 45 sui quali ormai gli addestratori non vogliono più salire visto che rischiano di rimanere soffocati dal malfunzionamento delle maschere ad ossigeno. Ma è anche il caso delle portaerei a cui gli ammiragli americani danno poche ore di sopravvivenza contro i T22 russi o i nuovi missili antinave cinesi. Insomma quello che va bene se si deve combattere conto i kalasnikov o mine artigianali, non è affatto detto che si riveli efficace in contesti più simmetrici, anche se si rivela una mano santa per i profitti degli azionisti e presumibilmente per finanze di molti gallonati. Crogiolandosi nell’idea di superiorità si finisce per rimanere indietro: si perché nulla esclude che la pessima riuscita dei missili sia anche dovuta a interferenze non messe in conto.
Ma appunto impressioni e considerazioni, peraltro provenienti spesso dagli Usa stessi, cominciano a prendere consistenza con l’azione contro l’aeroporto di Al Sharyat: un terzo dei colpi andati a segno è quanto poteva fare un bombardiere della seconda guerra mondiale, non un apparato da guerre stellari. Alla fine un sistema basato unicamente sul profitto mostra i suoi limiti.
L’area mediorientale rappresenta un settore estremamente strategico per la Russia, dal momento che la partita a scacchi iniziata da Kissinger e Brzezinsky prevede l’accerchiamento e il soffocamento della Russia partendo dall’Europa e arrivando alla Cina.
Come ha detto Putin, se cade la Siria, gli estremisti islamici finanziati e addestrati dagli angloamericani e alleati, possono minacciare direttamente il territorio russo, dove vivono venti milioni di islamici.
Per quanto riguarda gli USA le guerre ormai sono indispensabili per sfamare l’apparato militar-industriale, per accontentare la potente lobby filoisraeliana e per continuare a imporre con la forza il dollaro come moneta degli scambi internazionali.
Questo episodio secondo me mette bene in luce il ruolo di Stati Uniti e Siria come di semplici fornitori di armi alle parti in conflitto. La Russia è solo il fornitore ufficiale della Siria, se non lo fosse saremmo già arrivati al conflitto aperto tra Russia e Stati Uniti e, quindi, alla terza guerra mondiale. Mi immagino benissimo che Trump o chi-per-Trump abbia telefonato a Putin il giorno prima dicendogli, senti Vladimir, domani buttiamo giù un po’ di bombe sull’aeroporto siriano, è tutto ok? Risposta: Sì, certo non vi preoccupate, faremo un po’ di chiasso all’ONU. Controrisposta: Perfetto, come sempre.
Tutte o quasi le guerre degli ultimi anni sono guerre per procura, nel senso che servono solo alle vendite di armi dei paesi fornitori che supportano ognuno una delle parti impegnate nei combattimenti. Non hanno una motivazione geopolitica altrimenti sarebbero stati creati dei trattati che prevedono un mutuo intervento in caso di attacco esterno. Ossia, se la Russia fosse stata seriamente e geopoliticamente interessata a mantenere la Siria sotto le sue ali protettive, i due paesi avrebbero già da tempo firmato un accordo simile a quello in vigore tra i paesi della NATO. A questo punto la mossa di Trump avrebbe segnato l’inizio di un conflitto diretto tra USA e Russia con tutte le prevedibili conseguenze.
La verità è che a Putin la Siria non interessa per niente se non per il potenziale di vendita di armi che garantisce all’industria bellica russa. Perfino la durata della guerra in corso è pre-calcolata, è come una partita a poker dove ogni contendente rilancia sempre e non conclude mai in modo che i benefici economici della guerra continuino indefinitamente. Questo spiega perché gli accordi di cessate il fuoco durano solo poche ore e perché ogni volta che si avvicina la pace (ossia la fine delle lucrose commesse) uno dei due contendenti, a turno, rilancia. L’eccidio con le armi chimiche, se reale, è uno di questi rilanci e poco importa sapere di chi sia la responsabilità perché la cosa, facendo comodo a tutti, è stata presumibilmente concordata tra le parti. Anche la reazione di Trump, che ha tra l’altro coinciso con il primo incontro diretto tra Trump e il leader cinese Xí Jìnpíng in modo che si possa pensare che Trump lo volesse impressionare o intimidire con il suo “chissenefrega delle regole dell’ONU e del diritto internazionale”, è l’ultimo di questi rilanci, in attesa del prossimo.
Alcuni giorni fa, credo una decina o poco piu , prima di questo ultimo attentato islamista a stoccolma, mi capitava di leggere sulle news che compaiono sulla schermata yahoo. mail una notizia esilarante.
Trump aveva parlato di attentato islamista a Stoccolma, allora mai avvenuto, riferendosi invece all’ultimo avvenuto in Germania.in ordine di tempo ( qualche mese prima delle parole di Trump)
Ho letto poi anche altrove la notizia, sempre accompagnata dallo scherno per un presidente che confonde la capitale svedese con una città della Germania. Poi, adesso, l’attentato islamista a Stoccolma vi è stato davvero
Puro caso? Una profezia che si autoavvera? Per quanto sia in realtà un ignorante, stiamo parlando del presidente USA, non di Jorge, di Anonimo o di Casiraghi.. Come non pensare che Trump avesse Stoccolma nella testa per averci sopra programmato qualche cosa, guidato da funzionari legati al potere vero, e perciò gli sovvenisse tale confondimento. E’ davvero difficile credere che la cosa sia causale…
Cosa accade poi come corollario di questo colpo terroristico a Stoccolma? Succede che gli islamisti realizzano l’ attentato nella capitale svedese, e gli USA, col plauso delle cancellerie europee, portano un attacco missilistico su di un aereoporto siriano controllato dai lealisti, ovvero dagli unici che combattono davvero gli islamisti ed il loro terrorismo….
A parte ogni altra considerazione, la viltà e la miserevolezza delle classi dirigenti europee, è tale da renderle politicamente colpevoli dei morti tra i normali europei normali..
Invece in Russia c’è ancora il comunismo? Comunque é curiosa tutta questa ammirazione per le armi russe da parte di chi si definisce pacifista.
è curioso anche riuscire a mantenere la pace senza armi, contro nemici armati.
oltre che curioso, sembra anche un po’ ipocrita.
Anch’io trovo fuori posto l’ammirazione per l’efficienza delle armi russe, poco importa se chi la esprime sia un pacifista o meno. Però, aggiungo, è altrettanto fuori posto voler far credere che gli americani non siano più capaci di far la guerra. solo perché anziché usare i metodi tradizionali, estremamente costosi, ottengono quello che vogliono facendo fare a nazioni terze le guerre che vorrebbero fare loro in prima persona e straguadagnando dalla vendita di armi a questi loro satelliti. Un’eventuale guerra russo-americana, per esempio, verrebbe combattuta nel nostro continente dalla NATO, con gli americani nel ruolo di fornitori di armi e gli europei nel ruolo di carne da macello. Non male per una potenza in declino!
ciò non toglie che per difendersi da una potenza imperiale armata bisogna essere armati.
I russi si sono dimostrati meno propensi alla propaganda imperialista-guerrafondai, rispetto agli USA,
meglio sostenere, almeno parzialmente, la parte più equilibrata e ragionevole, otre che leggermente più debole, almeno secondo la propaganda guerrafondaia NATO…
“Lo aveva detto esplicitamente Henry Kissinger in un recente intervento alla Trilateral riportato da Paolo Mastrolilli sulla Stampa del 27 marzo. Pur rigettando la criminalizzazione di Putin, l’ex segretario di Stato americano aveva affermato senza mezzi termini: “la Russia non ha diritto a stare in Medio Oriente”.
Kissinger non esprimeva una sua opinione ma rendeva nota la determinazione presa ai più alti livelli del potere internazionale, ai quali partecipano i neocon americani: le interferenze russe nei progetti neocon riguardanti il Medio Oriente sono inaccettabili.”
http://www.occhidellaguerra.it/siria-missili-putin/