renziventotenevertice10Chissà, magari qualcuno che legge questo blog si sarà chiesto perché consideri intollerabile e sospetta la campagna ossessiva e sguaiata contro la Raggi cui vengono dedicate più pagine di quelle dell’11 settembre. C’è un assessore forse indagato? Bene se ne chiedano le dimissioni, le esigano i giornali, si muovano i cinque stelle, ma costruire una massiccia offensiva politica su un peccato iniziale e tutto sommato veniale o almeno considerato tale in questa Italia è grottesco. Ricordo en passant che nella giunta Marino c’erano 4 assessori contemporaneamente “attenzionati” dalla magistratura, che in quella di Sala a Milano si è già dovuto dimettere un assessore e che lo stesso sindaco, ineffabile guida del disastro materiale ed etico dell’Expo,  è nel registro degli indagati per aver mentito nella sua autocertificazione, senza parlare degli stipendi d’oro e dell’affollamento famelico di leopoldini a Palazzo Marino. O che a Pistoia è indagata l’intera giunta in blocco.

Però non è la scandalosa disparità dei media a farmi malmostoso, quanto le ragioni di tutto questo che certo ha radici in questioni locali come l’accanita resistenza delle cupole di potere e magna magna della capitale, la paura del guappo di Rignano che ormai si attacca a qualunque cosa salvo che a quella giusta, ovvero il tram (penserei a un altra cosa però non si può dire) e last but not least la rabbia del famelico ambiente che vuole fare il pieno di denaro pubblico con le olimpiadi,  ma riflette la profonda e anzi mortale ostilità delle forze legate all’oligarchia europea contro qualsiasi cosa rischi di rompere le uova nel paniere del loro disegno reazionario. Un’ostilità che si incarognisce e assume forme grottesche via via che la realtà delle cose emerge dalla palude: non solo il fallimento dell’ideologia neo liberista, non solo il tralignamento dell’Europa da spazio di libertà possibile a seconda patria di banchieri, multinazionali e Nato, ma anche la volontà di farla finita con la democrazia, con le sue regole, le sue speranze, le sue tutele.

Tutti ricordiamo le profezie di sventura che venivano diffuse dagli aruspici dell’economia di Bruxelles e Berlino e megafonate ogni momento prima del brexit: se fosse passato avrebbe messo in ginocchio la Gran Bretagna, sarebbe stato come un bombardamento atomico. E invece il Paese ha ripreso fiato dopo l’uscita, la cosa che gli europoteri temevano davvero. Tutti abbiamo assistito ai giganteschi brogli in Austria in occasione delle elezioni presidenziali per far vincere il candidato europeista, peraltro iperliberista e apertamente reazionario, nonché anti russo per via di una famiglia molto attaccata alla croce uncinata. Un’operazione talmente estesa che alla fine è emersa costringendo a nuove elezioni: e ora che i sondaggi danno per assoluto perdente il personaggio di Bruxelles si cerca di far slittare la data delle nuove elezioni. Vediamo da vicino il tentativo da noi di deformare la Costituzione in senso autoritario e con un un sistema elettorale pre fascista, uno sforzo che rischia di essere vanificato dall’esaurirsi della favola bella della ripresa con cui si è cercato gli coglionare gli italiani. Abbiamo assistito al tentativo di orientare e distrarre l’opinione pubblica con il terrorismo la cui fiammata è semplicemente dovuta alla creazione di caos occidentale in medio oriente, senza però che la paura abbia la minima possibilità di far tornare in vita Hollande, la cui opera finale è stata solo quella di distruggere il partito socialista.

Insomma tutta la potenza di fuoco sta perdendo di efficacia, nell’intrico di contraddizioni, come dimostra la cocente sconfitta elettorale della Merkel in Meclemburgo. I tre uomini , Hollande, Renzi e Merkel (la cancelliera ha senz’altro più palle degli altri due) che dal ponte di una portaerei hanno festeggiato il manifesto di Ventotene, testo sacro dell’europeismo, sono tre appunto tre uomini in barca. Anche se hanno fatto bene a a festeggiare perché quel testo che evidentemente nessuno si è dato la pena di leggere e ancor meno di capire, inserendolo a scatola chiusa alla collezione di feticci, è il prologo a quanto è accaduto dopo. E’ la profezia dell’oggi anche se proiettato in un mondo del tutto trasformato. Non c’è dubbio che nella campagna contro la Raggi, oltre alle cause aristotelicamente efficienti,  ci sia un riflesso umorale di tutto questo: la volontà di colpire ad ogni costo ciò che non fa parte integrale della santa alleanza di Bruxelles, dei partiti amici e sicuri, degli apparati consenzienti, dei pescicani che fanno bottino in queste acque.

Sottolineare con forzature e bugie che la  generale e variegata opposizione al disegno derivi solo dalla xenofobia o dall’incompetenza (da che pulpito poi) , così come viene quotidianamente propagandato, è un argomento a doppio taglio perché  in ogni caso è il risultato della guerra tra poveri ovvero  uno degli strumenti principali del neo liberismo nella sua battaglia contro la democrazia e per la disugualianza. Strumento che riguarda gli individui portati a considerarsi come avversari, la divisione delle classi popolari e dunque anche l’immigrazione nella quale si toccano oltretutto corde ancestrali. Si raccoglie solo ciò che si è seminato.