Succede alle volte che le bugie, il malgoverno o quello in conto terzi, in una parola l’incompetenza, la cialtroneria e la cattiva coscienza invece di costituire un ostacolo offrono delle paradossali scappatoie agli esecutivi. Se Renzi e i suoi ministri continuano a mentire sullo stato del Paese, se cianciano di pil e di lavoro come fossero a una gara per dilettanti, se tutti i conti non tornano e la crisi reale rischia di far saltare la riforma della costituzione e l’oligarchia prossima ventura, bé possono volgere a loro favore la situazione che essi stessi hanno creato, possono fare delle illusioni miserabili vendute al popolo la loro corazza. Succede infatti che tutte le previsioni di crescita siano saltate e il governo si trova in un disperato bisogno di soldi: allora ecco che poche settimane prima del referendum arriva dal ciel mandato una specie di piccolo scudo fiscale che pare tagliare un po’ di unghie ad una delle organizzazioni di strozzinaggio più odiate del Paese, ovvero Equitalia.
Visto che molti cittadini non sono assolutamente in grado pagare sanzioni e interessi gravosi che pesano su contenziosi anche minimi, che la quasi totalità è costretta a rateizzare e molti altri ancora contestano pagamenti in realtà non dovuti, ecco che dopo anni e anni di polemiche mai ascoltate il governo viene loro incontro per cercare di mettersi in tasca subito tutto ciò che può per far cassa e bastonare gli altri ancora di più dopo qualche mese: come in qualche regime sudamericano il governo ha deciso di cancellare solo temporaneamente interessi e more che mediamente costituiscono circa il 40 per cento del dovuto. A un patto però: che si paghi tutto il rimanente 60% in quattro rate, accettando la rinuncia ad ogni contestazione entro tre mesi dall’uscita del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale e facendo balenare lo spettro di samzioni an cora più severe per chi non si adegua nei tempi stabiliti. Così si ottengono due scopi: il primo è quello di mettere mano sul denaro fresco di chi ha la possibilità di evitare l’incubo Equitalia, senza dover attendere la goccia delle rateazioni di lungo corso, ma anche evitando i tempi lunghi e l’alea della giustizia nei numerosissimi casi di dispute legali per richieste illegittime, improprie, errate o discutibili che spesso rappresentano un vero e proprio vulnus della legalità, più che un’azione contro l’evasione fiscale. Tutte situazioni nelle quali si raggiungono accordi che di fatto prevedono già oggi sconti al 50 e passa per cento e dunque più favorevoli se si estrapolano le spese. Di fatto la cifra che si spera di incamerare con questo marchingegno è di gran lunga inferiore a quanto viene evaso normalmente e pacificamente dalle multinazionali che operano nel Paese. La seconda è quella di apparire come paladini del cittadino contro uno dei mostri della riscossione i cui criteri di azione sarebbero ritenuti illegali in molti paesi occidentali. Con una fava si raccoglie anche un consenso prezioso per le urne del referendum.
Naturalmente si tratta di una sorta di inganno che favorisce i furbacchioni dotati di soldi e si accanisce invece contro i poveracci in difficoltà: il provvedimento infatti non elimina affatto la parte cravattara di Equitalia, si limita semplicemente a metterla tra parentesi per tre mesi in modo ricattatorio, dopo di ché le cose andranno ancora peggio per chi abbia osato non dare soldi al guappo per coprire le sue bugie. Guappo che non rinuncia a mentire scimmiottando Berlusconi nella sua televisione privata “Cucù, Equitalia non c’è più”. Però l’inganno, il trucco non è facile da spiegare in termini semplici: l’effetto nelle urne ci sarà da parte di quel popolo di bottegai berlusconiani in cerca di partito che ragionano con le parti basse come fossero cani di Pavolv e chiedo scusa a questi ultimi. Ovvero quelli che si sono alimentati con la parte più bassa e grossolana del pensiero unico per cercare un alibi a se stessi. Gli altri, quelli che non concepiscono lo stato come un nemico e non si arrendono al fatto che lo sia diventato, rimangono cornuti e mazziati.
“quelli che non concepiscono lo stato come un nemico e non si arrendono al fatto che lo sia diventato”
a furia di passare ( tramite leggi porcata varie, cadute di governi con corruzione di parlamentari da parte di certuna opposizione, che taluni quando citano Berlusconi con la caduta e sostituzione con Monti, dimenticano sempre…)da un guappo all’altro, nelle istituzioni (s)governative, questo è avvenuto.
per dire:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/28/berlusconi-indagato-de-gregorio-mi-diede-tre-milioni-per-passare-con-lui/515581/
Anche qui occhio a non dare per morta Equitalia. Primo, i tempi del suo scioglimento non sono certi (e se non ricordo male gli storici enti inutili, pur in procinto di essere sciolti, rimanevano in vita ancora per qualcosa come 20 o 30 anni). Secondo, non costa proprio nulla prendere una costola dell’Agenzia delle Entrate e tramutarla nella nuova Equitalia. Oppure creare ex-novo una nuova Equitalia con il nome Riscossioni Giuste Spa. O magari delegare delle società private o delle banche a fare quello che faceva prima Equitalia.
Tanto per fare un esempio personale: da anni ricevo sia come privato che come azienda delle richieste di pagamento indifferentemente da Equitalia o dall’Agenzia delle Entrate. Sono comunque tutte cartelle pazze nel senso che segnalano inadempimenti che non sono mai avvenuti per cui basta una telefonata al mio commercialista e nel giro di poco tempo la cartella beneficerà del cosiddetto provvedimento di sgravio, ossia l’ammissione da parte del Fisco che le somme richieste non erano dovute. Intanto uno si è dovuto dare da fare e, giustamente, ricompensare anche il commercialista per la sua apprezzatissima prestazione.
Sono tempi d’oro anche per i commercialisti, chiaramente, e oltre a loro anche per sindacati e patronati di vario colore che hanno legittimamente approfittato dell’occasione d’oro che lo Stato offriva loro di aiutare i contribuenti, pensionati minimi compresi, trasformati dalla voluta caoticità degli interventi fiscali in materia di tassazione della casa e dei rifiuti urbani, da cittadini in grado di farsi da soli i propri conti con il Fisco a contribuenti che hanno bisogno di un’assistenza esterna a pagamento. Col che ora abbiamo due strutture parallele, i commercialisti e i CAF e non c’è più quasi nessuno che si faccia la dichiarazione dei redditi da solo.
Da notare però che i CAF utilizzano sostanzialmente dei software completamente automatizzati con degli accessi privilegiati alle banche dati del Fisco (il personale sa fare solo quello, non ha nessunissima preparazione in fatto di fiscalità). Se lo stesso software venisse dato gratuitamente ai cittadini, corredato da opportune istruzioni, anch’essi sarebbero probabilmente di nuovo in grado, nella maggior parte dei casi, di farsi la loro brava dichiarazione senza sbagliare. Ma così smetterebbe di prosperare il nuovo ghiotto mercato del non-fai-da-te fiscale che ha trasformato più o meno tutti gli italiani in clienti di servizi fiscali esterni, mercato che ha come precondizione il dilagare di tasse astruse e in perpetuo cambiamento su cose come la proprietà immobiliare, gli affitti, lo smaltimento dei rifiuti urbani e, in futuro, chissà quali altre cose ancora. Insomma, è un gioco di squadra. Ma la palla è il cittadino.
Aggiornamento in tempo reale tratto dalla newsletter, appena ricevuta, del sito di aggiornamenti giuridici e fiscali http://www.edotto.com:
“Il Dl Fiscale prevede all’articolo 1 che dal 1° luglio 2017 l’agente di riscossione Equitalia venga trasformato in un Ente pubblico economico. A partire da quella data, dunque, le società del Gruppo verranno sciolte e cancellate dal Registro imprese e l’attività di riscossione sarà svolta dall’ente strumentale denominato “Agenzia delle Entrate-Riscossione”. Con un decreto dell’Esecutivo, attesto entro il 30 aprile 2017, verrà fissato il nuovo statuto dell’ente e l’AD di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, sarà nominato commissario straordinario per gestire la fase transitoria.”
Ossia Equitalia non muore ma diventa un Ente pubblico economico (giusto per intendersi, la SIAE è un Ente pubblico economico!). Inoltre nasce un nuovo ente strumentale denominato Agenzia delle Entrate-Riscossione cui saranno delegate le funzioni in precedenza assolte da Equitalia. Non dirò “dalla padella alla brace” solo perché le braci rischiano di essere due, anziché una sola!
“anche per sindacati e patronati di vario colore che hanno legittimamente approfittato dell’occasione d’oro che lo Stato offriva loro di aiutare i contribuenti, pensionati minimi compresi, trasformati dalla voluta caoticità degli interventi fiscali ”
ecco cosa è divenuto realmente il sindacato dopo decenni di degrado della propria funzione primaria: la tutela dei diritti dei lavoratori.