RenziLa nuova truffa delle pensioni pensata dal renzismo, o meglio suggerita da chi ha posto quest’asino d’oro al posto che occupa, è talmente chiara nei suoi intenti, così vergognosa nei suoi meccanismi, così infame nel suo raggiro che può essere presa come apologo della contemporaneità e delle sue contraddizioni, come diario di bordo delle sue stigmate maligne: da una parte vediamo all’opera la capacità dei media di rabbonire l’opinione pubblica facendo passare un evidente furto per un provvedimento razionale e per un benigno intervento del principe in favore dei più deboli, dall’altra dimostra la conquista da parte del progetto euro oligarchico delle istanze sociali che dovrebbero invece opporvisi, tanto che i sindacati sono arrivati a giudicare “interessante” una proposta che costringe i lavoratori a pagarsi la pensione con un mutuo ventennale, vale a dire regalando alle banche fior di interessi.

Ma di fronte a questa agonia dello stato sociale, mostruosa proprio perché assolutamente palese,  assistiamo anche al dispiegarsi delle contraddizioni del sistema neo liberista, contraddizioni che sono irresolubili all’interno di un sistema democratico. Da una parte infatti per salvaguardare bilanci non più orientati a risolvere i problemi sociali, ma a garantire i profitti finanziari si  aumenta di molto l’eta pensionabile in modo che i contributi versati dai lavoratori finiscano per diventare un utile netto e possano essere depredati ( i conti dell’Inps al netto del settore assistenziale sono in forte attivo), ma dall’altro la stragrande maggioranza delle attività lavorative non consentono di arrivare alle soglie ridicole pensate da un ceto politico composto per la maggior parte da nullafacenti o al massimo facenti solo grazie al loro ruolo di potere e/o all’appartenenza a ceti abbienti, notazione che ha poco a che fare con il  populismo, ma con i meccanismi di una democrazia solo formale dove la subalternità viene garantita dalla immeritocrazia.  Anzi a dirla tutta la media dell’espulsione dal mondo del lavoro da parte delle aziende è assai più bassa persino delle soglie attuali, figuriamoci di quelle prospettate nel prossimo futuro e tendenti ai 70 anni, ma naviga intorno ai 59 anni. Il che rende la dizione “pensione anticipata” scelta per presentare questa estorsione una beffa.

Inoltre la permanenza allungata al lavoro in quei settori che lo permettono bloccano il turn over e producono disoccupazione: quale miglior soluzione che far pagare ai singoli  la contraddizione? Esiste uno iato gigantesco fra le intenzioni di rito liberista, vendute come necessarie e la realtà che può essere risolta o eliminando le pensioni a colpi di machete ideologico come suggeriscono le major finanziarie o ricorrendo a escamotage temporanei come questo del mutuo che intanto ha il grande vantaggio di far pagare ai singoli cittadini le contraddizioni del sistema arrivando a colpevolizzarli in solido per il loro invecchiamento fisico per di più andando ad ingrassare il sistema bancario.  Di fatto è una sostituzione del welfare con la speculazione finanziaria che oltre al significato politico reazionario con cui è marchiato, è un veleno per l’economia reale visto che i soldi del mutuo per pagarsi la pensione tra il licenziamento della cara azienda o l’impossibilità di reggere il lavoro e quello che i padroni impongono, mentendo per la gola, come età sostenibile, vengono sottratti ai consumi per essere immessi nel mercato globale della spazzatura speculativa.

Si tratta di un caso particolare del paradosso neo liberista che in nome del profitto e della cosiddetta competitività abbassa i salari, aumenta gli orari di lavoro, provocando quindi disoccupazione che diventa drammatica in tempo di robot e distrugge il welfare , eliminando così a poco a poco  la base del consumo di beni e servizi. E’ una spirale insostenibile che tuttavia non ha un’uscita morbida e contrattabile, ma tanto più drammatica quanto più essa potrà andare avanti senza essere contrastata fino al punto di non ritorno: più si riesce a resistere ora a questa logica letale più sarà possibile evitare le tragedie future che sono già in agguato, già visibili nella preparazione di una guerra totale, fino a ora suggerita come spauracchio propagandistico multiuso, ma alla fine inevitabile, già intuibili nelle prese di posizione dell’Fmi contro l’eccessiva durata della vita media, già tematizzate nei report  dei grandi centri finanziari e dei loro relativi think tank. Se in Francia si scende in piazza contro la legge truffa del lavoro, qui almeno ci si dovrebbe opporre alla manipolazione della Costituzione e a una legge elettorale il cui scopo è quello di rendere impotenti le opposizioni. Dire No al referendum oggi potrà evitare a figli e nipoti e forse a noi stessi di dire solo sissignore.