Anna Lombroso per il Simplicissimus
Ormai ogni accadimento che ci vogliono far vivere come un accidente “naturale”, un prezzo fisiologico da scontare per la nostra hybris di popoli viziati da immeritato benessere, un sacrificio dopo troppi pranzi di gala con un ricco menu di garanzie, libertà, sicurezza, è seguito da un coro di inviti al pensoso silenzio, di raccomandazioni a elaborare in muto raccoglimento il lutto collettivo, a osservare una taciturna astinenza dal pensare, dal capire, dall’interrogarsi.
Pare sia doveroso piangere sommessamente, ricondurre tragedie collettive in un ambito privato e personale, quello della pietas, quello della paura che il “cataclisma” prossimo ci colpisca direttamente, per via dell’egocentrismo e dell’egoismo che pare siano corredo irrinunciabile della civiltà occidentale.
Se ammazzano degli imprenditori a Dacca pare sia blasfemo chiedersi come mai le nostre aziende piccole e grandi scelgano di “investire” là dove i salari sono più bassi, dove ci sono ancora meno garanzie che da noi, dove i genitori mandano a lavorare figli minori, preferiti dal “mercato” perché costano meno e non protestano, dove non si rispettano regole di sicurezza.
Se si scontrano due treni in un sud negletto e discriminato, è obbligatorio tacitare il dietrismo, astenersi dall’assimilare a atti di terrorismo il condannare a probabile morte i cittadini per alimentare profitti e speculazioni, preferendo la commiserazione in attesa dei risultati di una commissione d’inchiesta, delle compunte audizioni dei ministri fino al catartico taglio di nastri di un premier che inaugura reiteratamente binari e bretelle.
Figuriamoci poi se un fanatico disturbato, tenuto d’occhio dalla polizia per numerosi precedenti, come d’altra parte tutti gli autori degli attentati francesi, fa irruzione sulla scena pacifica di una festa paesana, conducendo a tutta velocità un camion frigorifero col quale ha superato i controlli: devo consegnare i gelati, avrebbe detto, e abbattendo giovani, vecchi, bambini che guardano i fuochi artificiali.
A costo di passare per complottisti non può non suonare sospetto il richiamo al silenzioso raccoglimento, alla doverosa supremazia delle emozioni, in modo che pretese infami di comprensione, riflessione, spiegazione vengano represse e condannate come sciacallaggio impudente e impunito.
È perfino banale pensare che la raccomandazione al compianto e alla dimissione da pensiero e ragione non sia altro che una pretesa di innocenza di quello strapotere che ha provocato la guerra per legittimarla, che ha imposto una concezione manichea polarizzando il confronto tra Bene assoluto e Male assoluto, tra Amico e Nemico, superando addirittura la fase nella quale si accreditava lo scontro tra civiltà, per asserire definitivamente che si tratta di una lotta contro l’unica civiltà, sicché possano essere rimosse, grazie alla riconquista catartica di una infantile integrità, colpe, responsabilità, imprese belliche di conquista e sfruttamento, esportazioni di quella democrazia ormai nemmeno più quantitativa che assimila sultani, nominati, purchè si sottopongano malvolentieri a liturgie elettorali di carattere notarile e confermativo.
E come non sospettare che sia strumentale a funzionale al l’uso di rubricare sotto la categoria di terrorismo – già attivo o in divenire – ogni fenomeno compresi i movimenti di opposizione critica al sistema vigente, in modo da alimentare diffidenza, e per permettere esclusione, repressione, rifiuto di chi non può che essere un potenziale nemico, non può che appartenere alle geografie della barbarie, congenita alla stessa religione mussulmana, per sua stessa essenza connaturata con la violenza, la barbarie e l’irrazionalità, è refrattaria alla ragione e inadatta a una società civile. E come non pensare che aiuti a offuscare di lacrime di coccodrillo lo sguardo per distoglierlo dalle soluzioni finali europee, dai muri, dalle riduzioni di libertà e circolazione, dalle misure eccezionali rese ineluttabili dall’emergenza rappresentata da ondate di potenziali fanatici, dalla loro presenza in casa, mantenuta sapientemente anche quando è esplicito il comportamento trasgressivo, per legittimare carceri disumane, per rendere visibile e osceno il bubbone dell’irregolarità, sottolineandone il carattere parassitario e illegale.
Ma se i regimi peccano del vizio della pretesa di innocenza, nei popoli sempre più ridotti a massa, a gente, si diffonde la pretesa di estraneità, quella che permette di chiamarsi fuori, di rigenerare il mito illusorio di una società civile proba e incolpevole rispetto a un ceto dirigente reo di ogni nequizia e affetto da ogni vizio. Quel silenzio raccomandabile diventa un invito a astenersi, una sollecitazione alla delega e una assunzione di irresponsabilità, che trasforma in inevitabile effetto secondario di scelte decise in alto il razzismo, il fascismo, l’egoismo, la sopraffazione. Ma anche la sopportazione senza ribellione dell’esproprio di diritti e conquiste, l’assoldamento in eserciti di sfruttati e schiavi in cambio di una imitazione dei benessere, la limitazione di libertà la cui rinuncia dovrebbe garantire ordine e sicurezza, la riduzione di democrazia, che deve assicurare la loro “governabilità”.
Non sarà il pianto per le vittime a renderci incolpevoli di aver accettato di esserlo anche noi.
“Se ammazzano degli imprenditori a Dacca pare sia blasfemo chiedersi come mai le nostre aziende…”. Sono andato a rivedere il suo post “Morti di moda, morti per moda” e nei commenti nessuno l’ha accusata di blasfemia. Anzi, è stata ribloggata da un paio ed ha ricevuto lusinghieri commenti da un altro paio. Non è che le piace la parte della martire? Magari solo un pochino…
non è che lei è affetto da decodificazione ottimistica? non parlavo tanto del mio post, che per la verità su Fb è stato piuttosto criticato, ma di molte sortite e riflessioni sul tema, accusate di cinismo e intempestività
E’ privo di logica grammaticale e peggio ancora di contenuto: che significa?
Non trovo il corrispettivo nei commenti: che accade? Fatto salvo che l’occasione è ghiotta per certuni stile Blondet, sul Sud. Il nazifascismo a base Lombroso alberga dopo cent’anni e più; senza il senso del ridicolo. E del falso storico. Onore ai caduti ferroviaria di Puglia, della Strategia della tensione che avrà il suo acme sotto sotto il colpo di Stato (referendum) non turco ma italiota, a firma del giglio magico che non è sudista!
Lo squasso delle menti è la cifra esatta del bipede, alcuni: la maggioranza catodizzata.
Basta allora mettere in croce, ecco, quello che Stampa&Regime non intende dire (beluina-mente) in quanto parte importantissima della Strategia della tensione a scala planetaria.
Basterebbe, chessò, un qualche fotogramma tipo quei film d’azione dove dall’alto (penso a Pochi secondi dall’impatto) si calano sul mezzo sottostante e mettono fine, o ci provano. Il Tir usato è esilarante nel suo dramma, quando sarebbe bastato un’autobomba libanese! E poi i “nostri” hanno sparato nelle gomme? Una macchina come nei serial, ecco, amerikani (k come killer Hollande che ti viene in mente sul conflitto ebraico-palestinese, e strizzate d’occhio alla Russia) si è messa di traverso per provarci a fermare il Tir (Terrorizzo Imbelli Renitenti)?
Possibile che Cia&Mossad si è ridotta a queste sceneggiate d’infimo grado? E dove siamo arrivati! Buona la prima…va.
Ps. Basterebbe dopo il commento metterci dei link dove la “stessa” scena criminis la si guarda da altre angolazione, poi il teledipendente sceglie il canale…mica gli puoi sparare in testa, vuota naturalmente.