Ieri ho parlato del complottismo sul web e soprattutto della singolare e ossessiva attenzione che i circoli della finanza dedicano ad esso, finanziando ricerche il cui scopo ultimo è quello di togliere qualsiasi credibilità alla rete e mettere al riparo l’intangibilità delle tesi ufficiali ( vedi qui). Avrei dovuto estendere il concetto perché proprio mentre scrivevo quelle righe Draghi si esercitava nel complottismo “buono” della finanza chiamato regolarmente in causa quando tesi e teorie ufficiali svelano la loro impotenza a dar conto della realtà e quando non si sa cosa cosa fare a parte aggrapparsi al potere. Bene dal grattacielo della Bce l’onnivedente Draghi ha dato una persuasiva spiegazione del perché in mezzo a tanta vigorosa ripresa, spacciata grazie al peyote dei media, l’inflazione rimanga al palo: “Ci sono forze nell’economia globale di oggi che cospirano per tenere bassa l’inflazione. Queste forze potrebbero far si che l’inflazione ritorni più lentamente verso il nostro obiettivo. Ma non vi è alcuna ragione per cui esse dovrebbero portare ad una inflazione più bassa in modo permanente. La Banca Centrale Europea non si arrenderà davanti alla bassa inflazione”
Sarebbe davvero interessante capire quali siano queste forze e chi questi cospiratori, se dietro di essi non si nasconda semplicemente e desolatamente l’inadeguatezza del verbo economico corrente e/o la presunzione di una crescita che esiste soltanto nella narrazione politico – finanziaria. Forse anche qui si tratta degli alieni o delle scie chimiche che hanno finito per rimbambire del tutto i ragionieri che vogliono farsi re, ma più concretamente si tratta solo di parole per mettere una pezza a colore di fronte al fallimento della teorizzazione liberista e soprattutto dell’irrinunciabile politica regressiva che essa ha inaugurato. Gli indizi sono a favore di un’origine tutta terrestre della malvagia cospirazione che impedisce alla realtà di seguire le fantasie economiciste, perché anche al di là dell’atlantico, dove tutto è nato siamo di fronte alla stessa ottusità e alle stesse bugie, un coacervo di situazioni che stanno dando vita alla più angosciosa campagna elettorale per le presidenziali che si ricordi.
A dicembre si era salutata la definitiva ripresa con i 292 mila posti di lavoro creati, ma a gennaio si piange di nuovo. Il fatto che la statistica dell’occupazione misuri anche il lavoro episodico, non ultimo quello dei pensionati non più grado di sopravvivere con il loro assegno, rende questi indici parossisiticamente stagionali e di fatto il boom non era dovuto ad altro se non al periodo natalizio. Il ragionamento però appare troppo complicato agli analisti i quali ignari di tutto ciò avevano previsto la creazione a gennaio di altri 200 mila posti. Invece sono stati 151 mila e di questi 58 mila riguardano la vendita al dettaglio, ovvero commessi nella piccola distribuzione e 47 mila la ristorazione, ovvero camerieri. Insomma per il 70 per cento lavori a basso salario e a zero tutele che di certo non sono l’ideale per rilanciare l’economia e misurano solo il grado reale dello sfruttamento. Per di più le aziende con base in Usa hanno annunciato 75.144 tagli occupazionali in gennaio, la cifra più alta dal 2009. Senza contare i tagli di posti di lavoro in altre zone del mondo: General Electric ha fatto sapere che licenzierà 6500 persone in Europa e presumibilmente una certa percentuale coinvolgerà anche l’ Italia. Dulcis in fundo la produttività è calata del 3% su base trimestrale, mentre gli ordinativi industriali sono calati del 2,9%.
L’insieme di tutti questi dati è perfettamente in asse con un altro che invece parrebbe del tutto grottesco nell’ambito di una ripresa ormai consolidata, ovvero il fatto che 45,4 milioni di americani abbiano avuto necessità dei sussidi alimentari. Anzi è proprio questo dato che sbugiarda definitivamente una narrazione di ripresa tutta costruita a tavolino: nel 2008, quando gli indici di occupazione erano allo stesso livello di oggi, le persone che avevano bisogno del sussidio alimentare erano poco meno di 28 milioni. Dunque la ripresa è illusoria anche perché c’è stata una drastica riduzione della qualità e delle retribuzioni medie, tanto da creare un fenomeno di povertà legato al lavoro e non più solo alla disoccupazione. Non c’è davvero da stupirsi se, partendo dal 2007, il bilancio complessivo del mercato del lavoro in Usa vede 186 mila nuovi posti di lavoro stabili per i cittadini a cittadini americani e 2.518.000 per i lavoratori stranieri, vale a dire i soli disponibili a percepire un reddito di 335 dollari netti al mese come accade nella maggioranza di nuovi lavori e dunque i soli davvero ricercati sul mercato.
Certo se si parte dalla narrazione della crisi lasciata alle spalle e della impetuosa ripresa, è praticamente impossibile comprendere il successo e il credito di cui gode un candidato come Trump e lo si deve per forza concepire come una sorta di corpo estraneo cresciuto chissà come. Certo è uno strano anche se non inedito prodotto politico, uno promette salvezza proprio in virtù delle stesse visioni, intenzioni e prassi che hanno spalancato l’inferno: esprime in modo diverso e personale la stessa bugia di cui gli altri candidati sono portatori in via indiretta e si serve di questo per apparire diverso. Non esisterebbe senza quella menzogna. Purtroppo gli altri sì. Il fatto è che il vero complotto che circola è quello della ripresa.
..è noto come da subito, dopo l’inizio della crisi, certi messaggi elargiti a piene mani…e penne, sono fintamente rivolti a tutto un mondo ch’è passato; da quello irrealisticamente occupazionale a quello più drasticamente descritto come imprenditoriale. E’ qui che nasce l’incoerenza del messaggio mediatico, è qui che le bugie propagandate edulcorano tutto il percorso fatto fino ad approdare al passaggio forzoso di un sistema oligarchico. Draghi finge palesemente quando vuol far credere di aver individuato solo ora il malessere economico che bloccherebbe la ripresa mondiale e lo fa in coscienza del fatto di non essere più abbastanza appoggiato, dopo gli alzi d’interesse della Fed; sarà difficile per lui sottrarsi ad un default programmato, e lungamente rinviato, sul futuro valore effettivo dell’Euro.
Non so se è fuori tema e in questo caso me ne scuso ma tra i vari tipi di complotti ci sono anche i complotti del silenzio, costituiti dal non prendere nota di fatti che dovrebbero avere ENORME risonanza pubblica e che invece vengono messi in sordina, tacitati o del tutto ignorati. In questi casi potremmo parlare di soppressione mirata di eventi di portata storica. Beppe Grillo, per esempio, che ha acquisito milioni di voti e di speranze di italiani (tra cui la mia, all’epoca) oggi lascia la scena della politica senza neanche dire ba. Anzi no, un ba l’ha detto e l’ha detto in una intervista vergognosa rilasciata all’Ansa il 24 gennaio in cui praticamente accusa i suoi elettori di averlo considerato a torto un leader politico! Di questa uscita di scena si è parlato pochissimo sin da quando la annunciò Casaleggio in un’altra intervista alla Stampa, anteriore di alcune settimane rispetto a quella di Grillo. Parlare di congiura del silenzio è dire poco. C’è un fatto clamoroso, un tradimento di legittime aspettative altrettanto clamoroso, ma di questo non si parla. Molti giornalisti italiani, evidentemente, sono ormai embedded nelle cerchie della massoneria, dei servizi segreti o di uno dei 9000 think tanks esistenti al mondo per cui devono solo parlare, sparlare o sordinare a comando e specializzarsi nell’arte di far apparire cose che non esistono e sparire cose che esistono. Il file PDF dell’intervista a Grillo comunque esiste e si può scaricare da http://www.grillovsgrillo.it/ scrollando la lunga pagina fino ad arrivare alla sezione Rassegna Stampa.
Aggiungo che in un certo senso è come se Grillo fosse stato sequestrato e obbligato a fare politica perché qualcuno aveva bisogno di una figura capace di catalizzare consenso per creare non solo una finta opposizione (come ha fatto Tsipras in Grecia) ma anche un esperimento politologico innovativo per capire se, al riparo di una personalità carismatica seppure non politica, sia oggi possibile fondare un partito di successo che operi solo tramite internet, non abbia alcun tipo di gerarchia (uno vale uno), abbia un programma del tutto slegato dalle ideologie esistenti e, infine, sia fatto di persone che non si conoscono tra di loro e che vengono candidate al parlamento senza essere state né conosciute prima né vagliate con criteri rigorosi. Credo che a consuntivo parziale si possa dire che questo esperimento, che ha coinvolto anche milioni di elettori come me rendendoli cavie non dichiarate e involontarie, ha avuto un enorme successo elettorale e post-elettorale dimostrando che l’intuizione dello spin doctor originario era esatta: nell’epoca di internet non ci sono limiti alla manipolabilità degli esseri umani. L’esperimento, tra l’altro, non è affatto terminato perché si tratta di vedere ancora se, una volta rimosso il personaggio carismatico, il movimento pentastellato sarà in grado di sopravvivergli. Il divertimento, insomma, non è finito.
L’ha ribloggato su apoforetie ha commentato:
L’insieme di tutti questi dati è perfettamente in asse con un altro che invece parrebbe del tutto grottesco nell’ambito di una ripresa ormai consolidata, ovvero il fatto che 45,4 milioni di americani abbiano avuto necessità dei sussidi alimentari.