matteo-renziPer completare lo stupidario del Paese prima che il 2015 spiri, arriva la personalizzazione della pagina del governo, con in calce la firma autografa del beato Matteo da Rignano sotto i provvedimenti più importanti a cominciare da una legge di stabilità che avrebbe fatto vergognare i democristiani più appassionati di mance elettorali e che per il resto sfrutta la proclamata flessibilità europea quasi solo per  compiacere Confindustria. Non c’è male come conclusione di un cinepanettone governativo che va dalla grazia allo spione americano per il sequestro di Abu Omar, alle invocazioni ad Obama per la questione dei marò, alla dilettantesca carognata dei salvataggi bancari messa in piedi in un coacervo di contraddizioni e di mosse grottesche per salvare la menzogna e un ristretto novero di famiglie banchiere tra le quali non è difficile comprendere quale sia la più tutelata.

Tutto questo è ridicolo e avvilente: sembra quasi che ciò che altrove viene vissuto come un dramma si riproduca in Italia sotto forma di farsa. E non per nulla abbiamo un “farsario” a capo del governo. Tuttavia questo è un esito peculiare di una condizione generale nella quale vive l’occidente: il disfacimento dei partiti tradizionali, lontani anni luce dai valori nei quali erano nati, ridotti a puri simulacri politici subalterni ai poteri economici, la cui sopravvivenza è garantita dal costituirsi in casta di privilegio dentro i dettami del pensiero unico. Dovunque in Francia, Germania, Italia, Spagna, persino negli Usa, nascono forze e personaggi alternativi su ogni lato della politica per riempire il vuoto di cittadinanza e di rappresentanza, rispondere al disorientamento delle persone. A volte sinceri, a volte costruiti ad hoc  a volte fallimentari per la perdita di sovranità, a volte portatori di speranza, a volte di inquietudine, essi segnalano comunque la necessità di ricucire la drammatica separazione fra valori e pratiche di governo ormai sottratte alla mediazione politica e puramente strumentali in vantaggio di qualche potere.

Tanto per fare un esempio piccolo piccolo e domestico di tutto questo potremmo analizzare l’innalzamento del limite  del contante da mille a tremila euro. Lo si è fatto solo per favorire in funzione elettorale la piccola evasione e liberare un po’ di risorse per il consumo spicciolo, nonostante l’avversione del pensiero unico a forme di pagamento che non prevedano la mediazione delle bande finanziarie e il pedaggio a loro dovuto. Infatti ci si è guardati bene dal rendere coerente ed effettivo questo nuovo limite: anni fa milioni di salariati e pensionati sono stati costretti ad aprire conti in banca e alle poste per poter disporre dell’assegno mensile, con tutte le spese che ciò comporta. Oggi il 90 per cento delle retribuzioni potrebbe di nuovo essere corrisposto in contante, senza cadere sotto la tagliola delle innumerevoli “card ” in circolazione, ma questo non è comunque possibile perché il sistema bancario perderebbe un bel po’ di capi da spennare.  La rozza strumentalità del provvedimento è del tutto evidente.

Così come è che chiaro che per gestire questo mercato, per organizzare furbate e non mediazione sociale, non occorrono di certo statisti e nemmeno grand commis dello stato: sono più che sufficienti modesti servetti e tronisti della politica a cui viene chiesto di metterci la faccia e di certo non il cervello che spesso nemmeno esiste. Ecco da dove nasce la firma autografa di Renzi sul sito del governo: corrisponde al disturbo narcisistico della personalità del premier e al narcisismo sociale dei poteri che lo sostengono. E’ l’equivalente istituzionale del selfie, il segno inequivocabile del self mismade man.