Renzi1Davvero non ci posso credere, sto sognando e fra qualche minuto mi sveglierò, il mondo tornerà normale e non sarà più la parte convessa di un insetto, tanto per invertire Kafka. Macchè invece, la luce penetra dalle finestre, si spande l’odore del caffè, ma l’incredibile sogno non va via, si palesa come la realtà, una realtà dadista che supera ogni immaginazione: voi non ci crederete ma a questo mondo c’è anche chi si preoccupa per il declino di Renzi e si domanda ansiosa e preoccupata, “ma senza di lui chi abbiamo?”. L’interrogativo meriterebbe l’intervento del dottor Freud perché solo una nevrosi può portare a temere la sostituzione di un asino cotto, come si diceva quando ero bambino e della sua banda di assoluti dilettanti oltrettutto bugiardi e cialtroni come e peggio di lui .

Il livello è talmente basso, è così alto il ridicolo che suscita ovunque faccia la sua comparsa con lo  smartphone in mano perché qualcuno gli spieghi cosa stanno dicendo e cosa deve dire, così nauseabondo il suo sfacciato clientelismo e la tracotanza da padroncino ottuso, così palese il fatto che è solo un attor giovane messo lì a garantire le volontà delle oligarchie di potere, che davvero l’ultimo problema è quello di chi lo può sostituire: anche scegliendo a caso con una lotteria ci sono  più probabilità di trovarne uno migliore che peggiore.   E’ assolutamente evidente che il problema non è l’interpretazione di Renzi o di chiunque altro, ma il copione politico che deve recitare e tuttavia una parte forse minoritaria dell’opinione pubblica, è talmente paralizzata dalla paura del domani da accettare quasiasi status quo, persino il più deprimente e qualunque fondo di barile.

Del resto Renzi è vittima dell’ottusità e del servilismo con le quali ha firmato le regole bancarie europee che adesso lo stanno affossando: lui e i suoi consigliori non hanno avuto il minimo sentore che si trattava di una trappola per papparsi in un boccone il sistema bancario italiano, ma in ogni caso hanno firmato cose che non erano sostenibili, pensando con la mentalità da guappo italiota abituato alle merende, che poi ci si sarebbe messi d’accordo con Bruxelles. Non è così e ora dobbiamo sopportare una Germania che prima di quegli accordi  ha speso 500 miliardi di soldi pubblici per salvare le sue banche e ci nega di poterne garantire 40. Una Germania che ha nella Deutsche Bank la maggiore detentrice mondiale di titoli spazzatura (il 13%, pari quasi al pil mondiale), praticamente una bomba atomica innescata e ci fa no no col ditino per i nostri 300 miliardi di crediti in sofferenza molti dei quali coperti da garanzie immobiliari.  Ben gli sta allora se il suo zoccolo di consenso si sta sgretolando dopo lo scandalo in casa di banca Etruria, con il terrore del bail in e se la razza padrona che lo ha imposto al Paese oggi teme di perdere con le banche la sua filiera di potere e di opacità.

Questo per non parlare dell’Italicum che adesso vuole in parte rimangiarsi, ma che è la replica della fascistissima legge Acerbo e dell’affronto alla Costituzione manipolata creando un pasticcio ignobile, per non parlare del job act che è una presa per il sedere fatta ai giovani e ai lavoratori, per non parlare delle pensioni o delle promesse non mantenute, della corruzione che sembra aleggiare sul governo e sui suoi ministri, della evidente incapacità di affrontare qualsiasi problema se non nella cornice dello scambio e della clientela. Ora mi chiedo come sia possibile che qualcuno, al di fuori della cerchia dei beneficiati, possa temere per la dipartita di un simile cazzaro, specie se essa è voluta dagli stessi che ne hanno finanziato e sostenuto l’ascesa, dunque con la garanzia che nulla cambierà qualsiasi sia il volto che il palazzo sceglierà. A questo punto non si tratta più di politica, ma di crisi d’ansia, di catatonia giunta a tal punto che qualsiasi cambiamento provoca incertezza e angoscia patologica. Perché è evidente che siamo sempre più trascinati nei guai da una razza padrona fallimentare, vorace e ignara di ogni etica che oltrettutto si è fatta incastrare in un meccanismo perverso. Altro che Renzi, che è solo un particolare di scena, sia pure repellente,  è tutto questo che bisognerebbe cambiare.