napolitano1In Italia la farsa è sempre dietro l’angolo, ma questa volta siamo al grottesco,. alla commedia dell’assurdo: il fronte del Si al referendum si spacca proprio sulle ragioni della manipolazione costituzionale, sulle chiacchiere pubbliche e sugli obiettivi inconfessabili. Davanti a Vespa gran sacerdote del verminaio italiano, il vero autore della cosiddetta riforma Boschi, presentata solo pro forma dalla majorette di governo, ha detto apertamente che le motivazioni addotte dal premier per indurre i cittadini a dirgli di Si, sono delle pure cazzate. L’emerito Napolitano ha fatto la pentola, ma non sa metterci il coperchio, anzi in quella tipica arroganza degli uomini grigi, dell’apparatnik sbalzato al vertice sembra quasi rabbioso di non poter chiaramente rivelare al popolo bue il movente reale che ha dato vita a questa demolizione costituzionale:  “Si vota quello che è scritto nella legge. Su quello si vota. E non si vota nemmeno per le motivazioni che il presidente del Consiglio dà liberamente di questa riforma. Io per esempio non ritengo affatto che si debba considerare uno dei motivi e uno degli obiettivi della riforma tagliare il numero dei parlamentari. L’obiettivo non è tagliare, come si dice un po’ assurdamente, le poltrone dei parlamentari. Perché se no qui arriviamo a delle conseguenze molto pericolose con questo tipo di argomentazioni. Io non condivido quelle motivazioni.

Capisco che l’ex presidente sia profondamente infastidito dal guappo di Rignano, ne tolleri solo la natura di utile burattino, ma non sopporti l’eterno atteggiamento da Lucignolo, tuttavia ciò che ha detto coram populo da Vespa è di una gravità inedita: quella che lui considera la “libera interpretazione ” renziana della riforma, non è un’opinione, è esattamente ciò che c’è scritto sulla scheda elettorale nella quale l’elemento del taglio dei senatori, sia pure in via indiretta, attraverso un presunto e truffaldino riferimento alla diminuzione dei costi parlamentari, assume un carattere centrale, aprendo la strada alle ” conseguenze molto pericolose” citate prima. Immagino che dentro un apparato di riforma che sottrae ai cittadini l’elezione di un ramo del Parlamento, le conseguenze non si riferiscano a una diminuzione della democrazia e della rappresentanza che sono invece messe in conto, anzi consustanziali, quanto al timore che in futuro possa venir ridotto il potere della “clasa discutidora” e affaradora, tanto per spagnoleggiare,  a cui si è ridotta la politica subalterna, incapace di esprimere altro che un cieco spirito elitario con tutte le conseguenze e le deviazioni del caso.

Insomma l’autore vero della riforma non dice solo che il premier utilizza argomenti impropri e pericolosi per spingere la riforma, ma indirettamente mostra che tali argomenti sono quelli che riguardano il quesito ufficiale sul quale gli elettori sono chiamati a pronunciarsi. Cose che solo nelle farse possono succedere. Tutto sarebbe molto più semplice se si dicesse apertamente che i presunti risparmi, peraltro gonfiati e moltiplicati per 10, anche ammesso che vi siano, la presunta maggiore velocità legislativa smentita dalle regole della stessa riforma che anzi rendono tutto il meccanismo più complicato, le virtù taumaturgiche dal cancro all’epatite sono una squallida e degradante recita: che la riforma serve a far contare meno i cittadini in nome di una governabilità mitizzata e sottratta alla democrazia , a permettere una legge elettorale prefascista che congeli ogni possibilità di opposizione concreta, a chiudere ogni strada di protesta efficace contro i poteri oligarchici e finanziari che promanano da Bruxelles. Così non vi sarebbero più contraddizioni: vogliamo una svolta autoritaria, ma vi diciamo qualunque fesseria pur di farvi dire di sì, perché vi freghiate con le vostre stesse mani.

Certo è patetico per non dire drammatico per la storia del  Paese  che il 90 enne Napolitano si voglia sottrarre con sdegno alle bugie infantili di Renzi, ai suoi argomenti da cabaret utili a nascondere i veri scopi della cosiddetta riforma, per rivendicare la sostanza autoritaria del suo progetto nemmeno esprimendola chiaramente, ma facendola apparire in bassorilievo dalla negazione degli scopi ufficiali: non sia mai che gli vengano sottratti i meriti. Ma può anche darsi che l’esternazione televisiva, rifletta nei modi paludati e imbarazzanti del personaggio la stessa confusione che regna là dove si puote, ovvero presso le oligarchie europee dove una parte degli uomini di comando ritiene che tutto sommato sia meglio in questo momento una bocciatura di una riforma che rischia, in questa fase particolare di spaccare il Paese e creare al potere reale più problemi di quanti non ne risolva nell’immediato. Brexit e Trump insegnano, anche se è un dolore dover rinunciare anche al massacro dell’articolo 67 nel quale al posto di: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo
di mandato” si è preferito rinunciare ad ogni collegamento al Paese cambiando in uno svelto twitter che dice: “I membri del Parlamento esercitano le loro funzioni
senza vincolo di mandato”. Quindi liberi da ogni rapporto di rappresentanza degli elettori, ma anche di rappresentanza dell’ Italia. Insomma onorevoli per cazzi propri.