Il 3 gennaio scorso una squadra navale russa ha gettato le ancore nelle acque delle Filippine, ponendo psicologicamente fine ad un rigido status coloniale prima de iure e poi de facto che dura dal 1898, anno nel quale gli Usa si impadronirono delle isole facendo un milione di morti nel corso di 14 anni di guerra e guerriglia. Certo questo non ve lo diranno a Rai Storia, perché Washington come Ankara non ama la memoria se non quando le fa comodo, ma insomma per la prima volta, dopo l’invasione giapponese, arrivano navi senza la bandiera a stelle e strisce o di altri sudditi dell’impero nell’ambito di un tentativo di liberazione dalla cappa statunitense e di una nuova autonomia nello spazio della grande Asia.
Due giorni fa i serbi sono scesi in massa nelle strade di Banja Luka per celebrare il 25° anniversario della costituzione della Republika di Srpska, un entita semi indipendente della repubblica fantoccio di Serbia Erzegovina disegnata dall’ occidente dopo le guerre iugoslave. Si tratta di una sfida al governo di Sarajevo che aveva proibito le manifestazioni quale evidente primo atto di una secessione che porti alla totale indipendenza della zona serba e la sua riunificazione a Belgrado. Tutta la fasulla, cinica e sanguinosa costruzione occidentale pensata per smembrare la Jugoslavia e accerchiare la Russia sta man mano crollando e proprio nel momento in cui Mosca è ridiventata per volontà unilaterale degli Usa e dei suoi valletti europei un nuovo e temibile sfidante.
Una settimana fa truppe italiane sono state inviate nella provincia occidentale di Farah per tentare di arginare una rivolta che ormai dilaga e dentro la quale i talebani stanno riconquistando terreno ogni giorno. La logica per cui un’Italia in crisi profondissima, debba mettere a rischio le sue vite e spendere un’infinità di soldi sottratti ai servizi, al lavoro, alle pensioni, per aiutare gli Usa nel loro tentativo di tenere l’Asia centrale e le multinazionali americane a realizzare profitti stellari, è così aberrante che dovrà prima o poi essere inserita negli atti di accusa contro il ceto politico attuale.
In Romania il presidente Klaus Iohannis, espressione della minoranza tedesca del Paese balcanico, si sta rifiutando di riconoscere la vittoria dei socialdemocratici alle elezioni del dicembre scorso e di nominare come prescrive la Costituzione un primo ministro proposto dalla coalizione vincente. Il suo candidato alla carica sarebbe stato l’attuale ambasciatore romeno a Washington e si può capire quale sia il disagio di non poterlo incoronare, ma peggio ancora la persona che i socialdemocratici hanno scelto è l’economista Shevil Cambek, la quale oltre ad essere sua avversaria diretta è sposata all’imprenditore siriano Shhaideh di cui ha preso il nome, uomo vicino alla cerchia di Assad ragione per cui i Obama ha posto un veto assoluto. Il premio nobel per la pace non ha esitato un solo istante ad aprire una gravissima crisi istituzionale e a decretare la sospensione della democrazia, tanto per parlare delle ingerenze vere e non di quelle fasulle da lui stesso inventate.
Tutto questo, unito alla clamorosa sconfitta della Nato ad Aleppo, agli intrighi senza vergogna delle elites di comando, alla corruzione, ai misteri sempre più fitti del potere, fanno parte di un complesso quadro di passaggio in cui l’occidente perso qualunque appeal politico, che sta venendo meno anche al suo interno, non ha altro a cui appigliarsi se non la forza militare, il ricatto o la menzogna per puntellare le sue costruzioni e nascondere il suo sangue. Ma evidentemente non basta: la clessidra della storia non può fermare la sabbia che sfugge: solo rivoltandola completamente si potrà fermare il disastro.
La NATO si dimostra sempre molto attenta agli affari illeciti: dopo il Kossovo che garantiva il traffico di eroina ha fatto entrare il Montenegro, che controlla il traffico internazionale di tabacco.
Serbia e Macedonia sembra che per il momento non abbiano niente di interessante da proporre nel settore stupefacenti e, quindi, giustamente restano fuori:
http://www.occhidellaguerra.it/montenegro-entra-nato/
ci sono altri REFERENDUM IN GIRO:
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/01/09/marta-fana-i-voucher-l%E2%80%99autogol-della-cgil-e-l%E2%80%99attacco-al-sindacato/
Referendum= istituto per l’espressione DELLA SOVRANITÀ POLARE… se riguarda i diritti dei lavoratori, di questi tempi, poi…
DELLA SOVRANITÀ POPOLARE (rettifica…)
l ´attivizzazione, e la organizzatzion talvolta spontanea di dibattiti,, comitati, che si e avuta per il no al referendum di renzi, invece di andare dispersa docvrebbe mantenersi in piedi e crescere…
Ad esempio circa questo treferendum riguardo ai vaucher. prr esempio
Altrimenti, se si denunzia il complotto di Lloyd F Banckfild (Goldman Sachs)
Inmsieme akl piano Kalergi
Insieme David Rotschild
Insdieme al complotto mondiale ebraiuco
E poi si ruimane indifferenti e non ci si schiere su una cosa come il refwerendum sui Vaucher e cüprecariato in genere, allora sa di favore fatto alla
Confindustria
A Marchionne
Ai padroncini del Quartierino
a Grillo che gia fa i voltalalfaccia
A Buzzi e Carminati o ai loro nuopvi sostituti
A Sacconi e Madiaset
A chi oerganizza gli exdpö a Milöano con il lavorop gratuito
pienamente d’accordo, il referendum più rilevante lo trovo quello di abrogazione del jobs act nella parte in cui permetteva sostanzialmente il licenziamento senza giusta causa…il massimo dell’arbitrarietà dei padroni , ed il massimo della precarietà dei lavoratori.
nei referendum abrogativi si cancella, per volontà popolare una legge malo fatta dagli (s)governanti…quindi bisogna votare si ( voglio abrogare questa o quella legge…).
chissà che posizione prenderanno i 5stelle a proposito dei suddetti referendum abrogativi… la loro posizione a riguardo, sarà la cartina di tornasole, pressoché definitiva.
Una breve rettifica sulla situazione romena. La Romania ha un nuovo primo ministro sin dal 4 gennaio scorso: si chiama Sorin Grindeanu ed è un membro del PDS, il partito socialdemocratico. In Romania non si parla più di crisi istituzionale, ma del gran freddo che sta facendo (-25 C a Bucarest) e delle magagne della protezione civile. Si veda anche la seguente pagina di Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Sorin_Grindeanu