Anna Lombroso per il Simplicissimus
Sarebbe ora di smascherare una volta per tutte la straordinaria capacità di comunicatori di Renzi e della sua cerchia: sparate, annunci, retorica, bugie, falsificazioni, omissioni, esagerazioni sono potenti solo in presenza di un pubblico che se le beve, solo presso un’audience di babbei creduloni che vogliono a tutti i costi farsi prendere per i fondelli. Che prima hanno dato credito ai silenziatori, quelli che hanno raccomandato di astenersi da giudizi, dubbi, preoccupazioni, esercizi mnemonici a proposito del recente passato, per dedicarsi interamente all’elaborazione del lutto, alla muta pietas, perché pare debba vigere un bon ton delle catastrofi che impone la morigerata continenza di logica, ragione, critica, soprattutto se quest’ultima potrebbe avere l’effetto di disturbare manovratori e decisori.
E adesso si beano del consiglio non disinteressato di affidare in regime di delega la fattiva ricostruzione a gente “pratica”, di fiducia del governo a cominciare dai magistrati, ormai largamente impiegati per aggiungere un pizzico di legalità a cerchie di impresentabili, chiamati a fare da spaventapasseri per scoraggiare incursioni troppo smaniose o troppo esplicite di rapaci, incaricati di dare una ripulita, anzi un camouflage a speculazioni e operazioni opache già avviate. Ma molto meno caldeggiati e incoraggiati nello svolgimento delle loro funzioni: che quando si mettono in testa di fare davvero i pm, i giudici, in sede giudiziaria o amministrativa, allora pare venga fuori quella vena disfattista, irriverente, nichilista, insomma “rossa”.
Da ieri la soluzione per contrastare la penetrazione della criminalità, l’invadenza del malaffare, l’egemonia della corruzione e della speculazione più velenosa è nelle mani, tanto per fare un esempio, del procuratore antimafia che ci rassicura: non si ripeterà lo scandalo Irpinia, dimenticando quello dell’Aquila, oltre al particolare non trascurabile che l’ultimo appalto per la scuola di Amatrice era stato dato a un consorzio di ditte sotto inchiesta nel capoluogo abruzzese, e, che, tanto per fornire una informazione in più è stato attivo nella realizzazione delle fondamenta dell’Expo. E del presidente dell’Anac Cantone, che con spericolata protervia sostiene che il modello cui guardare per la ricostruzione del Centro Italia deve essere l’Expo.
Di primo acchito uno spera che sia un modello sì, ma da evitare, invece no, invece viene indicato come caso di successo. Malgrado sia stato un grande evento inutile e fallimentare, malgrado sia stato oggetto del desiderio, della cupidigia e dei traffici di varie tipologie criminali, malgrado abbia esercitato una pressione sconsiderata su territorio e risorse, malgrado intere investite da pratiche “lucrose” siano regredite a terra di nessuno in offerta a speculatori e predoni, malgrado, come avviene per Olimpiadi e Giochi e Luna Park affini, infrastrutture vere o di cartapesta, sussistano come monumenti a futura memoria innalzati per celebrare megalomania e malaffare, malgrado la kermesse ad uso di pizzicagnoli istituzionali e velenose multinazionali abbia finito per imbandire una tavola sì. Ma per commemorare il lavoro, convertito in volontariato della servitù, per soddisfare gli appetiti di varie imprese diversamente o esplicitamente mafiose, alcune delle quali, malgrado l’adoperarsi del Commissario convinto ancora che Milano sia la capitale morale, hanno continuato a far parte sia pure inquisite, sia pure in odore di corruzione, sia pure in odore di mafia, delle cordate che si erano aggiudicate appalti sbrigativi e emergenziali.
Purtroppo i format replicabili ci sono, eccome e tutti negativi. Se alacri malviventi di imprese attive nel Consorzio Venezia Nuova, l’esemplare più perfetto di una emergenza dilatata e gonfiata per legittimare potrei speciali, leggi eccezionali, deroghe diventate norma, e malgrado inchieste troppo lunghe, detenzioni troppo brevi, tempi di prescrizione complici, fanno brillantemente parte di cordate e associazioni impegnate nelle alte velocità, nelle Grandi Opere di Incalza, nelle Vie d’Acqua, nei Nodi Ferroviari, nella Salerno- Reggio, nei Passanti, nelle Metropolitane, con i soliti sospetti che girano di appalto in appalto, di progetto in progetto, come comparse, prestanome, burattini o burattinai, entrando e uscendo di galera, omaggiando orologi, consulenze, strenne, intercettati, ascoltati, derisi, ma sempre là, in odore di complicità inquietanti come in sentore di alte protezioni. E se è ormai sempre più labile il confine che separerebbe un’economia “legale” – quella appunto dei soliti sospetti onnipresenti in ogni aggiudicazione, in ogni banca che propone alle sue vittime fondi avvelenati e derivati tossici, nelle parole di un manager che oscenamente richiama all’imperativo morale di agire con coscienza, ma anche in un governo che dopo una erogazione di 1 miliardo il primo anno per la ricostruzione dell’Aquila, dal terzi al quinto non ha trasmesso il becco di un quattrino, o che, in ottemperanza alla legge del 2009, che prevede l’erogazione di un miliardo in dieci anni, ha stanziato per il 2016 la cifra irrisoria di 44 milioni mentre lo Sblocca Italia, gioiello del renzismo assegna 3,9 miliardi in cinque anni alle Grandi Opere, e l’autostrada Orte-Mestre dovrebbe costare 10 miliardi (2,5 già stanziati) – da quella esplicitamente criminale delle mafie.
C’è poco da fidarsi, se questo terremoto viene quarant’anni dopo quello del Friuli e 36 dopo quello della Basilicata e della Campania e come se non si fossero mai verificati, se nulla è stato fatto per prevenire i rischi, se lo smantellamento della rete di vigilanza e controllo ha messo nelle mani delle imprese facoltà arbitrarie e discrezionali, competenze tecniche esclusive, la possibilità di affidamento di incarichi progettuali e perfino peritali a cerchie “familiari” e clientelari, se i soggetti abilitati all’accertamento dei danni sono gli stessi incaricati della verifica dei lavori, comprese quelle sottoposte a indagine giudiziaria, se a differenza di quello che succede quando si restaura un appartamento, nelle opere pubbliche il vero business consiste nello sforare il budget, nell’allungare i tempi di realizzazione, nell’intervenire sul progetto con varianti e aggiustamenti profittevoli.
Allora è meglio, invece di delegare, essere presenti, parlare, gridare, denunciare, imporre l’osservanza delle regole di accesso alle informazioni e il rispetto delle leggi sulla valutazione di impatto, sugli appalti, sullo snellimento della burocrazia, che non sia solo aggiramento licenzioso. Se non possiamo sperare di battere la collera della terra che trema, dobbiamo voler fare tutto l’umanamente possibile perché non l’abbiano vinta, la sua furia e chi se ne approfitta, sulle nostre vite, le nostre memorie, la bellezza dei nostri luoghi.
Un articolo di alcuni anni fa, che contiene alcuni suggerimenti di esperti in costruzioni antisismiche, sicuramente poco ascoltati, vista l’irrefrenabile tendenza italica a costruire con tecniche obsolete anche in zone sismiche:
“Un terremoto di grado 7, nell’Appennino meridionale provocherebbe tra i 5 e gli 11mila morti, in Giappone 50. Un sisma ancora più violento (intensità 7,5) in Calabria causerebbe tra le 15 e le 32mila vittime, appena 400 in una città densamente popolata come Tokyo.
A fare la stima dei possibili danni di un identico sisma in Italia o in Giappone è uno studio di Alessandro Martelli, che insegna “costruzioni in zona sismica” all’università di Ferrara, dirige la sezione “prevenzione rischi naturali” all’Enea ed è presidente dell’Associazione nazionale di ingegneria sismica. “In Giappone un terremoto come quello dell’Aquila non sarebbe neanche finito sul giornale” dice. “E invece da noi l’applicazione della legge che impone criteri antisismici per gli edifici di nuova costruzione viene rimandata in continuazione”.
Il “segreto” del Giappone (ma anche di California, Messico, Turchia, Nuova Zelanda) sta in tecnologie come i cuscinetti antisismici disposti alla base degli edifici, l’uso di acciai molto più elastici del normale, la fibra di carbonio che avvolge i pilastri e li rende più resistenti alle fratture, apparecchi detti “dissipatori” che assomigliano agli ammortizzatori di un auto e vengono disposti tra un piano e l’altro degli edifici più a rischio.
“Non esiste terremoto in grado di far crollare un palazzo costruito adottando tutti i dispositivi dell’ingegneria antisismica” sottolinea Rui Pinho, che insegna meccanica strutturale all’università di Pavia ed è responsabile del settore rischio sismico all’European Centre for training and research in earthquake engineering. “Lo provano i casi di California e Giappone, dove sismi molto potenti provocano danni limitati”.
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/terremoto-nord-roma-1/giappone-case/giappone-case.html?refresh_ce
Infatti i giapponesi discendono, letteralmente, dalle Pleiadi diversamente da altre etnie ibridate terrestriforme. Se un Giampi Giuliani ha ragione, circa lo sciame sismico, evidente che c’è un disegno perché si continui con il mantra infernale dell non prevedibilità. Infatti andrebbe a casa Vaticano Spa e con esso tutta la “Scienza” con maiuscola per gli amici degli amici. Strano poi che si passano per “fanciullatte” i sintomi avvertiti al sopraggiungere di un sisma, da quelli stessi animali (nel caso cani) utili a babbo morto al ritrovamento sotto le macerie! Mo sì mo no.
Ps. Mentre a Roma si discute…poco fa e ne ricordavamo nel post precedente, Rai 1 mandava in onda il terremoto Basilicata-Irpinia e le incazzature di Pertini presidente, sue sfuriate (incredibile altro che il pupazzo Mattarella) contro l’allora ministro degli Interni (non esisteva ancora la sProtezione civile) Rognoni, e la macchina dei soccorsi.
Evidentemente le Haarp e il Muos di Misceli sono Cosa Nostra, e si son date da fare per un altro sisma artificiale (Gianni Lanes Terramuta Ed. Pellegrino) . E chissà se in Rete non si riesca a trovarne tracciati, cosa non impossibile, come in altre occasioni è accaduto.
Pss. MediaRai, come da copione dell’Aquila, adesso manda in onda il capretto espiatorio, della scuola abbattuta dalle onde sismiche, oggetto quattro anni fa d’interventi. Siamo oltre le tragicomiche di una Magistratura collusa, a dir poco, e adesso si preoccupa del cemento (non) utilizzato! Post mortem come la scuola di San Giuliano di Puglia! E morisse mai il figlio di un amico degli amici, o nel caso recente di Renzi et affini! Strano destino cinico, classista e baro, meglio in bara!
Cantone chi? Un tot a chilogrammo di legalità, ma ci faccia il piacere! E poi con quel viso…nomina sunt consequentia rerum. Fisiognomica docet.
In una società detta “civile” a queste cose dovrebbero pensare i pennivendoli taragati, nientemeno che giornalisti che refuso non è. Quindi solo tangete il caso Renzi Maria Elena Banka Etruira a corredo, quando il giorno prima il Berlusconi, e del sisma Basilicata-Irpinia del Friuli e del Belice, “non vi lasceremo soli” sette anni addietro (chi ricorda lo spottone del G8 e proprio all’Aquila?). E si ricorda ancora le sfuriate di Pertini del sisma basilicata-Irpinai, che venne incazzato nero a Potenza: ero a due metri di distanza e invece di infilare il portone del Comune andò contrario verso l’edicola del Santo Patrono, poi qualcuno lo richiamò e nell’entrare in Municipio sbatté tanto il portone che caddero dei calcinacci: mitico Presidente!
Quindi storia vecchia, da colonia (qualcuno ricordi la resa dell’8 settembre ’43) e senza nessuno che fa le pulci. Oddio un giornalista serio c’è e si chiama Gianni Lanes che ha pubblictao “Terramuta” o dei sismi artificiali passati per “naturali”, tiene conferenze e yotube è pieno di suoi interventi. Peccato che una rondine non fa Primavera, però però…
Ps. Se Bertolaso dell’Aquila, intercettato e audibile ancora su Youtube, con i Boschi et simila sono stati prosciolti perché la “scienza non si condanna” e meno male che l’unico iscritto sul registro degli indagati era Giampaolo Giuliani, mica quelli che nottetempo avvertirono di evacuare la Questura aquilana…roba da Sant’Inquisizione! Eppure papabile sindaco in Roma via Berlusconi (!) il Bertolaso (sempre quello e dei massaggi thailandesi…) non ha suscitato, chessò, manco un vaffa…ma di cosa si scrive? Dell’istoriola di Renzi per tirare la volata al Trilatreal Di Majo ridens? Su Lombroso sia seria che il giochino è smaccato!
Giuliani: ”Maturi i tempi per terremoto Avezzano, ma ora non parlo più’…’
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/giuliani-maturi-i-tempi-per-terremoto-ad-avezzano-ma-ora-non-parlo-piu-/608210-365/
Ps. Gianni Lanes/Su la Testa mostra due fotografie dell’ora del sisma ad Amatrice e l’Aquila: stesso orario, come già in:
http://www.manunzio.it/edizione_straordinaria_geoingegneria_clandestina-d6367
“E adesso si beano del consiglio non disinteressato di affidare in regime di delega la fattiva ricostruzione a gente “pratica”, di fiducia del governo a cominciare dai magistrati, ormai largamente impiegati per aggiungere un pizzico di legalità a cerchie di impresentabili, chiamati a fare da spaventapasseri per scoraggiare incursioni troppo smaniose o troppo esplicite di rapaci, incaricati di dare una ripulita, anzi un camouflage a speculazioni e operazioni opache già avviate. Ma molto meno caldeggiati e incoraggiati nello svolgimento delle loro funzioni: che quando si mettono in testa di fare davvero i pm, i giudici, in sede giudiziaria o amministrativa, allora pare venga fuori quella vena disfattista, irriverente, nichilista, insomma “rossa”.”
un pizzico di legalità…
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=97697
“Che prima hanno dato credito ai silenziatori, quelli che hanno raccomandato di astenersi da giudizi, dubbi, preoccupazioni, esercizi mnemonici a proposito del recente passato, per dedicarsi interamente all’elaborazione del lutto, alla muta pietas, perché pare debba vigere un bon ton delle catastrofi che impone la morigerata continenza di logica, ragione, critica, soprattutto se quest’ultima potrebbe avere l’effetto di disturbare manovratori e decisori.”
é un po’ come quando si parla di diritti dei lavoratori, e delle omissioni, incuranze se non proprio collusioni con il padronato del sindacato, che sembra sempre più giallo… una vera catastrofe, un cataclisma.