1984_o-638x425Certo che l’Italia è uno strano Paese: permette di costruire sacrari a uno dei più noti boia fascisti, Graziani, la cui ferocia è stata seconda solo alla sua cialtroneria ; consente  ogni “ricostituzione” alla luce della noncuranza e dei cavilli; aiuta sottobanco le organizzazioni che si ispirano apertamente al ventennio attraverso una rete che si estende dalla politica, alla magistratura, ai servizi; accorda a gruppi e movimenti di ispirazione fascista di partecipare alle elezioni, tanto che la neo ricostituita Avanguardia nazionale già dichiarata fuori legge nel 1976, fa intendere di voler divenire una forza politica con ambizioni anche nelle urne. Ora è chiaro che nulla è cambiato in quarant’anni in questa formazione che avrà tra i suoi padri nobili il medesimo organizzatore di un tempo, ovvero Stefano delle Chiaie: non è che loro siano meno fascisti di prima, lo è di più l’elite italiana come dimostra anche la distribuzione del Mein Kampf dal parte del Giornale. Un’operazione sfacciata e verminosa che però  ha trovato qualche consenso e persino la difesa alcolica da parte di qualche anziano adolescente del giornalismo, il quale l’ha presa per operazione di libertà, forse credendo che l’ignobile e peraltro illegibile pastiche hitleriano fosse proibito mentre è in vendita ovunque, persino on line presso Amazon, oggi anche in Germania dove la pubblicazione è stata impedita fino ad ora dal governo bavarese che ne deteneva i diritti d’autore cessati il primo gennaio di quest’anno.

Eppure è proprio in questo Paese che viene discussa un ‘improvvida legge  per rendere reato penale “la negazione della Shoa o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. Che meraviglia, potremo denunciare e sbattere in galera chi inneggia alla Nato? No, perché disgraziatamente valgono solo  le sentenze emesse dal Tribunale internazionale dell’Aja, che è – come dire – un’estensione del dipartimento di Stato di Washington, chiarendo così una volta per tutte che la legge, a imitazione di altre nate in Europa, non viene in aiuto dell’umanità e della civiltà, ma di interessi geopolitici complessivi, fatti passare imperniando la loro leva sull’Olocausto. Siccome non possiamo di certo approvare questo orrore ci dobbiamo trascinare dietro anche il resto e per esempio ritenere normale, giusto doveroso condannare i falsi massacri fatti dai Serbi e tacere su quelli veri compiuti dalla santa alleanza nord atlantica. Oppure si può tranquillamente negare il genocidio degli Armeni per compiacere il Sultano di Ankara, nostro compagno di merende terroristiche o anche considerare come fastidioso danno collaterale il  milione di cambogiani ammazzati nei bombardamenti durante la guerra del Vietnam, quella combattuta “per difendere la nostra libertà” come oggi si dice negli States ancora memori dell’invasione dei Vietcong sulle coste californiane.  E mi tengo lontano dai giorni e dagli eventi più vicini.

Insomma si sfrutta la Shoa per le stragi contemporanee alla luce degli interessi dell’impero e lo si fa negando la libertà di opinione, che per quanto esecrabile nel caso specifico, dovrebbe poter essere esercitata comunque. Non fosse altro perché i rigori della legge non fanno altro che conferire una qualche importanza e dignità al negazionismo, trasformandolo da abietto e inconsistente falso storico a oggetto di censura, da miserabile alibi numerico per sfuggire al problema etico e politico a tema di inquisizione e in quanto tale meritevole di attenzione e dotato di tutte le seduzioni delle cose probite. Se qualcuno sostenesse che Hitler non è mai esistito lo prenderemmo per un mentecatto e a nessuno verrebbe in mente di fare una legge per impedire che qualcuno diffonda questa sciocchezza. Il vero problema non è quello di creare commistioni tra storia e legge, ma di capire perché il negazionismo che quanto a consistenza non è molto più solido dell’Hitler inesistente, conservi la sua perversa fascinazione e perché un Paese così corrivo con gli eredi di chi promulgò le leggi razziali, trovi le risorse di ipocrisia necessarie a normare la verità. La risposta è complessa  e richiederebbe una corposa rivisitazione della storia del XX° secolo, oltre che del pezzetto di XXI° che stiamo vivendo. Ma il livello psicologico elementare, gli umori inconsapevoli sono molto più facili da analizzare: il negazionismo, quando non è uno squallido pretesto del razzismo o un correlato così imbarazzante di tesi politiche da dover essere nascosto,  è un’erbaccia che cresce e alligna su un letto di bugie e narrazioni che non riguardano affatto il genocidio in sé , quanto piuttosto la mitologia americana con cui interpretiamo gli eventi della seconda guerra mondiale.

Si sente che qualcosa non funziona in tutto questo e allora invece di considerare con maggiore senso critico la verità del vincitore si rivalutano gli incubi del perdente e per di più nei suoi aspetti peggiori. Ora a parte tutto il rosario di leggende e carabattole sulle vicende belliche, come ad esempio la battaglia di Inghilterra, che sebbene smentite dalla storia ufficiale, continuano a tenere campo in quella popolare, a parte le operazioni politiche dirette come la marginalizzazione del ruolo dell’Urss che fu invece fondamentale e decisivo nella vittoria  o il velo che viene steso sulle stragi nel Pacifico, a parte la tesi auto assolutorie secondo cui le bombe atomiche furono usate per salvare vite umane, è del tutto evidente che la Shoa (alla quale diedero una vigorosa mano anche aziende americane come l’Ibm) e l’abbattimento per tutt’altre ragioni dell’orrendo regime che l’aveva voluta, è divenuta il fondamento etico dell’egemonia americana e il nucleo della sua proclamata eccezionalità che in quanto tale non ha confini etici, ma li crea o li confonde a seconda dei casi.

L’Olocausto è divenuto così la colonna portante e assieme il velo morale delle guerre dell’impero e delle immense stragi che esse hanno provocato nel tentativo di instaurare un dominio globale. Spesso si dice che Israele sfrutti la Shoa, ma è niente in confronto a quanto fanno le elites Usa che su quella hanno costruito una specie di fortilizio etico a giustificazione di qualsiasi cosa. Naturalmente è insensato, avvilente, intellettualmente miserabile oltre che inutile, negare la Shoa e proporre primavere hitleriane, nell’inconsapevole intento di sottrarre all’impero il suo pretesto fondante: ma è questo il livello minimo, feroce, ottuso della contemporaneità.