Forse Renzi, abituato a sontuosi pranzi e cene a sbafo, tutti pagati con i soldi pubblici, non pensava che il conto sarebbe davvero arrivato: lui, il suo circolo magico, i suoi clientes e adesso il governo fotocopia si illudevano che la tregua concessa dall’Europa per favorire il Si al referendum potesse durare ad libitum anche in considerazione della debolezza del sub governo di Gentiloni e del duro colpo ricevuto dalle forze che sostengono l’europeismo dell’oligarchia e dell’austerità. Ma appunto si trattava di un miraggio, di una sorta di angosciosa rimozione da parte dei poteri locali e di un inganno nei confronti dei cittadini anche perché ad autunno ci saranno le elezioni tedesche e la Merkel, già in crisi non può assolutamente permettere sgarri. Così in pieno marasma per le banche è arrivato da Bruxelles l’ennesimo ordine, ossia quello di trovare 3,4 miliardi per una manovra correttiva che riporti i conti del bilancio nei binari stabiliti dagli oligarchi continentali: la finzione che tutto andasse bene so a scopi pre elettorali è finita.
Ma si tratta solo di un antipasto in attesa del piatto forte, ossia dell’aumento dell’Iva di 3 punti stabilito dalla clausola di salvaguardia e che andrà a coprire le garanzie governative per le banche. Insomma i due anni di governo Renzi si rivelano per quello che sono, per quello che dicevano i gufi: una giostra di sciocchezze vendute come la panacea di tutti i mali e di rinvii dei problemi in attesa che la riforma costituzionale consentisse il salvataggio del ceto politico anche con il mare in tempesta. Naturalmente è impensabile che il governo Gentiloni possa opporsi in qualche modo alle richieste europee, nemmeno adesso, in un contesto che si va rapidamente deteriorando e pur sapendo che ogni sottrazione di denaro all’economia reale diventa un passo in più verso la rovina.
Ma proprio in questi giorni nei quali è bastata un po’ di neve e qualche linea appena sotto zero per mettere allo scoperto l’estrema debolezza strutturale del Paese e l’ipocrisia dei suoi governanti che vorrebbero venderci persino l’imprevedibilità dell’inverno sull’Appennino, qualcosa smaschera efficacemente il senso della governance italiana: se c’è da difendere i ceti popolari derubati e impoveriti il governo tace e si sottomette, ma diventa un cuor di leone se ci sono invece da difendere quelli privati del signor Marchionne e dei signori Agnelli. Infatti a Berlino si chiede il richiamo e la “correzione” dei modelli Fiat risultati truffaldini (come del resto quelli di tutti i costruttori) rispetto alle emissioni dichiarate. Ebbene a questa ipotesi ecco che chi si sottomette quotidianamente a ordini del giorno che vanno contro gli interessi del Paese, chi ha firmato trattati capestro, chi ha permesso che la Fiat se ne fuggisse in Usa, Inghilterra e Olanda, sorge come un sol uomo contro le richieste di richiamo, rivendicando – udite udite – la sovranità italiana.
Quando si tratta di spazzare via il welfare, di abbassare i salari, di precarizzare il lavoro, di rapinare le pensioni lo si fa in virtù della sovranità trasferita altrove, ma se si tratta di difendere i profitti di Marchionne e degli Agnelli allora essa ritorna fuori prepotentemente come qualcosa che va gelosamente custodito. Da notare che i modelli incriminati, 500, Doblò e Jeep Renegade sono costruiti tutti fuori dall’Italia e che un eventuale richiamo non penalizzerebbe certo le residuali fabbriche del gruppo ancora presenti in Italia, ma darebbe un po’ di lavoro all’indotto, quindi con questo curioso e improvviso oltranzismo nazionale, non si difende affatto il Paese e il suo sistema industriale svenduto pezzo a pezzo ogni giorno, ma chi ci ha cinicamente lucrato sopra e lo ha abbandonato dopo aver impedito per decenni che altri costruttori si affermassero o venissero a produrre da noi. Immagino che Marchionne sarà grato a questi politici con le idee così chiare che agiscono solo ed esclusivamente a difesa dei ricchi.
Articolo condivisibile nelle argomentazioni, nelle conclusioni un po’ meno. I modelli contestati dalla Germania sono 500x e Jeep Renegade costruiti in Italia e il Doblò costruito in Turchia. Le 500 sono quasi tutte a benzina, quindi non coinvolte nel presunto scandalo.
Jeep renegade costruita fuori dall’Italia? a me risulta che 500x e jeeep renegade le facessero a Melfi. Mi pare che Melfi sia in Italia…o sbaglio?
Fiat 500, prodotte 1,5 milioni a Tichy in Polonia – Auto.it
chi vuole , legga:
http://ilpedante.org/post/appunti-di-meritocrazia
Grandioso. Ed aggiungo,la meritocrazia nella societa di oggi coincide con le esigenze della accumulazione capitalistica, di un capitalisno in fase di decadenza storica, cosi come sono decaduti altri sistemi sociali
La meritocrazia ci mette tutti in concorrenza rispetto ad obbiettivi decisi da altri, dal capitale. Se la meritocrazia fosse, come dovrebbe essere, rispetto ai nostri stessi bisogni ed esigenze, allora non sartebbe piü meritocrazia bensi soddisfacimento reciproco dei bisogni. Altro che i rambo o gli stakanov della produttivitä, della quale in effetti non ci arriva nessun vantaggio, ad osservare come stanno andando le cose.
E´un vero paradosso, piu cresce la produttivitä ( microelettronica, rivoluzione 4.0), piu la vita di tutti peggiora, l úso della tecnologia da parte del capitalismo in piena decadenza storica non ci fa avere alcun vantaggio da questa
https://albertomicalizzi1.wordpress.com/2017/01/13/costruire-la-sovranita-parte-12/
Appunto, i governi fanno l´interesse del grande capitale, nazionale ma anche europeo, visto che ormai e difficile dire se la Fiat e italiana o no, se la Vodafon e inglese o no, se la ferrero e riva dell acciaio sono italiani o no ( riva ha grandi acciaierie in germania e ferrero, oltre i suoi prodotti, in germania controlla il colosso hanuta )
Al grande capitale va bene l´euro e l´europa che impone i sacrifici, mica a riva o a marchionne o a ferrero dispiace il jobs act di renzi (per quanto sponsorizzato da j p morgan)
Disse una volta berlusconi : ad un vertice europeo si parlava di riforme delle pensioni, dei contratti di lavoro, revisione della spesa pubblica., allo stato gli oneri relativi erano insosteniobili ( per il grande capitale). Ma nessuno aveva la maniera di imporre le riforme nella propria nazione, troppo forte l´opposizione a tali misure.
Continuava Berlusconi, allora pensammo che ogni governo avrebbe presentato come inevitabili tali riforme, perche gia decise negli altri paesi. Per non essere travolti dalla concorrenza di questi stessi, ogni popolazione avrebbe dovuto accettare le riforme fatte dal proprio governo ( spread, rigiditä del lavoro, spesa pubblica fuori controllo, ovvero svantaggi nella concorrenza internazionale)
Gli interessi del grande capitale sono univoci, perciö sono univoche le politiche restrittive che si fanno in tutta europa, germania compresa, dovre i giovani in genere fanno 2 lavori Hartz 4 per arrivare a 1000 euro al mese.
Se si continua a pensare che ci impoveriamo solo in Italia, e per la vigliaccheria di Renzi e compagnia, cadiamo nella trappola descritta da Berlusconi, ne facciamo una questione nazionale ( questa volta non per adeguarci ai concorrenti ma per resistere alla austeritä impostaci dalla Europa).
Senza vedere che i governanti europei sono tutti d´accordo, ed e inutile chedere ad essi di tutelare il paese che governano. Essi sono tutti daccordo perche e unitario a priori il grande capitale che esprime essi governanti. Ecco perche e sterile attaccare Renzi e non il grande Capitale, che per una crisi legata ai meccanismi profondi della accumulazione capitalistica impone politiche restrittive a tuttii gli europei ( e non solo)
Il Simplicissimus se la prende con la pasrte epidermica ( renzi merckel, hollande, ma non attacca il mandante, il grande capitale), Se non si affronta ilö mandante vero, stiamo spolo a perdere tempo, ovvero cadiasmo nella trappola che Berlusconi descrisse in un momento di rilassatezza.
Quanto püoi al piccolo capitale, esso e solo l índotto di quello grande e non ha nessuna autonomia, solo i grillini si ilöludono che esista una autonomia del piccolo capitale con ilquale ciostruiore quindi una alleanza.
A quando uno sciopero congiunto di tutti i lavoratori europei? Sara difficile fin quando si indica come nemico la Goldmas sachs o J P Morgan ( che senso asvrebbe scioperare contro simili realtä? )
Piacciano o no gli scioperi, e comunque con qualche benedetta forma di pressione a livello quantomeno europeo che si puo invertire la tendenza, Altrimenti stiamo freschi, combattiamo a livello nazionale le misure antipopolari di un potere che si impone e vince con lo spautracchio della concorrenza internazionale
Spread, costo del lavoro in germania piu basso che in italia, mentre in germania dicono che bisogna abbassare il costo del lavoro troppo alto rispetto alla concorrenza italiana. Ed e cosi rispetto a tassazione, pensioni etc. Il vero complotto e questo ( complotto nel senso di interessi che si impongono con la mistificazione , ma che rispondono ad un nome preciso, Momsieur Le Capital
Questa e la prima volta ( o quasi) che il Simplicissimus attacca il colpevole vero, e si stupisce pure che questo o quel governo nazionale favorisca il vero mandante dell´austeritä. Cosa credeva, che Renzi e Gentiloni leccassero il culo alle grandi banche dáffari e basta? Il capitale, bancario partecipa quello industriale e quello industriale il capitale bancario, inutile sperare di semplificarsi la vita distinguendi i buoni ( produttivi) ed i cattivi (banche) alli ínterno dell único nemico ( Monsieur le Capital, che essendo in crisi irreversibile puö recuperare margini solo aumentando lo sfruttamento e la discregazione sociale.)
condivido in parte…la parte poco chiara attiene a questa domanda : esiste unità di intenti tra i lavoratori delle varie nazioni europee ?
A me capita di viaggiare molto per lavoro, vedo tanta rabbia in paesi europei come la francia o la germania.
Certo, i sindacati i cui leader ambiscono a fare i ministri del lavoro, si guardano bene dal proporre uno sciopero comune a Tichy in Polonia, dove si fa la 500 base, ed a Melfi dove si fa credo la Fiat Idea
Preferiscono consigliare ai lavoratori di accettare le condizioni di Marchionne, se no questi sposta la produzione in Polonia Serbia o Alabama. Vorrei vedere, se ,Marchionne trovasse scioperanti in ognuno di questi paesi
Ad ogni modo, se non ci si organizza dal basso, anche nei limiti di di un singolo stato, non sara certo Grillo o il Buon Capitalismo Produttivo ed Onesto e Keynesiano a scendere su di noi come lo spirito santo ripristinando condizioni di vita decenti
Se esso e scomparso avra avuto pure qualche difficoltä, mica ricordo solo io la crisi degli anni 70 con disoccupazione ed inflazione a due cifre, o línghilterra di Micheal Foot che era messa anche peggio dell italia
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