I rottamatoriAnna Lombroso per il Simplicissimus

Mica solo voi vorreste scegliere e votare il candidato perfetto, a tutti piacerebbe veder campeggiare per le strade di Roma, Milano, Torino la faccia di uno che riassumesse la potenza di pensiero di Morin, capace di governare le complessità del nostro tempo, la lungimiranza affettuosa di Cederna, amico e solidale di strade, monumenti e cittadinanza, la fattuale creatività dei grandi del Rinascimento, la capacità di misurarsi con la realtà dei veri visionari che non hanno paura dell’utopia, anzi, l’innocenza di un bambino appena nato e la saggezza del vecchio sapiente che guarda il mondo con indulgenza, capace di piantare un ulivo a ottant’anni  non per godere dei suoi frutti, nemmeno perché ne godano i nipoti, ma come atto di amore per la vita, come patto fiducioso con la speranza e la felicità.

Beh, mi spiace ma non c’è questo mostro benigno, il nostro candidato ideale non è il lista, sui manifesti non c’è il barbone di Marx, il pizzetto di Trotskij, lo sguardo vivido di Hanna Arendt, il sorriso intrepido del Che, che comunque sarebbero stati esclusi da qualsiasi competizione elettorale e non è detto che fosse una disgrazia, anche se c’è da scommettere che intelligente così luminose e spiriti così guerrieri avrebbero forse saputo essere immuni dia contagi quasi inevitabili del potere.

Ancora una volta, comunque vi esprimiate, stracciando simbolicamente la scheda,  lasciandone intatto il candore, scegliendo il meno peggio, a muovere la nostra preferenza sarà la decisione di essere contro.

Ma cosa c’è di male? mi viene da chiedere ai duri e puri che “non scendono a compromessi”, nelle loro case calde o ben condizionate, agli irriducibili che dimenticano di aver sostenuto l’idolatra della salma di Lenin, il leader dell’erre moscia oggi folgorato a Rimini da Cl, agli eterni scontenti che si sono accontentati di Occhetto, ai sorprendenti fiduciosi che hanno offerto il loro appoggio a chi dal palco del Lingotto ha sancito il tradimento definitivo di un mandato e di una storia in difesa degli sfruttati.

Ne avete sperperati di voti, molti di voi si sono lasciati tentare dal mantra sul voto inutile preferendogli quello utile per l’establishment, alcuni ci hanno visto un certo, mai ammesso, tornaconto: l’accettazione in salotti esclusivi, l’appartenenza a una cerchia influente, il sentirsi parte di una èlite, che leggeva Repubblica e guardava a essa come a un riferimento morale, che comprava i libri di Eco, che rideva di Cuore, della Dandini, pensando che bastasse. Ne avete dato di consenso a chi ha posto le basi per quello che si configura come un vero e proprio golpe,  con l’imposizione  a colpi di voti di fiducia di un nuovo impianto costituzionale, che prevede la “messa a valore” della democrazia, dei beni comuni, della partecipazione, spostando definitivamente  l’esercizio del governo della cosa pubblica dallo stato al mercato, che avrà la totale giurisdizione sulle nostre vite, le nostre garanzie, i nostri diritti.

Ne avete fatta di opera di autodistruzione del futuro vostro e dei vostri figli, ne avete fatto di allenamento al masochismo, aggrappati a un presente noto e brutto nel timore di un domani prossimo, magari bello, arduo ma appagante, ma sconosciuto, dunque spaventoso come sono gli stranieri tra noi, dei quali, gli stessi che oltraggiano la politica, la democrazia, i diritti, mettono in luce la pressione minacciosa, gli usi differenti quindi sinistri, le tradizione, la religione, la cucina diverse, perciò aliene, intimidatorie, velenose.

Compiaciuti però che a condizionarvi fosse l’espressione del vostro no a un nemico ben identificabile in un sequel di film con protagonisti vari smargiassi, contaballe, amici di Turatello o Mangano, puttanieri e moralisti con le nostre inclinazioni, Marchesi del Grillo in pieno esercizio di discriminazione tra loro e noi straccioni che non siamo un cazzo, tutti oggetto di cattiva stampa, perché la stampa cattiva, quella che non fa il suo dovere,  è estasiata e premiata dalla messa in luce di vizi privati, di abitudini disdicevoli per i benpensanti, dalla possibilità di creare opinione più che di dare informazione, così trascura i crimini pubblici, compresi quelli perpetrati tramite amianto, compresi quelli commessi in nome di una ideologia a loro parere sobria e elegante, quindi tanto educata da ammazzarci indirettamente, in attesa di una guerra vera e della successiva ricostruzione.

Beh la guerra è cominciata. Certo vorremmo tutti dare la preferenza al candidato perfetto, vorremmo che la Raggi fosse un po’ meno supponente e più preparata, che i 5Stelle in ballottaggio facessero pubblica abiura dei condizionamenti del leader, si disfacessero del fardello ereditario dei Casaleggio, che facessero e praticassero un atto di fede antifascista, oggi che il fascismo ancora una volta si vuole aggiudicare il potere assoluto tramite leggi illegittime. Ma stavolta votare contro non solo è legittimo, è doveroso, sia pure senza illusioni. Per rompere il monopolio della cerchia che ha svenduto le nostre città a dinastie commerciali e affaristiche, che le ha concesse alla speculazione e alla quotidiana lesione del diritto a abitare con dignità, che ha praticato una politica insostenibile per l’ambiente e il territorio urbano, che ha consolidato una inaccettabile mercatizzazione  della cultura, che ha prodotto anche a livello locale la contrazione dei diritti dei lavoratori. Sfasciare la macchina feroce dei rottamatori, smascherare la loro competenza distruttiva  e rovinosa è un dovere.. ed anche un piacere che non voglio negarmi.