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La tua patria ha bisogno di te adesso, dice il cartello del candidato xenofobo

I sondaggi lo avevano annunciato, ma l’Erdbeben, il terremoto in Austria e di conseguenza in Europa è stato più forte di quanto non si pensasse: il primo turno delle presidenziali ha sostanzialmente mandato al macero socialisti e democristiani, il tradizionale blocco di centro che ha governa il Paese praticamente insieme ormai da due decenni e messo in orbita l’erede di Heider, Norbert Hofer con il 35 %, i Verdi con il  23% conquistato da Van der Bellen e con il 20% un personaggio politicamente ambiguo, Irmgard Griss, membro supplente della corte Costituzionale,  ma nota per aver condotto l’inchiesta Hypo Alpe Adria, il più grosso scandalo bancario austriaco apparentemente opponendosi ai tentativi di insabbiamento morbido e dunque presente in funzione di candidato dell’antipolitca secondo i canoni medio e alto borghesi

Come si vede si tratta di un bordello nel quale convivono, si saldano, si rincorrono in modi sotterranei e inediti il terrore xenofobo del mondo rurale per l’immigrazione, nel quale Hofer ha fatto una pesca miracolosa, la mentalità più aperta e più accogliente delle città nelle quali hanno prevalso i verdi e dove tuttavia si annida il malcontento per i diktat europei, un nascente euroscetticismo dei fatti insieme alla paura delle classi dirigenti di perdere rendite di posizione come dimostra  il risultato della Griss, massicciamente aiutata dall’establishment economico. E’ un miscela altamente esplosiva, tritolo nel mezzo del continente, ma politicamente inerte, nel senso che la potenza distruttiva di queste pulsioni non è compensata da alcuna capacità di uscire dalle gabbie concettuali del neo liberismo e dei suoi paradigmi, vive i suoi incubi senza riuscire a svegliarsi.

Chi pensa che questi eventi suonino una campana a morto per questa Europa ha probabilmente ragione, ma per i motivi sbagliati: è proprio l’auto detenzione della Ue nel carcere ideologico del capitalismo finanziario, le sue tendenze verso l’internazionalismo oligarchico, il suo tentativo di distruggere per via monetaria lo stato sociale, unita ad un’atarassia politica generazionale, all’incapacità di formulare ipotesi alternative di società, che sta spingendo un numero sempre maggiore di persone disorientate, incazzate, senza bussola verso un nazionalismo di pancia tra i più squallidi e insensati che niente ha a che vedere con le piccole patrie dove ancora affondano quei diritti di cittadinanza spazzati via dall’Europa delle banche, dei ricchi e delle multinazionali in funzione legislativa come accadrà nel futuro prossimo venturo col Ttip.

Reazione scomposta e incivile, ma anche del tutto inutile perché essa non potrà che rafforzare il progetto di distruzione della democrazia e il dominio di una oligarchia globalizzata e internazionalista: la protesta incanalata su un binario di asserzione puramente identitaria, non ha alcuna idea o progetto su come cambiare i rapporti di forza interno alla società, anzi non ne ha nessuna intenzione e si limita a conati politicamente ed economicamente protezionistici privi di senso e di coerenza quando si lotta contro lo Stato generatore di diritti e si fa del mercato il regolatore ultimo. Alla fine anzi l’investimento emotivo sulla xenofobia favorisce lo spostamento della rabbia dai temi politici per evitare il declino sociale ed economico su quello sterile, inconcludente e contraddittorio dell’immigrazione che i poteri globali possono gestire come vogliono, ora allentando le briglie come in Ungheria quando si avverte che il nazionalismo è benevolo portatore di disuguaglianza, talora massacrando come è accaduto in Grecia. Basti pensare al povero Salvini che dopo aver digerito l’euro, adesso deve inneggiare alla vittoria delle forze xenofobe in Austria ben sapendo che il muro al Brennero danneggerà l’economia italiana e in particolare proprio la sua base elettorale.

Per il capitalismo finanziario l’Europa è ormai solo la crisalide nel quale avviene l’incubazione della farfalla liberista, bella come una tarma. E’ necessaria solo finché serve.