Anna Lombroso per il Simplicissimus
Per via della loro morigerata compostezza, della loro rigorosa logica, verrebbe proprio da dare ragione – o no? – a tutti quelli che in rete, sui media, nei social network biasimano l’eccessiva attenzione, la priorità data al tema delle unioni civili “con tutti i problemi che attanagliano il paese, lavoro, immigrazione, sicurezza, stravolgimento dei principi che regolano la vita democratica”.
Accidenti, vien da dire, non hanno mica torto a criticare chi è sceso in piazza – quelli della settimana scorsa, eh, non confondiamo – per le adozioni dei figliastri, per la reversibilità a compagni dello stesso sesso, mentre non si sarebbero avute manifestazioni altrettanto numerose e vocianti contro le Legge Fornero, il Jobs Act, perfino la Buona Scuola, a conferma che l’istinto alla delega e la remissione di responsabilità ormai si è diffuso e ha investito anche critica, opposizione, collera, sicché ci si aspetta che a difendere garanzie, conquiste, siano altri, con preferenza per i diretti interessati, per le vittime, i colpiti, sancendo la fine della coesione sociale in favore della competizione, della solidarietà in favore del corporativismo.
Fanno sospettare i nuovi e inediti difensori di precari, pensionati, insegnanti avviliti e marchiati da nuove povertà e da perdite di beni irrecuperabili, a cominciare dalla dignità per finire con la libertà, che certe istanze siano da annoverare tra i capricci di privilegiati, stilisti, gente di spettacolo, quelli che hanno potuto fare coming out sfacciati, perché avevano a disposizione una tribuna inviolabile, una popolarità indiscussa, probabilmente mai vulnerati da umiliazioni, manifestazioni di omofobia, emarginazione, e ai quali si perdonano certe esuberanze di look o verbali, perché si sono conquistati il diritto di far parte della “maggioranza” conformista che pensa all’interno delle convenzioni.
Mentre non sembra lecita la richiesta di leggi a difesa di chi vive fuori dalle “leggi di natura”, perché siamo evidentemente così intrisi e innervati in ogni fibra del nostro essere e del nostro pensare dal primato delle disuguaglianze, che è necessario accettarle, ripeterle su scala e perpetuarle, a difesa del poco che abbiamo, a dimostrazione e conferma di una incerta e labile superiorità, che si manifesta nelle misure dei governi che dividono i cittadini del mondo globale in individui di serie a e di serie b a seconda delle arbitrarie “estrazioni” della lotteria naturale, che sottraggono garanzie e diritti sostituendoli con elemosine, elargizioni e concessioni, ma anche nei comportamenti quotidiani, quando parlano istinti e condizionamenti infami che un tempo avremmo avuto vergogna di esibire, tanto da far rimpiangere buonismo e politically correct.
Ma il fatto è, a detta dei molti benpensanti, che quelli che chiedono il riconoscimento di vincoli e genitorialità “diverse” sono un bel po’ molesti, intemperanti, sguaiati. Ma insomma affidereste un bimbo a una coppia di maschioni in canottiera fucsia, ciglia finte e tatuaggi? Perbacco, meglio brutti, sporchi e cattivi ma eterosessuali, magari violenti, ma virili, forse psicopatici, ma credenti, turisti sessuali e spensierati frequentatori di vivaci minorenni, comunque rispondenti alle leggi naturali, stranamente retrocesse a rispetto della bestialità piuttosto che delle le norme che ogni uomo dovrebbe trovare dentro di sé, interrogando la propria ragione. Non trovate che le loro esuberanze siano più volgari e incivili di quelle di premier puttanieri, ma soprattutto di politici adulteri, di preti pedofili, che le loro porcherie le fanno nell’educata oscurità dei loro arcana imperii? Insomma non sembra anche a voi che vogliano troppo, ben oltre le benevole concessioni che si è disposti a elargire a chi comunque è “diverso”? così è un proliferare di entusiastiche condivisioni di scritti e riflessioni di pensatori e opinionisti del ceto “del culo al caldo”, che rimproverano le esagerazioni e i condizionamenti esercitati dalla lobby gay, segnalano l’occupazione dell’esercito omosessuale di mestieri e cultura, criticano certe incontinenze, denunciano la tendenza degli irriducibili a voler dimostrare che dietro a ragionevoli resistenze si cela il pregiudizio, quello che Nussbaum definisce la nausea dei “normali” nei confronti di chi è diverso. Proprio come è successo che venissero giudicate eccessive le manifestazioni dei “negri” d’America, quelle delle femministe che esigevano di non crepare d’aborto clandestino, ma prima ancora quelle delle suffragette che chiedevano il voto, anche quello non previsto dalle leggi di natura.
Che poi cosa vi sia di sacro e naturale nel matrimonio è tutto da vedere, trattandosi di contratto stipulato da due parti, come dimostrano secoli di sponsali di interesse, combinati, di vincoli che nulla hanno a che fare con amore, solidarietà, assistenza reciproca, per non dire di fedeltà, affetto, conservazione e trasmissione di valori. Che poi cosa vi sia di naturale nel reprimere inclinazioni e attitudini è tutto da vedere, almeno quanto non lo è partorire con dolore, morire di setticemia, mettere il bavaglio a voci e opinioni, proibire desideri e visioni del futuro, come oggi è di moda fare.
Che poi cosa vi sia di naturale nel protervo desiderio di genitorialità se sgorga dal di dentro di coppie convenzionali, è tutto da vedere, se l’appagamento, la consapevole e serena accettazione di se stessi deve passare per la procreazione a tutti i costi, se la sopravvivenza di vincoli d’affetto ha bisogno di una nascita salvifica. Se l’armonia di una donna è incompleta se per caso o per scelta è un “ramo secco”. Ah si, dimenticavo, c’è il problema dell’utero in affitto, pratica a ben vedere disdicevole anche se frequentata da coppie eterosessuale e al di fuori delle leggi del proprio paese. Disdicevole a mio vedere almeno quanto il cervello in affitto concesso a ideologie e padroni abbietti, ma che comunque si volge nell’ambito delle libere scelte, per quanto possono esserle quelle di chi, come quasi tutti, è soggetto a sfruttamento e sopraffazione.
Purtroppo dietro a tutto questo “ragionare” c’è l’ipocrita convinzione di essere nel giusto solo se si accetta una morale comune, che è proprio quella di quel modello esistenziale oltre che economico, fondato sullo sfruttamento, sull’avidità, nel quale i ruoli sessuali nella famiglia e fuori sono al servizio di esigenze padronali e di controllo sociale, a voler confermare che la regola naturale primaria e imprescindibile sia l’ubbidienza, il conformismo, l’assoggettamento, anche contro i propri bisogni, le proprie attitudini, i propri diritti. Che non piacciono al popolo del Familiy Day di oggi e di ieri, alle sentinelle in piedi, ai vescovi e a Gasparri, perché parlano di responsabilità verso se stessi, gli altri e le generazioni a venire, ma parlano soprattutto di libertà, qualcosa di potente eppure fragile, la cui tutela non dovrebbe mai essere delegata a chi ne ha paura.
Gli esempi che porti hanno tutti una base di verità, è incontestabile. Ma non rappresentano certo la norma (intesa dal punto di vista probabilistico).
Hai conosciuto madri e padri etero depravati? Spero non nei confronti dei propri figli o di altri minori. In tal caso ti saresti rivolta alle autorità (orrore..!) per tutelare quei poveri bimbi?
Considera, per favore, anche quell’imbarazzante dato statistico sull’incidenza degli omosessuali tra i pedofili. Non necessariamente sono sacerdoti, ma anche insegnanti, infermieri, medici e assistenti sociali. Tutta gente che viene a contatto con soggetti particolarmente esposti e, spesso, indifesi.Che facciamo, analogamente come si usa in certi circoli salottieri laicisti, mettiamo alla berlina con la chiesa anche la scuola e la sanità?
L’ipocrisia è un brutto difetto, ma è come l’invecchiamento: ti accorgi prima di quello degli altri.
Oh quanti difensori della famiglia che non sanno cosa ci sta dietro la loro famiglia! O quanti bravissimi paparini che sventolano bandiere e poi di sera vanno a puttane. Oh quante mammine brave che tengono per mano i loro bambini e poi si fanno scopare da tre uomini insieme. Oh quante belle facce pulite, amorevoli, pronte a nascondere tutto di quello che è la realtà di una famiglia normale. Famiglie con genitori che hanno fanno la doppia vita e che vorrebbero insegnare agli altri ad essere bravi e buoni. Io conosco benissimo questi tipi di famiglie e i loro bravi paparini e brave mammine. Infatti son pronti a manifestare per la loro bella mascherata piuttosto che per le cose che hanno davvero valore. Dici bene, c’erano occasioni migliori per gridare con la propria voce ma no, no, questa mascherata deve continuare perchè è meglio mostrare la faccia di una famigliola felice e poi di nascosto stare chiusi dentro una gabbia col collare e leccare merda.
Scusa, ma credo che tu sia andata leggermente fuori misura, o fuori tema, probabilmente incoraggiata dalla lettura dell’articolo gauchiste-caviar della nostra Anna.
Paparini puttanieri e mammine da gang bang, ma che significa? Certo, tra le famiglie cosiddette normali, le devianze si nascondono, eccome.
Ma vogliamo avere l’onestà di discutere dell’enorme percentuale di omosessuali tra i pedofili?
E che dire di una certa popstar britannica e orgiaiola, che ai sensi di legge ha potuto adottare-comprare un bel bebè? E’ lì che vogliamo arrivare?
E se, magari, aprissimo il discorso sui trascorsi famigliari di quelle persone? Guarda guarda spesso cresciute in presenza di una figura paterna debole e di una materna oppressiva? Abbiamo l’onestà di riconoscerlo?
L’omosessualità non è una scelta, va rispettata come ogni condizione che la persona si trova a rappresentare al di fuori della propria possibilità di scegliere.
Ma, per piacere, non parliamo di figli in adozione.
L’ipocrisia è una cosa terribile. Gli etero nascondono la propria vita segreta sotto l’immagine “regolare” di questo valore della famiglia. Immagine che ci tengono a portare avanti a tutti i costi. Eppure il valore della famiglia non è rispettato tutte le volte che si chiede il divorzio, tutte le volte che si causa adulterio, e tutte le volte che un marito o una moglie non esprime la propria omosessualità. Ho avuto amici gay che si sono sposati e hanno avuto famiglia e figli per non essere considerati “mostri” nei paesi dove ti picchiano se sei gay. Forse molti di voi vivono in un mondo diverso ma ai gay succedono queste cose e solo perchè sonpo gay e non perchè fanno chissà cosa. Ho avuto amici gay ragazzi mandati all’estero solo per dividerli dal loro fidanzato, minacciati, presi a pedate. Ovviamente queste cose succedono ai gay perchè di loro si ha un giudizio negativo. Quando stamattina stavo facendo colazione sai cos’ho visto in tv nella manifestazione per la famiglia? Non ho visto nessun cartello o striscione con la scritta AMORE ma solo “SBAGLIATO”. Ecco, questo è quello che passa. Purtroppo chi va a manifestare in piazza per la famiglia poi non sa cosa sia l’amore e questo perchè spesso costruisce il matrimonio su qualche altra cosa. Io ho tutto il rispetto per il matrimonio religioso e anche civile. Ma come esistono questo tipo di unioni allora deve esister anche un’unione tra persone dello stesso sesso.
Per quanto riguarda l’adozione posso dirti che ci sono molte madri che non sono in grado di amare i loro figli però li fanno e li crescono lo stesso. Poi ci sono madri, sterili, che per adottare un figlio devono subire mille analisi psicologiche e passare tanti esami di ogni tipo. Come se una madre naturale fosse sempre sana e in grado di dare tutto e una madre non biologica no. L’adozione vuol dire voler dare amore ad un figlio. Io la vedo in termini di amore, sia nel caso delle unioni civili sia nel caso dell’adozione.
Non so a quale articolo di Anna ti riferisci. Io ho riportato solo la mia opinione che riguarda la mia esperienza personale di persona bisex che ha vissuto in mezzo ai gay, che ha conosciuto anche padri etero e madri etero depravate e che parla solo per esperienza vissuta sulla propria pelle e non letta su qualche articolo.