Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ve la ricordate “ Trovate le differenze” della Settimana Enigmistica?

Viene buona per trovare in cosa è diverso il malaffare di Tangentopoli dai verminai contemporanei.  Sicuramente sono più infami  poiché si accaniscono sul corpaccione sfinito di un Paese più povero e demoralizzato.  Sicuramente sono più sfrontati.  Sicuramente sono più espliciti, più sfacciati, più protervi perché gli attori diventano più avidi quando sentono mancare la terra sotto i piedi, temono che la pacchia possa finire,  di venir travolti con i loro appetiti inestinguibili dalla frana rovinosa, di dover raggranellare qualcosa in previsione di tempi bui, quando avranno perso potere, rendite di posizione, privilegi e benefits.

Sicuramente sono stati più spericolati grazie alla impunità garantita loro addirittura dalle leggi che ne hanno stabilito una immunità castale, da una stampa moralizzatrice ad intermittenza, da una “società” civile solo fino alla porta di casa, dove clientelismo, familismo, favoritismo privati vengono concepiti come arma di difesa dalla sopraffazione “pubblica”, dove l’indulgenza viene promossa a virtù in considerazione del “così fan tutti”, della liberalizzazione della furbizia e dell’egoismo. Hanno potuto osare di più perché l’etica è stata retrocessa a moralismo, perché il richiamo all’onestà è stato interpretato come ingenuo slogan propagandistico di una opposizione poco esperta delle cose di mondo e della quale si attende voluttuosamente, alla prova dei fatti, la inevitabile mutazione e le fisiologiche patologie “professionali “.

Sono le leggi della realpolitik che “condannerebbe” i suoi addetti al compromesso, alla tolleranza del male e alla derisione del bene. Infatti oggi ancora più della patetica autodifesa dei protagonisti della Pizzalfano connection, con ancora un babbo che approfitta delle fortune di un rampollo per perorare la causa di 80 famigli da assumere, con altri esperti in informatica che usano la strumentazione del governo per una security privata da impiegare per monitorare l’attività di procure invise, con ancora un fratello furbetto che grazia al quartierino dei soci occulti del ministro trova una provvidenziale collocazione come postino eccellente, con altre aspirazioni all’ingresso in pompa magna nel “magnamagna” degli appalti delle grandi e piccole opere, mentre si schiude, con incerta tempestività dopo l’elezione del “presentabile”  commissario fatto sindaco,  il panorama della cornucopia delle grandi occasioni dell’Expo, colpisce l’intemerata solidarietà dei soci di maggioranza al governo.

A fronte di un Renzi più cauto, i suoi scherani sono schierati in talkshow e interviste nella generosa lotta al giustizialismo, folgorati dalla rivelazione del vero garantismo doc. più che ai tempi della rottamazione. Ve li ricordate?  «Il punto centrale è quello di garantire che chi viene condannato per corruzione poi non abbia la possibilità, magari 20 anni dopo, di occuparsi della cosa pubblica. Quindi la mia proposta del Daspo  per politici e imprenditori è il senso dell’operazione», Renzi il 5 giugno 2014. Sempre lui, 5 novembre 2011: «è assurdo che un bidello non può lavorare se non ha la fedina penale pulita mentre un politico con la fedina penale sporca può essere eletto». E poi: «Fossi segretario del Pd avrei chiesto le dimissioni della ministra  Anna Maria Cancellieri». E come dimenticare la “liquidazione” del Cavaliere: «In un qualsiasi Paese civile, un leader che viene condannato in via definitiva va a casa lui, senza aspettare che venga interdetto» (30 agosto 2013). E l’11 settembre dello stesso anno a Porta a Porta: «game over per il condannato».

Invece adesso eccoli tutti a pescare nella cassetta degli attrezzi o nelle Hermes dei frequentatori delle cene eleganti.

Fango a orologeria, riuso mediatico di scarti di vecchie inchieste!  Devono proprio essere in ritardo i loro Rolex regalati da  sceicchi e imprenditori beneficati, perché, se tutto si sapeva già, come mai un ministro già oggetto di indagini e sospetti, dal caso Shalabaieva  alla gestione del Cara, non è stato toccato, non gli si è chiesto conto di amicizie opache, di assunzioni discutibili, di parentele invadenti?

C’è un uso politico delle intercettazioni! E contro chi da ministro ne ha chiesto una regolamentazione! Sarà anche un “uso politico”, ma ci sono, come ci sono personaggi oscuri che vantano corsie preferenziali e confermano di scambi di favori e occhi di riguardo, tanto in confidenza con la dinastia del Viminale da potersi permettere uno sconticino sulle regalie.

I magistrati rossi si sono avvalsi delle affermazioni di affaristi dubbi che ostentano intimità non confermate con un politico e la sua cerchia! Sarà “politico” dunque anche l’arresto dell’uomo di fiducia, o quello del Pizza, meglio del gangster di Balle Spaziali, ritenuto il coordinatore di una vera e propria associazione a delinquere che pilotava appalti e nomine? Saranno “politiche” anche le rivelazioni sulle aspirazioni degli esperti informatici della cricca alla mozzarella che puntava al software delle procure per monitorare indagini e inchieste?

Manca solo che dicano che la macchina del fango oltre che su utili idioti, voglia schizzare sul “rinnovamento” di Poste italiane, ree dell’assunzione dello junior. State tranquilli, questo brutto film, meno esilarante della parodia noir di Mel Brooks e più realistico di uno di Rosi sulle mani sporche della Balena Bianca, ci sta per regalare anche questa perla. Altrimenti che complotto sarebbe?