Una volta questa funzione era delegata alle urne, ma ormai tra leggi elettorali prossenete del peggio, un meccanismo mediatico e informativo che finisce per impedire un dibattito sensato e per determinare i risultati contro la realtà e gli interessi degli elettori, la forza finanziaria della corruzione, la graduale perdita di senso della rappresentanza, la castizzazione della politica, si tratta di uno strumento inefficace. Il voucher politico è invece l’ideale: si voterebbe non per qualche faccia, ma per determinare le quote da attribuire ad ogni singolo partito o movimento, però senza l’obbligo di consegna del buono. Se il lavoro è mal fatto, se si tradisce la volontà dei cittadini, se non si fa ciò che si è promesso o si fa ciò che non si è setto, niente lavoro accessorio, niente aula del Parlamento e dunque niente affari opachi. Un colpo al cuore.
Potrebbe sembrare un assurdo, ma molto meno di quanto non lo sia l’idea in sé del voucher o comunque della sistematizzazione del lavoro episodico che da una parte erode il lavoro strutturato anche precario soprattutto nel comparto del commercio e del turismo, ma che costituisce un comodo alibi legale per incentivare il lavoro nero invece di combatterlo: con un pugno di buoni per circa 2000 euro lordi (l’esempio è fondato su una precisa casistica) si può far lavorare una persona per un’intera stagione senza che nessuno possa dire nulla: ti pago una miseria per 2 ore al giorno, ma te ne faccio fare 9 o 10. Se non ti sta bene prendo un altro. La realtà è che con un voucher non compri solo il lavoro, ma anche una sorta di immunità dai controlli e una goccia di illusione etica, come se quei pochi euro fossero la penitenza per inconfessabili peccati: lo dimostra l’inarrestabile dilagare di questi buoni che segnano il passaggio dalla precarietà a forme vere e proprie di schiavismo. Non credo affatto che questo effetto abbia colto di sorpresa il milieu politico che si è inventato i voucher: era ciò che si aspettava, che voleva in prima persona e che volevano i burattinai che tirano i fili.
Bene se tutto il lavoro dev’essere di questa qualità e di questo tipo è giusto che lo sia anche quello politico. Un voucher per Renzi (comprato da Banca Etruria ) e poi a casa.