Non ho mai avuto simpatia per il personaggio Casaleggio che in fondo rappresentava tutto quanto odio: l’aziendalismo manovriero, la confusione che si nobilita ad enigma e l’utopia politico – sociale che si trasforma in fantascienza secondo un modulo tipico della cultura americana che appunto in questo genere narrativo trova spesso il suo meglio. Con tutto questo era una spalla più in altro rispetto al banale, grossolano , twittante e ipocrita discorso pubblico del milieu politico in ogni sua area perché almeno ci si poteva incazzare o si poteva sorridere per qualcosa e non per il nulla delle frasi fatte, per l’infingimento palese, per la contorta bugia. La stessa che oggi ispira alati messaggi di cordoglio a chi fino a ieri riteneva Casaleggio, con ontologica stupidità, un pericolo per la democrazia formale. Ed è per questo che il guru da stanza così diverso da quello di piazza pesava enormemente nella diarchia dei Cinque stelle, non tanto per le strategie a volte clamorosamente sbagliate che imponeva con rete di velluto, quando per ciò che rappresentava, ossia una boa di riferimento in un oceano sconosciuto.
E infatti la sua morte ha avuto l’immediato effetto di svelare lo smarrimento del movimento e della sua pattuglia parlamentare che ha pensato bene di onorare la scomparsa di uno dei suoi fondatori lasciando passare senza difficoltà, nemmeno di testimonianza, la riforma costituzionale, ossia il passaggio chiave della svolta oligarchica. Casaleggio non è ancora nella tomba, ma già ci si rivolta. Le migliaia di messaggi che giungono dalla base, che promettono di proseguire la battaglia e di essere più forti di prima sono comprensibili, ma esprimono un profondo smarrimento perché tutti sentono che l’ora è drammatica e che la vita del M5S è appesa a un filo. L’altro padre padrone del movimento Beppe Grillo è palesemente stanco della sua avventura politica tanto che adesso è tornato agli spettacoli, ma comunque manca di quella visione, sia pure contestabile e bizzarra, che gli aveva portato Casaleggio: il fatto che i due si siano conosciuti dopo uno spettacolo nel quale il comico distruggeva un computer in segno di rifiuto per la tecnologia della rete, la dice lunga sul ruolo decisivo se non predominante nella creazione del movimento avuto dallo “sciamano” del web. E’ quasi certo che senza di lui i Cinquestelle non sarebbero mai nati.
Tutto del resto si è costruito intorno a loro al di là degli statuti, erano il filo che cuciva assieme i meetup, cioè gli attivisti, il movimento di opinione e una pattuglia di parlamentare “garantita”, certamente di buona volontà, ma raccogliticcia, spesso priva di radici territoriali, di erratica appartenenza ideologica e sconosciuta ai cittadini a parte i rivali Di Maio, Fico e Di Battista. Il fatto è che ora il movimento è di fatto senza guida e privo di strumenti istituzionali e organizzativi per crearne una, magari collegiale, universalmente riconosciuta : non si fa fatica a preconizzare che la pressione per spaccare il gruppo e intestarsene le spoglie sarà fortissima e sinergica alle rivalità interne , come del resto sarà enorme la spinta a normalizzare il M5S per farne al massimo un episodico e blando oppositore. Se anche Grillo scendesse di nuovo in campo non semplicemente come padre nobile, ma come capo effettivo, sarebbe difficile contrastare le forse centrifughe: sarebbe comunque un Grillo dimezzato senza Casaleggio.
La scelta di abbandonare l’aula prima del voto sulla riforma costituzionale, invece di rimanere e votare no, come avrebbe suggerito la volontà di ricordare Casaleggio con un atto forte e non con la consueta resilienza parlamentare, è il segno che dimostra il disorientamento e testimonia di una “normalizzazione interiore” prima ancora che compaiano le borse dei trenta denari.
“La scelta di abbandonare l’aula prima del voto sulla riforma costituzionale, invece di rimanere e votare no, come avrebbe suggerito la volontà di ricordare Casaleggio con un atto forte e non con la consueta resilienza parlamentare, è il segno che dimostra il disorientamento e testimonia di una “normalizzazione interiore” prima ancora che compaiano le borse dei trenta denari.”
Secessione dell’Aventino , prima della presa di potere del regime oligarchico ed autocratico ??
“… tutti i problemi di cui stiamo parlando, cioè la legge che non viene applicata, gli operai che muoiono, il lavoro come ricatto, la riduzione in schiavitù delle persone, alla fine siano riconducibili tutti alla questione del denaro che ha preso il sopravvento su qualunque aspetto della nostra vita. Al denaro andrebbe attribuito un peso marginale nella società perché in sostanza è una forma di scambio di beni. Nessuno dovrebbe possedere più di un certo livello di beni materiali, un massimo di 3 o 4 milioni di euro. Non è un discorso francescano ma politico.
L’accumulo di denaro non va d’accordo con la democrazia. Chi concentra molto denaro può influenzare la società, piegare la politica e quindi la gestione della cosa pubblica ai suoi interessi.”
Gianroberto Casaleggio
“il Grillo canta sempre al tramonto”
ed. Chiarelettere
musica:
parole che non si sono mai sentite dal “Bertinotti” di turno per paura di non entrare nei salotti buoni.
fine della musica
Bertinotti a parole voleva, inizialmente, addirittura rifondare il comunismo… a parole.
Ma chi visse ascoltando ( le chiacchiere politicanti, ad esempio…) morì…
Bertinotti è riuscito ad contribuire alla manifestazione No Global ( già allora No Global…) di Genova… Grillo cosa avrebbe fatto di così eroico da far imbufalire il Potere ?
lasciamo il tempo a Di Maio di cambiare casacc… ooops… cambiare vestito, mettedosi “””quello buono”” per l’occasione, fintanto che si invia ad incontrare l’ambasciatore USA e le cancellerie europee per riceverne la benedizione, la patente di “””””affidabilità politica”””” ed in fine l’eventuale concessione a (s)governare la colonia itaGlia … poi si vedrà
Bertinotti: “La sinistra è morta …In Comunione e liberazione ho ritrovato un popolo”
http://www.corriere.it/politica/16_aprile_18/bertinotti-sinistra-morta-solo-chiesa-reagisce-c972f018-059b-11e6-9d1f-916c0ba5b897.shtml
eh:
” Si sente folgorato dalla fede religiosa?
«No, questo sarebbe la negazione del dialogo che deve essere tra diversi. Se uno pensa di farsi cooptare vuol dire che non ha identità».Si sente folgorato dalla fede religiosa?
«No, questo sarebbe la negazione del dialogo che deve essere tra diversi. Se uno pensa di farsi cooptare vuol dire che non ha identità».”
non so se sei sempre lo stesso “anonimo” ma
è curioso a che cosa si sia disposti ad arrivare per difendere le poche miserabili certezze che fanno sopravvivere.
Riuscire a ribattere purchessia dopo: “IN COMUNIONE E LIBERAZIONE HO RITROVATO UN POPOLO” vuol dire essere messi veramente male.
a questo punto mollo, l’ostinazione della follia non riconosce alcun argomento valido
non tornerò più in questa conversazione, preferisco parlare con persone senzienti, quindi sfogati che aiuta a guarire ma sappi che lo farai da solo
addio
Concordo con quanto detto da Casiraghi: non solo i M5S non sarebbero in grado di rimettere in discussione i trattati capestro firmati in passato, ma non sono stati capaci neppure di mantenere quanto promesso nelle piccole questioni locali, tipo l’inceneritore di Parma, protetto da sanzioni salatissime.
Le decisioni che ci condannano al ruolo di colonia sono state prese da tempo ed avendo a che fare con i banchieri globali tali accordi sono blindati da contratti a prova di bomba.
Sul ruolo di Casaleggio ho trovato un articolo interessante e un pò fuori dal coro:
http://federicodezzani.altervista.org/addio-a-gianroberto-casaleggio-lanima-british-del-movimento-5-stelle/
Che M5S non sarebbe “in grado di rimettere in discussione i trattati capestro …” è qualcosa che nè lei, nè io e né altri, si potrebbe onestamente affermare. E’ invece certo che qualora un soggetto politico come M5S (che ormai sta maturando una coscienza sempre più profonda sulle origini dei problemi) dovesse raggiungere il potere, si azionerebbero quelle “procedure di salvaguardia” che i padroni di quei trattati hanno storicamente dimostrato di saper disporre (ed in Italia abbiamo esempi a iosa).
Creare una sorta di parallelismo tra la vicenda dell’inceneritore di Parma e la necessaria abiura dei suddetti trattati, mi sembra cosa che definirei inconferente. Lungi da me lo spezzare una lancia a favore di un sindaco (qualsiasi sia il suo colore politico); ma se lei stesso annota che la chiusura di quell’inceneritore era blindata da “sanzioni salatissime” e poi aggiungiamo che il Comune di Parma veniva fuori da un disastro finanziario, allora deduco che il problemino non era tanto “ino”.
Infine, il post contiene notizie su presunte volontà di Casaleggio od altre relative al movimento, pescate chissà dove e con quali affidabilità circa la fonte.
Ho quasi sempre condiviso le opinioni del Simplicissimus ma oggi mi delude. Sembra quasi che si auguri che il M5S vada in crisi. Se ciò dovesse accadere ci dovremo tutti suicidare o darci alla macchia. Al solo pensiero di essere in balia di Renzi e delle sue bamboccie io rabbrividisco.
Mi delude molto questo giudizio su Casaleggio e sul M5S, che è l’unico movimento popolare di opposizione al regime in Italia. Mi sarei aspettato un commento più profondo, meno sarcastico e meno superficiale. Casaleggio e Grillo esprimono idee sulla società e sulla politica nuove e dirompenti proprio perché senza basi ideologiche e culturali. Hanno attratto verso la genuina partecipazione politica milioni di giovani, esprimono un fermento civile che va incoraggiato e non demolito dagli intellettuali come Capece. Coloro che sono depositari di conoscenze e di abilità culturali dovrebbero cogliere meglio di altri le spinte innovatrici che nascono dalla società, in caso contrario corrono il rischio di produrre letteratura polemica di cui non si vede l’utilità.
Non dubito della buona fede ma tutti i politici europei hanno promesso grandi cambiamenti e poi non li hanno fatti. Ed erano al governo, non al 25% delle intenzioni di voto! Basta pensare a Tsipras, che ha cambiato in peggio partendo da una piattaforma molto più radicale del Movimento 5 Stelle. Qui occorre veramente ampliare lo sguardo, capire la situazione sul campo. L’Italia non fa altro, da anni, che obbedire alle direttive sempre più stringenti dell’Unione Europea. Dovrebbe essere ormai evidente che la politica nei paesi UE non è più autonoma ma è ferreamente vincolata alle decisioni prese a Bruxelles, a sua volta legata a doppio filo con gli Stati Uniti e le loro lobby il cui “programma di governo” è quello di sostituire aziende americane dove prima esistevano aziende europee, banche americane dove prima esistevano banche europee, compagnie assicurative americane dove prima esistevano compagnie assicurative europee e via di questo passo.
Non siamo più un paese sovrano, siamo una colonia. Abbiamo ceduto la nostra sovranità, teoricamente garantita dalla Costituzione, all’Unione Europea firmando dei trattati internazionali dei quali la stessa nostra Costituzione afferma la superiorità rispetto al dettato costituzionale. Ora, una Costituzione a che serve se non è più capace di tutelarci dai trattati internazionali che sono la più rapinosa forma di sottrazione di sovranità?
Anche i cambiamenti imminenti della Costituzione non sono altro che la formalizzazione di violazioni della nostra carta costituzionale già operanti indisturbate da tempo e, comunque, che senso ha una Costituzione in una ex-nazione privata completamente di sovranità e di potere contrattuale se non quello di assolvere ad una funzione di foglia di fico agli occhi della parte di popolazione più sprovveduta?
Queste distinizioni tra Movimento 5 Stelle e altri partiti sono inutili e persino dannose perché fanno credere che esista uno spazio di manovra mentre sono anni che tutto viene deciso altrove e Renzi non fa altro che tradurre ordini ricevuti dall’alto cercando di non far capire alla gente cosa stia realmente accadendo. E lo fa, ovviamente, servendosi di acrobazie retoriche come quella per cui la soppressione di tutele fondamentali per i lavoratori viene ridefinita “tutele crescenti” e l’uso a tutto campo di etichette inglesi copre provvedimenti repellenti come quello che si prepara a mandare gradualmente in pensione l’istituto sacrosanto della reversibilità. Quand’anche avesse il 100% dei consensi, il Movimento 5 Stelle non potrebbe rimettere in discussione nulla di tutto questo. Non c’è partito europeo che possa rimettere in discussione nulla. L’Unione Europea non è una democrazia, è una trappola legale basata sull’adesione a trattati che solo degli sprovveduti o dei quisling avrebbero potuto firmare tanto è vero che il Parlamento Europeo può solo ratificare leggi proposte dalla onnipotente Commissione che ha la facoltà di cambiare le regole di punto in bianco come si è visto ripetutamente nelle crisi del debito greche e cipriota.
Che la dittatura di oggi non venga riconosciuta per tale ha una sua utilità, comunque: ci fa capire perché i nostri padri e madri non ebbero problemi ad accettare all’epoca i vari Mussolini, Hitler, Franco e quant’altro. Siamo degni figli dei nostri padri, non c’è che dire. Abbiamo gli occhi ma non vediamo e basta una spolveratina di retorica per entusiasmarci e dimenticare la sostanza delle cose. In queste condizioni di inesistenza della politica reale, mi risulta difficile capire quale sia il merito di aver attratto milioni di giovani verso questa politica fittizia e senza sbocchi. Ma avendo conosciuto di persona Casaleggio in due occasioni e pur avendone una valutazione sostanzialmente vicina a quella di Mr. Simplicissimus, la notizia della sua morte mi ha comunque colpito più di quanto mi sarei immaginato.
guardate:
..oggi si porrebbe meglio una domanda, tante volte “sfiorita”, per completezza di vantaggi diversamente lineari … piuttosto che di sostanza da statuto: per quanto si poteva ancora resistere e essere solo Movimento invece di consolidarsi in una ideologia e nel suo nuovo Partito?!