Non sono passati nemmeno 10 giorni dall’inizio del 2017 che abbiamo già la più bella battuta dell’anno: la Cia che si lamenta delle ingerenze esterne. Dopo 70 anni di intromissioni, interferenze, intrusioni, pressioni, stragi e colpi di stato in tutto il pianeta i poveri spioni americani piangono calde lacrime di coccodrillo, anzi di tirannosauro. Ma come si conviene a un’agenzia di spionaggio piange per qualcosa che non esiste, per una tesi priva di qualsiasi prova messa in piedi per volontà dell’asse Obama – Clinton e poteri grigi nel tentativo in extremis di sbarrare la strada a Trump. Si tratta della famosa accusa a Putin di aver determinato il disastro di Hillary piratando le sue lettere, praticamente in combutta con Trump.
Il piano era di lanciare questa tesi inquietante e stravagante assieme perché essa convincesse gli elettori a non votare il tycoon, ma una volta fallito questo obiettivo si è passati al piano B: insistere su questa tesi delirante per convincere i grandi elettori a tradire il voto ed eleggere comunque la Clinton. Andato in acido anche questo piano, si è passati alla fase C: non demordere dalle posizioni nella speranza che le accuse di ingerenza nelle elezioni a favore di Trump accompagnata da opportune provocazioni come le grandi manovre militari ai confini russi o l’espulsione di 35 diplomatici di Mosca dagli Usa, avrebbero fatto saltare i nervi a Putin dando così inizio a uno scontro frontale e dunque anche a un impeachment intrinseco di Trump come agente del nemico. Questi vedono troppi telefilm e serie tv, si sono bevuti il cervello, sono diventati dei feroci dilettanti: chiunque si sarebbe accorto del trappolone e infatti il leader russo ha mantenuto una calma olimpica e invece di espellere a sua volta di diplomatici americani, li ha invitati alla festa di Capodanno nella Piazza rossa.
Intanto però la Cia si era sputtanata e non poteva lasciar cadere la cosa come se niente fosse anche perché questa volta avrebbe dato l’impressione di essersi ingerita in questioni interne cercando di favorire l’elezione della Clinton: così tre giorni fa e dopo due mesi e mezzo di inconsistenti rivelazioni e di imbarazzi ha presentato insieme a Nsa e Fbi un rapporto ufficiale e publico che è un vero scandalo visto che le accuse sul presunto hackeraggio di Putin vengono ribadite, ma ancora senza nemmeno uno straccio di prova mentre si appellano grottescamente solo al fatto che il capo del partito liberal democratico russo, Vladimir Žirinovskij , acerrimo nemico di Putin e uomo “americano” a tutto tondo, abbia detto che in Russia si sarebbe brindato per l’elezione di Trump o sottolinenado le critiche alla politica americana presenti sulla rete informativa russa Rt, tratte tuttavia da quelle pubblicate sugli stessi giornali Usa.
Siamo al delirio e di fronte a una tracotanza senza limiti che denuncia lo stato comatoso della democrazia americana: non si può rendere pubblico un rapporto, peraltro non firmato da nessuno in cui si dice in sostanza che è così, ma che le prove non possono essere fornite per questioni di sicurezza. Ed è per questo che il rapporto non ha convinto nessuno, nemmeno tra i partigiani più accesi della Clinton. Un supporter di Hillary e amico di John Podesta oltre che notissimo editorialista del New York Times e della CNBC, John Harwood ha lanciato un sondaggio fra i suoi centomila followers e su più di 65 mila risposte ha constato che solo il 17% crede in ciò che dicono i servizi contro l’83% che crede in Wikileaks. D’accordo non è un sondaggio rappresentativo, però si tratta di un risultato clamoroso visto l’ambiente in cui ha pescato.
Ma in realtà anche le reazioni dell’informazione mainstream sono state generalmente negative: il Daily Beast, tra i più grandi siti di informazione online degli Usa, tanto da aver inglobato anche Newsweek, dice che la Cia parla senza avere alcuna pezza di appoggio. E per evitare che si parli di post verità della rete dirò che l’editore di questo giornale online è stato in precedenza quello del Wall Street Journal. La NBCNews dal canto suo sostiene che “ci sono molti giudizi di valori, ma pochi fatti e nessuna prova tangibile nel rapporto sul presunto pirataggio russo”. E le stesse cose dicono il the Atlantic (forse la più antica e prestigiosa rivista americana essendo stata fondata nel 1857, da Emerson, Longfellow (traduttore della Divina Commedia in lingua inglese) e Lowell (fondatore a Boston del Circolo Dante), il Weekly Standard e molti altri. In realtà dentro questa vicenda, come dimostra anche l’assenza delle firme c’è molto di più: il complotto se così vogliamo dire di una parte di servizi che teme la decimazione con l’arrivo di Trump e che evidentemente ha collegamenti molto ampi con la zona grigia del potere tanto da tentare una sorta di golpe bianco. Del resto quando un presidente come Obama chiama alla direzione della maggiore centrale di intelligence di un tipo come John Brennan ideatore del trasferimento di terroristi o presunti tali, diciamo pure oppositori degli Usa, in Paesi dove avrebbero potuto essere torturati senza che sorgessero problemi, vuol dire che il marcio è già dilagato.
Se i servizi americani screditano così tanto il neopresidente,io non credo lo facciano solo perchè questi ha un indirizzo diverso per la politica estera, e quindi anche per i servizi.
Ci sarà anche questo ma non basta per arrivare a tanto, in fondo gli James Bond sanno di essere uno strumento, ed i servizi hanno i voltafaccia nel sangue
Credo che se i servizi screditano cosi tanto Trump invece di garantirne la sicurezza, allora ci deve essere uno scontro inaudito dentro la classe dirigente americana, per cui i servizi sentono una copertura da parte delle fazioni avverse a Trump e per questo si consentono di screditare il neopresidente
Evidentemente la lenta fine del potere e dell’egemonia a stelle e strisce provoca convulsioni tra le fazioni della classe dirigente Usa, le stesse fazioni potrebbero entrare in sinergia con lo scontento popolare ormai palese, magari da esse ulteriormente aizzato.
Probabilmente ne vedremo delle belle, robe anticipatrici di quanto potrebbe avvenire anche in europa se la crisi ed il peso dei cosiddetti populismi continueranno a crescere. Anche da noi si assiste in effetti ad un lento disfacimento, anche se la visione complottista immagina sempre il nemico forte ed invincibile.
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D’altronde gia all’oggi, la fazione europeista ed atlantista, da noi personificata da Napolitano, non sa più che pesci prendere dopo aver imposto vari governi di nominati, senza che questi governi riuscissero a stabilizzare la situazione. Per quanto riguarda i cosiddetti populismi, nulla emerge che sia all’altezza dei problemi, da noi fa testo il caso romano della Raggi
Quindi quello che è sicuro, e in merito qualcosa diceva anche Mr Simplicissimus qualche post fa, e che da noi ed ovunque, nessuna delle fazioni in gioco può realizzare l’obbiettivo di migliorare le nostre condizioni di vita ( quand’ anche alcune meritassero una certa benevolenza)
Troppo grandi le strutture che non si sa bene con cosa sostituire, troppo strutturate le filiere economiche e soprattutto politiche e geostrategiche che bisognerebbe ridisegnare.
Tornare all’Italia o alle nazioni della economia semichiusa? Allora si dovrebbe smembrare ogni industria nel frattempo divenuta internazionale, ogni banca ormai estremamente cresciuta e concentrata. Se no finiremmo dalla padella della globalizzazione capitalistica , alla brace del capitale concentrato e monopolistico troppo grande per una sola nazione (in italia sarebbe la dittatura della fiat e di qualche banca) ! E ‘ solo un esempio, e la soluzione è altrove, ma è per dare la dimensione dei problemi.
I vari movimenti 5 stelle, Marie Le Pen, Alternative fuer Deutschland, lo stesso Trump, non sono affatto attrezzati per qualcosa del genere, e tenterebbero i soliti compromessi che non cambiano niente. Che soprattutto non migliorano le nostre condizioni di vita
Qui deve crescere qualcosa dal basso, fosse anche solo per permeare il potere vero, le alternative populiste o neo- political correct non sono in grado di fermare il disfacimento. Alla lunga finirebbero solo per affossarci in una guerra tra fazioni, quand’anche avessero le migliori intenzioni. Come appunto sembra preannunciarsi negli Usa, la cui politica è ormai da basso impero.
La democrazia americana è ormai in stato comatoso, ostaggio di poteri che definire occulti e con obiettivi catastrofici è un eufemismo.
Ma cosa si può dire dei governi europei che permettono agli apprendisti stregoni americani di giocare alla guerra nucleare sul territorio del vecchio continente?
Le provocazioni statunitensi, comprese le ultime esercitazioni, sono talmente smaccate da far pensare che nelle menti bacate del complesso militar-finanziario americano vi sia non il desiderio, ma la masochistica determinazione di dar inizio ad un conflitto con una potenza nucleare come la Russia.
Per avere un’idea delle basi NATO che stringono la Russia da ogni parte vi linko questo articolo:
http://www.controinformazione.info/come-osano-i-russi-essere-cosi-vicino-alle-nostre-basi/