Dopo le raffiche di kalasnikov che hanno seminato la morte nei quartieri popolari di Parigi arriva l’odore della polvere da sparo ovvero la raffica di commenti che per inveterata tradizione intellettuale cercano una sola causa scatenante, un’unica ragion sufficiente per il peggiore dei mondi possibili. Ma vale la pena di esaminarli intanto perché ognuno porta qualche brandello di verità e poi perché dice molto non tanto sulla strage, ma su ciò che siamo o su cosa i poteri vogliono che si sia.
Le ipotesi ufficiali, ossia quelle diffuse sui media mainstream non tentano in realtà di dare una spiegazione degli eventi di Parigi, ma di appiccicarli in modo posticcio dentro il libro delle fiabe che ci vengono narrate giorno per giorno: alcune propendono verso la guerra di civiltà, riflesso post modernista della superiorità bianca, altre più castamente si preoccupano di eliminare qualsiasi sospetto sulle responsabilità dell’occidente e su quelle francesi per le spinte neo colonialiste che ne hanno distinto l’azione dall’inizio della crisi. Né si fa cenno del ruolo della Russia (dimenticando che l’abbattimento del jet di Mosca sul Sinai ha fatto quasi il doppio delle vittime) o ci si preoccupa di collegare con qualche linea appena accennata le vicende mediorientali e ucraine, men che meno di citare non solo la creazione dal nulla, ma anche l’enorme aiuto dato al terrorismo buono anti Assad che adesso è diventato terrorismo cattivo, anche se fa sempre comodo averlo come strumento di ricatto al centro del medioriente e dunque lo si è combattuto con pigrizia e blandizia. La sostanza di questa tesi è la più ideologica, anche se apparentemente più oggettiva grazie alla sottrazione di elementi, è che la strage di Parigi giustifica a posteriori ciò che viene fatto dal 2011 ad oggi in Siria. Per concludere che siamo in guerra e che dunque bisogna attrezzarsi per essa, comprese le compressioni di libertà che ciò comporta.
Proprio in contrasto con questa svergognata assoluzione aprioristica data in forma di spiegazione nascono le tesi cui prodest nelle quali si fa notare che il tragico evento contribuirà a rafforzare la governance neo liberista europea, la forza dei massacri sociali che essa impone e la negazione della democrazia. Ma servirà anche a spezzare la sempre maggiore resistenza che alcuni Paesi europei Germania in testa (seguita in questo anche dalla Francia), stanno facendo ai piani egemonici di Washington contro la Russia e stranamente allo Stade de France dove tutto è iniziato, sedevano l’uno accanto all’altro i maggiori responsabili della politica di appeasement verso Mosca, ossia lo stesso Hollande e il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. In ultimo la strage rinvigorisce la spinta verso il trattato transatlantico destinato a rendere l’Europa una colonia americana e trasformarla in cuscinetto di distruzione in un eventuale conflitto con l’Eurasia.
Certo, se queste saranno le conseguenze dell’attentato, è lecito chiedersi se esso non sia stato in qualche modo preparato dando perciò vita alle tesi complottiste nelle quali si fanno notare alcune incongruenze che alludono quanto meno ad una complicità del potere se non a una vera e propria preparazione: il fatto che i terroristi siano stati in grado di procurarsi armi da guerra pur in un ambiente strettamente controllato e che assurdamente portassero con sé il passaporto (come è avvento per Charlie Hebdo e anche per l’11 settembre) quasi ad evitare che vi fossero dubbi sulla paternità degli eventi, la circostanza che su wikipedia le informazioni sull’attentato siano apparse quasi in tempo reale e con dichiarazioni di Hollande non ancora fatte, la coincidenza che proprio venerdì i pompieri parigini (assieme a molti reparti della gendarmerie) fossero mobilitati per un esercitazione contro l’eventualità di un attacco multiplo. Insomma, come al solito parecchie cose richiedono ancora una spiegazione.
Ma in realtà non ce n’è alcun bisogno di portare le tesi all’estremo e di voler portare una razionalità assoluta dentro logiche che per così dire, lavorano da sole: è incontestabile che l’attentato nasce dal caos lucidamente creato in medio oriente, che i suoi effetti saranno quello di tentare una stretta Usa e neoliberista sull’Europa e, grazie alla paura di poter essere tutti vittime della follia, di metterci in una dimensione di paura e di guerra. Che sia trattato di una vendetta contro il ruolo attivo della Francia nella deliberata guerra neo coloniale ad Assad da parte di schegge impazzite o “contro” il suo tradimento nei confronti dell’Isis dopo la svolta data dalla Russia, che sia stato aiutato o organizzato dai servizi segreti francesi e /o Usa in proprio o su input politico, oppure esclusivamente pensato e attuato da fanatici tornati dalla guerra siriana, cambia poco o nulla ai fini delle conseguenze a cui porteranno. La cosa importante è la battaglia per non permettere che l’attentato sia sfruttato per ulteriori riduzioni di democrazia, per coprire le colpe occidentali, per evitare defezioni nella nuova guerra fredda, per fiaccare le resistenze contro la lotta di classe al contrario, qualunque sia l’origine e la dinamica degli eventi.
Anche la strage di Charlie Hebdo sembrava avere una spiegazione semplice; terrorismo islamico.
Poi i magistrati di Lille hanno indagato sulle armi usate dagli attentatori e hanno scoperto un traffico che dalla Slovacchia passava in Francia sotto il controllo dello SDAT(una specie di Digos francese).
A quel punto, prima che i magistrati potessero concludere un’ indagine che faceva presagire conclusioni inquietanti, il ministro degli interni francese ha posto il segreto militare bloccando la magistratura.
Come vedi già in passato ci hanno rifilato delle panzane.
Sono sempre più convinto che viviate in una realtà parallela.
“Questa è una guerra con molti attori ma senza una linea di demarcazione che consenta di dire “noi contro loro”. Questa mi sembra una guerra multipolare, nella quale molti attori sembrano avversari in uno scenario, e contemporaneamente alleati su un altro. Poiché questo non è chiaramente razionale, forse (e dico forse) la ragione è che facciamno un errore fondamentale: pensiamo che lo scontro avvenga tra Stati, mentre in molti casi le vere centrali di comando sono trasversali ad essi. Sto parlando soprattutto dell’occidente e del medio oriente, il luogo del mondo in cui il vero potere (quello che gestisce lo “stato di eccezione”) da tempo non è più nelle mani degli Stati, bensì di una molteplicità di complessi militari, industriali e finanziari.
Dirò di più: gli unici veri Stati coinvolti in questa guerra multipolare sono la Russia, l’Iran la Siria e Israele, tutti gli altri attori sono in realtà complessi militari, industriali e finanziari che si contendono il vero potere all’interno degli stati dell’Occidente, ormai ridotti a poco più che vuoti contenitori psContinueranno a dirci che il “nemico” è l’Isis, ma io non ci credo. In realtà non vogliono farci capire che questa è una guerra tra complessi militari, industriali e finanziari che utilizzano le risorse sotto il loro controllo, all’interno degli Stati dell’occidente e del medio oriente, per farsi la guerra tra loro, e questo è il loro unico interesse comune.
eudo democratici. Sotto la democrazia niente!”
Da un articolo di Fiorenzo Fraioli – Egodellarete.blogspot.it
leggete pure qui, a proposito di equità redistributiva dei redditi nella società itaGGliana:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=90411
guidati dal partito della nazione, sento odore di provvedimenti illiberali e reazionari nel peggior senso del termine, penalizzanti perlopiù le classi subalterne nel loro già misero vivere quotidiano…
detti provvedimenti di matrice fascista, li chiameranno patriot act , facendo uso del latinorum moderno imperante???
guardate:
http://www.pandoratv.it/?p=4517
Quello che non si riesce a capire dei fatti di Parigi è, come mai l’ISIS, che, secondo i combattenti curdi, riceve sostegno finanziario dall’Arabia Saudita, rifornimenti di armi dai servizi segreti occidentali, supporto aereo e sanitario da Israele e rifugio dalla Turchia, dovrebbe scagliarsi contro uno dei suoi maggiori benefattori.
E tutto ciò mentre la Russia sta bombardando le sue basi e sta organizzando l’esercito di Assad in vista di un attacco decisivo in Siria.
E’ talmente assurda la panzana che ci stanno propinando da far venire il dubbio che si stia cercando di testare l’efficacia dei media nel dirigere le reazioni delle masse.
Il problema è che “la panzana” esiste solo nella tua mente. Smettila di frequentare i centri sociali: c’è un sacco di “fumo” passivo.