violence_coloniaRicordate le campagne contro le pubblicità che sfruttavano il corpo delle donne e che ne proponevano i punti topici per vendere qualsiasi improbabile oggetto? L’indignazione verso gli atteggiamenti sessisti e maschilisti di cui il potere del momento faceva sfoggio? Era il tempo del berlusconismo imperante e di Arcore, ma poi benché questo sfruttamento dell’immagine femminile sia proseguita imperterrita ovunque, anzi quotidianamente e sfacciatamente in ogni tv, se ne è parlato sempre meno, forse perché le piccole e grandi opinion leader di questo femminismo moderato e spesso socialmente futile non bramano altr’esca che finire dietro il piccolo schermo o nel mondo mediatico in genere e ci si limita a sostenere qualunque donna di potere a prescindere, ancorché portatrice insana di quelle stigmate di patriarcato contro le quali si rivendica un imprecisata diversità femminile.

Intendiamoci, non è che quelle proteste in Italia e altrove fossero in sé sbagliate e tanto meno le aspirazioni a far completamente parte delle classi dirigenti o la richiesta di leggi più severe  contro la violenza nei confronti delle donne, ma avevano la caratteristica  di non collegarsi a una visione di rinnovamento e giustizia sociale, di aumento di diritti e di libertà effettive per tutti, rimanendo nell’ambito di una battaglia all’interno dello statu quo ante pensando o pretendendo con l’aria della excusatio non petita che la sola fine della discriminazione sessista avrebbe  finito per cambiare le cose. Un sentiment illusorio più che un pensiero strutturato il quale ha lasciato spazio a una diversa e più complicata fase dello sfruttamento del corpo femminile per scopi politici.

Il primo caso eclatante è stato quello della decapitazione di Strauss Kahn, il più intelligente dei socialisti francesi, in procinto non solo di concorrere e vincere le presidenziali per l’Eliseo, ma anche se non soprattutto di “riformare” in senso fortemente keynesiano l’Fmi di cui era a capo. Nell’aprile del 2011 tiene un discorso ufficiale in tal senso alla  Brookings Institution, proponendo come compito principale del Fondo monetario internazionale la lotta alla disuguaglianza dei redditi e tre settimane dopo viene incastrato da una cameriera di un albergo di Times Square che lo accusa di averla violentata. Senza una particolare sensibilità di donne esasperate da anni di noncuranza verso la violenza contro di loro, il fatto sarebbe subito apparso come fantasioso e incoerente anche a causa delle grossolane contraddizioni dell’ accusatrice. Che tuttavia furono riconosciute solo un mese e mezzo dopo quando Strauss Kahn era stato fatto fuori dall’Fmi e dalle presidenziali francesi con grande sollievo delle elites liberiste e oligarchiche da una parte e dall’altra dell’Atlantico.

Non si può negare che vi sia stato un progresso enorme rispetto a un passato nemmeno troppo lontano quando l’accusa di aver sposato donne “leggere” era tra gli strumenti comuni della battaglia politica, ma si tratta solo di una inversione di segno dentro storie individuali. Il vero salto di qualità lo si ottiene quando bisogna ampliare l’orizzonte o perché il vertice del potere è occupato da una donna o per creare un grande clamore indiretto che ribalti le decisioni prese. E’ il caso dei cosiddetti fatti di Colonia che hanno costretto Angela Merkel a ribaltare la politica sui migranti e a dare alla Turchia del tracotante Erdogan uno straordinario strumento di ricatto e di manipolazione. Giorno dopo giorno si viene a sapere qualcosa che fa della notte di San Silvestro di Koln un vero mistero gaudioso del condizionamento delle opinioni pubbliche. Adesso si scopre che il numero maggiore delle aggressioni è stato  a scopo di furto e che molto meno della metà ha comportato molestie sessuali. Ma ciò che più impressiona è che sui 58 sospetti 3 sono tedeschi, 52 algerini e marocchini residenti in Germania da molto tempo o addirittura nativi ( e probabilmente parte di quelle bande di borseggiatori immancabili durante le ricorrenze in Germania, visto che il tasso alcolico è da coma profondo), mentre solo 3 sono possibili profughi, ovvero due siriani e un irakeno.

Sento già qualche imbecille dire che si tratta comunque di extra comunitari, senza tenere conto che qui i problemi sono semmai sul versante dell’integrazione dei migranti economici e non su quello dell’accoglienza dei profughi creati del resto da noi stessi. Ma insomma siamo di fronte alla clamorosa smentita delle tesi terroristiche sulla migrazione create ad arte per ottenere alla fine un solo scopo, la distruzione di Assad e della Siria per dare spazio alla sistemazione mediorientale stabilita da Washington (e forse non è del tutto casuale che la versione finale dello scandalo di Colonia abbia cominciato a circolare in rete da nodi siti in California).  Per di più appare sempre più chiaro come vi sia stata una sorta di regia o quanto meno un coagulo progressivo di interessi politici, di umori, di isterie e di disegni opportunistici. Innanzitutto era stato preannunciato l’arrivo di bande di borseggiatori e per questo era stato raddoppiato il numero degli agenti antisommossa che di solito a Capodanno sorvegliano la stazione portandoli a 80. Dunque si era in allerta e tuttavia a lungo non si è riconosciuta la pericolosità dei fatti che avvenivano. L’allarme viene in qualche modo dato, ma diminuendo le cifre: in un rapporto via radio delle 23 si dice “tra le 400 4 le 500 persone , in apparente stato di ebrezza, si stanno comportando in modo apertamente aggressivo. sono in maggioranza maschi e sparano razzi e petardi in modo incontrollato”. Ma la mattina dopo, alle 9 in un comunicato ufficiale dell’ufficio stampa della polizia si sostiene: “atmosfera festosa, festeggiamenti in gran parte pacifici”. Dunque nulla si muove ed è solo il giorno dopo che in un rapporto interno gli uomini della stazione vengono definiti per la prima volta e come abbiamo appreso, senza alcuna ragione “rifugiati”. Forse ciò è anche dovuto al fatto testimoniato da alcuni poliziotti presenti che algerini e marocchini, spavaldamente affermavano di provenire dalla Siria, dimostrando in questo una intenzione francamente sconcertante e certamente suggerita. Ma intanto quella è la tesi che è poi è passata nella vulgata.

Insomma qualcuno o qualcosa o semplicemente la sinergia di tornaconti, di inclinazioni e intenzioni ha contribuito a creare dei “fatti ” che solo a posteriori, anzi una settimana dopo sono stati collegati non per quello che erano, ma in una versione di comodo tesa a bloccare l’accoglienza dei profughi, ben sapendo quale sarebbe stato il clamore della cosa. Questo sì che è sfruttamento intensivo e abuso dei copro femminili, altro che la pubblicità.