Antonio Gramsci pensava che i processi di cambiamento della società passassero attraverso la successione di guerre di movimento, spesso perdenti e di guerre di posizione nelle quali lo scontro non avviene per sfruttare le fasi critiche del ciclo capitalista, ma per affermare un’egemonia culturale che è la base per i reali e duraturi cambiamenti sociali. Ma sebbene Gramsci sia stato ampiamente dibattuto nella sinistra italiana, come in tutto il resto del mondo, la lezione pare che sia stata appresa dalla destra che a partire dalla seconda metà degli anni ’70 ha investito più che su semplici vittorie elettorali su un vero e proprio progetto egemonico di lunga durata che puntava a invertire il senso comune delle classi popolari, portando le vittime nel recinto del loro carnefice, come si potrebbe dire con un po’ di senno di poi.
Il fatto è che nel corso di questo conflitto di posizione le sinistre disorientate dalla decomposizione dell’Unione sovietica e dunque anche dalla crisi profondissima degli elementi più rigidi e inattuali del marxismo, ovvero il determinismo storico, hanno interpretato il loro ruolo come “resistenza” e non come contrattacco. Hanno pensato di poter contenere gli attacchi senza produrre alcuna nuova elaborazione e strategia, si sono fatte assediare perdendo terreno giorno dopo giorno fino a che non sono state egemonizzate esse stesse dal pensiero unico lasciando dietro di sé solo delle enclaves o lasciando aperta solo la strada della disobbedienza, facilmente reprimibile o comunque contenibile. E’ per questo che si è potuto arrivare a stabilire disuguaglianze assolutamente folli e a situazioni inconcepibili fino a qualche decennio fa, trovando l’assoluta indifferenza quando non l’attiva collaborazione delle vittime designate e dei loro referenti politici e sindacali. Un recente studio di Emmanuel Saez et Gabriel Zucman mostra che la metà più povera della popolazione americana possiede il 12% della ricchezza, mentre l’1% della popolazione più ricca nel possiede il 20%. Negli anni ’80 questo rapporto era del 20% contro l’11% . Per passare al concreto mentre negli anni 80 (a dollari costanti) il reddito della metà più povera era mediamente di 16 mila dollari l’anno, quello dell’1 per cento si aggirava attorno ai 432 mila mentre oggi è di 1 milione e 300 mila. Il tutto accompagnato da un arresto della mobilità sociale, oggi tra le più basse al mondo e che contraddice in pieno il famoso sogni americano. Più o meno la stessa cosa è avvenuta anche nei Paesi europei.
Ma questo è niente perché la regressione catastrofica e l’aumento esponenziale delle disuguaglianze si evince anche meglio da altri fattori: benché secondo l’Ocse la produttività sia aumentata di quasi tre volte sulle due sponde dell’atlantico nello stesso periodo preso in considerazione per la distribuzione del reddito, i salari sono rimasti al palo e anzi è esploso il fenomeno dei sotto salariati , ovvero di quella ampia e variegata fascia di persone con lavoro dipendente, continuativo, precario o episodico che guadagna solo i due terzi o meno del salario orario nazionale lordo. E, sorpresa, essi sono più numerosi proprio dove le cose sembrano andare meglio: se la media della zona euro è del 15, 9 % quella della Germania è del 22,5 %, quella britannica del 21, 3%, quella irlandese del 21,6, quella olandese del 18, 5, mentre è attorno al 15% in Spagna e Italia. Va da sé che non è stato possibile ricavare il dato in Grecia dove non si sono nemmeno potute fare rilevazioni.
Si tratta di cifre impressionanti ancorché probabilmente edulcorate attraverso le ipocrisie statistiche, numeri che assieme al contemporaneo aumento della disoccupazione e alla messa in mora del welfare, denunciano l’impossibilità di coesistenza fra neo liberismo e democrazia, fra il laissez faire e la libertà, fra capitalismo economico e merito, insomma fra la realtà e la chiacchiera narrativa. Che impongono di salutare i signori che pretendono di fare solo resistenza ovvero tutti quelli illusi di poter cambiare grazie a qualche mobilitazione le logiche della Ue e dell’euro, ma anche tutti quelli che pensano sia impossibile o indifferente un’uscita a sinistra da questi meccanismi. Sono persone che hanno già perso la guerra di posizione, che sono già prigioniere dello spettacolo mediatico insensato e grottesco, ai quali di certo non si può chiedere di lavorare per creare una diversa egemonia culturale, di guidare una qualunque traversata del Mar Rosso a meno che non si tratti di una crociera. Fanno persino resistenza a quei rischieramenti resi inevitabili da una crisi endemica e non più ciclica del capitalismo finanziario di cui sono divenuti alla fine fedeli giannizzeri.
intellettuali del ca…!
destra e sinistra uguale a causa di voi intellettuali del cazz…!
Io sono siciliano e tanti uomini onesti della sinistra hanno contrastato i latifondisti la mafia e la borghesia affiliata. Ma poi per questo sono rimasti tagliati fuori da tutto e sono dovuti emigrare in tutta europa o sono morti di luparaSono uguali alla destra solo per gli intellettuali del ca..!
adavate via voi e rimanevano loro era megiio
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
Non è che mi senta direttamente chiamato in causa,ma colgo comunque l’occasione offertami da Casiraghi
Casiraghi dice di individuare dei complotti come causa dei più importanti eventi sociali, ma a me sembra che quelli descritti da Casiraghi non siano definibili complotti in senso stretto.
I complotti, come li intende Casiraghi, hanno origine da poteri reali e da sempre esistenti, che lentamente e con l’inganno impongono i loro interessi, proiettandoli su tutta la società irretendo e chiudendo questa come in una cappa. In questo senso, posso convenire circa l’esistenza di dinamiche del genere, perfino circa il chiamarli complotti
Suscitano il mio forte disaccordo coloro che parlano di complotti come eventi senza radice nella storia e nelle forze pregresse della società, i complotti sarebbero allora come degli improvvisi ed inspiegabili apparimenti degli alieni all’orizzonte, alieni naturalmente mai pienamente osservabili ed oggettivabili. E’ chiaro che dei complotti così intesi svolgono una precisa funzione ideologica, ne siano consapevoli o no i sostenitori, servono cioè a coprire e ad assolvere i poteri reali e da sempre esistenti che proiettano su tutti noi i loro interessi e le loro prevaricazioni.
Esempio, quando Casiraghi parla di complotto dicendo che destra e sinistra sono false opzioni con cui i potere reale ci distrae e ci divide, con lo scopo di far passare i propri interessi senza che noi lo si avverta neanche, allora io sono pienamente d’accordo ed anzi mi compiaccio per questa analisi di Casiraghi
In effetti, il capitalismo come potere reale e da secoli esistente, durante la sua fase ascendente ha allargato progressivamente il diritto di voto per poter integrare le masse nella sua struttura economica al fine di stabilizzare questa stessa. Aveva questa precisa esigenza dal momento che esso capitalismo disgregava sempre più il mondo feudale e la sua antica stabilità, il rituale della scheda nelle urne ogni 5 anni non sarebbe mai servito ad altro che questo, e non sarebbe mai stato bastevole a democratizzare davvero la società
Da questo punto di vista, che mi sembra quello di Casiraghi, destra e sinistra come false opzioni sono alternative che si possono a ragione rappresentare come risultato di un complotto, parlare di complotto in questo senso non copre e non assolve in alcun modo quel potere reale che ha costruito tale ridicola messainscena. Posso quindi condividere anch’io una simile nozione di complotto, appunto è ben altro è ciò che rende effettiva e reale la democrazia.
Può essere invece preso come un esempio di complotto in quanto funzione ideologica deteriore, lo straparlare di alcuni circa le ragioni del passaggio da una economia keynesiana o produttiva a quella odierna che è finanziarizzata.
Per costoro il capitalismo e passato da produttivo a finanziario, non perché esso come potere reale e da sempre esistente, abbia proiettato sulla intera società le sua esigenza di uscire da una crisi irrisolvibile, col costruire lentamente e nascostamente la gabbia finanziaria degli ultimi decenni. In questo senso potrei convenire sul complotto, ed anzi ci sarebbe molto da dire sugli inganni e sulle mistificazioni ideologiche che sono state usate per raggiungere questo obbiettivo Ma secondo i complottisti da strapazzo tutto filava armoniosamente e nel migliore dei modi, una totale armonia vigeva tra noi e l’ottimo capitalismo produttivo. Ad un certo punto però, senza radici nell’esistente sarebbe sopraggiunto un complotto paragonabile all’invasione degli ultracorpi, una finanziarizzazione aliena senza radici nel passato, che si sarebbe imposta modificando non si sa come comportamenti secolari, di generazioni di capitani d’industria e di capi di governo.
E’ evidente che un complotto così concepito è una mera funzione ideologica, che serve solo a evitare che noi si passi al vaglio della critica la struttura pregressa e profonda della società in cui viviamo, ovvero la struttura del capitalismo reale. Esso è diverso dal capitalismo che c’è nella testa dei complottisti tanto quanto il socialismo reale era diverso da quello propagandato tanto a lungo in occidente, anche se l’ideologia di tale capitalismo può essere così pervasiva da essere vissuta da tanti come realtà ovvia e da tante fonti comprovata, fino al punto da definire questa stessa ideologia “concetti così accertati e condivisi da risultare banali”
L’ha ribloggato su Redvince's Weblog.
Codicillo lessicale e sovversione di significato. Quindi chi descrive la realtà in base a dati oggettivi e verificabili e’ un complottista (leggi matto). Chi invece accetta la fantastica descrizione dei fatti come espressa dalla voce del padrone è un non-complottista (leggi sano). E siccome di gran lunga i piu’ preferiscono considerarsi sani che matti, ne consegue che il padrone ha sempre ragione. E che i matti sono sani e i sani matti.
Orwell docet.
anche Marcuse
Ma la guerra di posizione si fa senza mobilitazioni ? Mica Gramsci scriveva sui giornali e basta, era anche un organizzatore politico, caro madamo. Ah Ah Ah
Non ripeterò le mie argomentazioni sul fatto che destra e sinistra sono le due mani del capitalismo perché ho già sviluppato più volte queste considerazioni. La sinistra ha sempre fatto finta di non sapere che l’Italia è una colonia americana e in questo è stata complice della destra. Gli italiani si sono trovati così ad essere gestiti da due apparati politici apparentemente l’uno contro l’altro armato (la destra e la sinistra) che concordavano però nel creare un’unica realtà virtuale, la favola dell’Italia libera e sovrana, occultando i veri flussi di potere e sostanzialmente contribuendo ad appassionare gli italiani a pseudostatisti USA-pilotati e a problematiche e controversie che rivestivano solo una funzione di distrazione rispetto a quanto avveniva sottotraccia. Un complotto, insomma.
Alcuni, per la verità, insistono a dire che la politica dei paesi democratici è per sua natura trasparente e i complotti non esistono, ma io ritengo invece che è quella che ci viene presentata come “realtà” a non esistere mentre i complotti, ossia i progetti che si realizzano nell’ombra e con passi piccolissimi e quasi inavvertibili (i tedeschi la chiamano Salami-Taktik) costituiscono la modalità usuale dell’operare politico da parte di chi detiene il potere reale.
Anche in questo blog, in fondo, si dà sempre per scontato che l’Italia abbia dei margini di autonomia tant’è che, quando si tratta di incolpare qualcuno o qualcosa per quanto succede, viene costantemente stigmatizzata la corruzione del nostro paese (per la quale l’arcano autore del sito Comidad ha coniato un utilissimo concetto, quello di autorazzismo) anziché mettere in luce che la corruzione dell’Italia e di tanti altri paesi europei ed extra-europei è un vero e proprio sistema di potere imposto implacabilmente dagli Stati Uniti che se ne servono per manipolare gli assetti politici in modo soft tramite l’ascesa e discesa a comando del personale politico delle singole nazioni. Quanti articoli sono stati scritti, qui e altrove, sulla corruzione attribuendone la colpa al carattere nazionale, alla mafia o a qualsiasi altro fattore apparente, ma senza mai andare al nocciolo della questione e ignorando che il potere dello Stato è infinitamente superiore a quello di un qualsiasi gruppo criminale e che se l’Italia non dovesse obbedire rigidamente ai desiderata americani, che necessitano di una larga diffusione della corruzione per i propri scopi politici, mafia, ‘ndrangheta e camorra sarebbero già sparite da gran tempo. Questo vale per l’Italia, come anche per i paesi dove dilaga, per esempio, il narcotraffico.
Una piccola controprova. Proprio in questi anni è stata varata su comando USA, tramite la propria “controllata” UE, una legislazione di controllo bancario asfissiante proprio nei confronti degli uomini politici di tutte le nazioni europee che vengono ritenuti più a rischio di commettere reati di corruzione, riciclaggio, autoriciclaggio e finanziamento del terrorismo. Non è questa legislazione assurda la prova provata che la politica non conta più nulla?
Se la cosiddetta casta dei politici fosse un potere reale, come ci hanno sempre fatto credere, come potrebbe accettare leggi che la collocano addirittura nella posizione di gruppo sociale più a rischio di criminalità? Questa sorprendente mutazione dell’uomo politico europeo, da statista potenziale a criminale potenziale, anzi a paria fra tutti i cittadini, e in più sancita dalla legge in ogni paese dell’UE e confermata ogni volta che apriamo un conto in banca quando ci viene chiesto di dichiarare di non essere persona politicamente esposta (ossia, esposta al rischio di corruzione e quindi con adempimenti e controlli bancari molto maggiori rispetto a quelli che subiamo noi), non può che essere stata voluta da chi ha deciso di abolire tout court la rilevanza della politica nelle varie nazioni europee: gli Stati Uniti. Non è un caso che gli Stati Uniti, con l’Unione Europea, abbiano concepito un altro dei loro innumerevoli progetti a finalità occulta che in questo caso ha come obiettivo finale la disintegrazione della politica nazionale nei singoli paesi UE. Di qui la necessità di criminalizzare il profilo stesso dell’uomo politico europeo e di farlo odiare dalla sua stessa popolazione (autorazzismo).
Infine, una domanda. Come mai i politici che sanno da anni che il loro conto corrente è controllato transazione per transazione dalle banche e che, per il resto, devono convivere con spie, microspie, computer hackerati e intercettazioni telefoniche, continuano ad essere indagati per corruzione? Ossia, i politici sanno di essere controllati, ipercontrollati, ma decidono lo stesso di non rispettare la legge e se ne infischiano delle conseguenze? Mi sembra inattendibile. Penso al recente caso della Raggi, che è tutt’altro che una sprovveduta in cose legali, è una giurista, e mi chiedo se il commettere reati di corruzione sapendo perfettamente che si sarà poi “beccati” non sia anch’esso un comportamento imposto dall’alto anziché spontaneo. Della serie “devi commettere questo reato, sarai scoperta e forse condannata, ma non ti preoccupare, fa parte del gioco e ne uscirai anzi con meriti acquisiti e un superbonus”.
“Quanti articoli sono stati scritti, qui e altrove, sulla corruzione attribuendone la colpa al carattere nazionale, alla mafia o a qualsiasi altro fattore apparente, ma senza mai andare al nocciolo della questione e ignorando che il potere dello Stato è infinitamente superiore a quello di un qualsiasi gruppo criminale e che se l’Italia non dovesse obbedire rigidamente ai desiderata americani”
Gli USA, nella 2a guerra mondiale, sono riusciti a sbarcare in Sicilia/Italia, con la collaborazione segreta dei terroristi dell’ISIS del tempo, all’italiana: i mafiosi, utili a sovvertire il regime fascista scomodo agli americani.
In un modo o in un altro, gli USA sono riusciti a manifestare alla mafia, la propria gratitudine per la collaborazione nell’abbattimento del governo fascista italiano, nell’immediato dopoguerra infatti , se non ricordo male, quando vigeva “un governatorato USA” di emergenza fine guerra, in sicilia furono nominati nuovi sindaci, spesso appartenenti a clan mafiosi, in america si è chiuso magari qualche occhio sullo sviluppo della mafia italiana, in seguito in Italia dopo essere stata usata in funzione anti fascista è stata usata in funzione anti comunista-sindacale , spesso in Sicilia:
Placido Rizzotto, Snati Milisenna, Andrea Raia,Nunzio Passafiume, Agostino D’Alessandro ,Giuseppe Scalia, GIuseppe Puntarello,Gaetano Guarino, Pino Camilleri ( socialista di quelli abbastanza seri di 50 anni fa…), Accursio Miraglia, strage di Portella della Ginestra ( festa del lavoro…), GIuseppe Casrubea e Vincenzo Loiacono;Epifanio Lipuma,Calogero Cangelosi e poi FIlippo Intili, Salvatore Carnevale … ancora Peppino Impastato …Pio La Torre nei più recenti anni 1980…
per dire di alcune vittime della guerra per procura (stile ISIS contro Siria, Libia o chi altri…) che la mafia scatenò contro i comunisti in Italia sostenuti con tutta probabilità dai servizi segreti e dalla politica USA, quanto meno per assicurarne l’impunità ( e magari per fornire armi, in vario modo…).
No Casiraghi, nei primi 30-40 anni del dopo guerra comunisti e democristiani ( nei quali erano confluiti molti ex fascisti allora anche attuali burocrati di derivazione fascista, della Rpubblica Italiana…), non furono del tutto la stessa cosa.
Di frequente, mi viene da dire considerando come è “nato” i nuovo stato “democratico” italiano , che lo stesso porta geni medioevali ( privilegi per il clero cattolico, privilegiato già dai patti lateranensi continuati con l’art. 7 della Costituzione se non sbaglio, anche lui, i clero, “collaborazionista anti comunista” nel dopo guerra, in italia), fascisti ( la burocrazia statale fascista, non venne sostituita, in gran parte…) ed in fine geni da perdenti ( Italia quale colonia USA).
Essendoci di fatto una conventio ad escludendum imposta ai politicanti di maggioranza in Italia dagli USA ( pena fare la fine di Aldo Moro…o di Mattei, o Alfred Herrausen in Germania, o di Olof Palme in Svezia, per dire anche dell’Europa , perdente la guerra…), contro il più grande partito di oppsosizione , quello comunista, che avendone le ragioni, non potè fintanto era abbastanza comunista, governare in Italia per 50 anni ca, fino alla caduta del muro di Berlino, quando il pericolo comunista fosse anche del tutto insignificante, in Italia , si dissolse del tutto.
a volte si sottovaluta il ruolo geopolitico del Vaticano, non solo in italia come giustamente sottolineato, anche a livello mondiale, triangolazioni
Cotras in Nicaragua, soldi della droga, finanziamenti anti iraniani
Mafie di ogni tipo, soldi della droga, Solidarnosc
Tutto attraverso lo Ior, Michele Sindona, Marcinkus. Ruolo geopolitico del Vaticano
@Jorge, concordo.
L’Italia, del fine dopoguerra, di fatto , ed è abbastanza risaputo, non è stata una vera democrazia ( non essendo uno stato realmente sovrano, mi viene da dire…), poiche NON c’è stata nel 2o dopoguerra vera alternanza governo-opposizione.
in un sistema capitalista, la corruzione non può che essere endemica… la corruzione è nei geni del capitalismo, come forma un po’ deviata di arricchimento-accumulazione di capitale.
Se vigesse in Italia,un ideale (!) governo comunista, che determinasse in modo prestabilito la quota parte di “ricchezza-reddito” spettante ad ognuno, ispirato da criteri di uguaglianza, come farebbero i mafiosi, ad arricchirsi a danno degli altri, quando il governo comunista suddetto glielo vieterebbe a priori ?
La mafia è congeniale al turbo capitalismo di rapina …
intellettuali del ca…!
destra e sinistra uguale a causa di voi intellettuali del cazz…!
Io sono siciliano e tanti uomini onesti della sinistra hanno contrastato i latifondisti la mafia e la borghesia affiliata. Ma poi per questo sono rimasti tagliati fuori da tutto e sono dovuti emigrare in tutta europa o sono morti di luparaSono uguali alla destra solo per gli intellettuali del ca..!
intellettuali del ca…!
destra e sinistra uguale a causa di voi intellettuali del cazz…!
Io sono siciliano e tanti uomini onesti della sinistra hanno contrastato i latifondisti la mafia e la borghesia affiliata. Ma poi per questo sono rimasti tagliati fuori da tutto e sono dovuti emigrare in tutta europa o sono morti di luparaSono uguali alla destra solo per gli intellettuali del ca..!
Le elite finanziarie hanno saputo attirare nel recinto di cui parlate le sinistre e le classi popolari di riferimento, giocando abilmente sui diritti civili.
I centri di potere economico hanno assistito le sinistre in tutto il mondo occidentale, con denaro e con i media al loro servizio, nel conquistare posizioni nel campo dei diritti civili, ottenendo in cambio mano libera in tutte le questioni relative al lavoro, al controllo del sistema bancario, alle privatizzazioni, allo spostamento dei capitali, all’ampliamento e alla tutela dei paradisi fiscali e così via.
i banchieri hanno dato alle sinistre quello che a loro non costava niente e hanno ottenuto il vero potere, il controllo dell’economia e della vita delle persone.
Così adesso abbiamo i parlamenti, nati per gestire le economie dei regni, che discutono se introdurre i bagni separati per i trasgender, ma che non si devono nemmeno azzardare a trattare politiche economiche e fiscali, decise da istituzioni sovranazionali non elettive, dove l’accesso avviene rigorosamente per cooptazione, dopo lungo apprendistato in oscure logge, fuori da ogni controllo popolare.