finance-black-holeC’è una una bufala, anzi una post verità, secondo la dizione di un supermercato della cultura standardizzata come Oxford, che si fa strada in questi giorni e badate non nei siti complottisti, non fra i rettiliani, ma tra gli ambienti più reazionari e più renziani di governo, dunque anche sui media mainstream, secondo la quale se vincesse il No al referendum ci sarebbe una fuga di capitali. Naturalmente è una favola intanto perché i capitali da esportazione sono usciti da un bel pezzo e poi perché semmai vi fosse una correlazione fra le due cose sarebbe proprio una vittoria del sì con la conseguente svalutazione del Parlamento, della forza delle opposizioni e della necessità di consenso a preoccupare i piccoli e medi risparmiatori (la grande finanza è un’altra cosa) per possibili anzi quasi certe operazioni a tradimento sui conti correnti vista la situazione del sistema bancario italiano.

Però le balle e le disperate promesse di Renzi non sembrano aver avuto alcun effetto nel trascinare il consenso sulla manipolazione costituzionale: in parte perché ormai nessuno si fida dei pagherò del guappo pinocchietto, delle future elemosine ai pensionati o del ritocco di qualche euro del canone tv, in parte perché provvedimenti come la moratoria Equitalia a un esame ravvicinato diventa quasi nulla sia perché lascia fuori i piccoli debiti e per quelli più consistenti propone sconti inferiori a quelli che normalmente vengono strappati e comunque impone di pagare in sole 4 rateazioni. Un provvedimento per pochi che infatti nelle più rosee stime dovrebbe fruttare appena 2 miliardi. A risollevare i sondaggi non sono servite nemmeno le pacche di Obama sulle flaccide spalle dell’anglofilo di Rignano, né le conversioni del giullare Benigni e nemmeno la squallida farsa dell’ anti europeismo, del resto subito rientrata.  Insomma tutto un universo di post verità a cui  i grandi giornali, telegiornali e talk che le diffondono non hanno saputo resistere, salvo diluviare cazzate allo stato puro sull’ultima oxfordata col guanto. Dunque si tenta di alzare la posta con il noto, perenne ricatto finanziario, questa volta fabbricato in casa, dai rettiliani del Pd per vedere di spaventare la gente.

Così in un Paese che Renzi e i suoi precedenti compari di quiz, di merende e di bocciofile varie, hanno fatto di tutto per deindustrializzare, delocalizzare, asservire ai trattati di Berlino e alle volontà della finanza globale, in un glorioso fritto misto di cessioni di sovranità, perdita di intelligenza e di ruolo, massacri sociali di ogni tipo che hanno impoverito milioni di persone, ci si viene a raccontare che i capitali fuggirebbero per l’ eventuale vittoria del No (attenzione possibile, ma non certa, mai abbassare la guardia).  Nei salotti buoni si direbbe che hanno la faccia come il culo a cui facciamo le pubbliche scuse per questa improvvida denigrazione e ci possiamo fidare perché quella è gente che se intende. Il fatto è che questo ceto politico di straordinaria mediocrità assieme alla sua famelica clientela nemmeno si rende conto che siamo nel mezzo di una rivoluzione o quanto meno del tramonto di un paradigma che si è imposto da quarant’anni, ma che ora è entrato in crisi irreversibile in tutte le sue incarnazioni, Ue compresa: pensano di essere attori, ma sono mercenari, ritengono di preparare il futuro e sono solo gli autori di colpi di coda.