Anna Lombroso per il Simplicissimus
Su segnalazione di un’amica la cui intelligenza è un conforto quotidiano, sono andata a guardarmi le esternazioni del presidente del Consiglio sulla strage di Parigi. Lo sciacallaggio in occasione di eventi che colpiscono così crudelmente l’opinione pubblica assume varie forme. Quello a fini elettorali, che alimenta paura e quindi irrazionalità, che suscita torbidi istinti ferini e indifferenziati contro chi è straniero e quindi estraneo e quindi nemico, e che si nutre di stereotipi triti e letargici, è una delle più odiose.
La rivendicazione di ricoprire il ruolo di custodi dei valori di libertà e democrazia da parte di chi ha abiurato ad entrambi, in Italia come in Francia come nell’Occidente, tramite la rinuncia obbligatoria a diritti, garanzie, lavoro e rappresentanza, suona odiosa. E lo è altrettanto la volontà di omettere le proprie responsabilità da parte di chi ha intriso la società dell’humus dell’odio, incrementando le disuguaglianze, conducendo guerre umanitarie in nome di un ossimoro imperialista, finanziando a intermittenza nemici pubblici in modo che diventino occasionali alleati.
Ormai chi non si arrende al buio del pensiero deve difendersi dallo scannatoio di chi ammazza i redattori e disegnatori di un giornale satirico, il cui segno irriverente ha accompagnato le nostre vite. Ma anche da chi ne usa la morte per inaugurare una recrudescenza di reazione “bellica”, di repressione e di isolamento, parlando a nome della superiorità di una civiltà, della vocazione dell’Europa alla manutenzione di valori di coesione sociale e politica, della Francia culla dell’illuminismo e poi della rivoluzione e della sua triade irrinunciabile, dell’Italia “di Dante” per dirla con il premier, di navigatori e di poeti, secondo la retorica dei sussidiari, e che non si interroga sugli effetti dell’acquiescenza agli Stati Uniti e alle sue spedizioni punitive come dell’assoggettamento al suo modello di sviluppo, al contagio della speculazione folle e dissennata, alla scriteriata dissipazione di risorse e ambiente.
E che dire della preoccupazione della nostra classe politica che legge nella macelleria di Parigi un atto contro la libertà di stampa e si erge al ruolo di difensore ad oltranza dell’informazione indipendente? Se quello fosse l’intento primario degli assassini, l’Italia potrebbe essere esentata dai prossimi massacri: autocensura, bavagli volontari o ben tollerati, docile accondiscendenza ai regimi, indole al consenso nei confronti di chi governa, corporativismo e precariato hanno reso il nostro giornalismo particolarmente influenzabile, particolarmente vulnerabile dal ricatto, particolarmente embedded, integrabile e “trattabile”.
E adesso poi, visto che il giro di vite della consegna al partito della Nazione, al suo leader e al suo padrino non pare sufficiente, se ne imprime un altro per limitare l’espressione di chi non ha alle spalle un’organizzazione strutturata, studi legali e assicurazione e quindi i blogger, i collaboratori precari, quelli che a dispetto di retorica e ridicolo continuano a pensare che la loro sia una vocazione oltre che una professione e che trasmettere agli altri fatti, impressioni e opinioni aiuti libertà, dignità, responsabilità e diritti.
Proprio ieri, per una sinistra coincidenza, le disposizioni sulla diffamazione approvate al senato, sono approdate alla Commissione Giustizia della Camera. Le norme cancellano sì la reclusione per i giornalisti ma in cambio prevedono multe da migliaia di euro, rettifiche senza diritto di replica, “oblio” che “cassa” i fatti.
L’intento – è evidente- non è solo quello di punire un reato odioso, quale le denigrazione e la calunnia attuate attraverso menzogne ed insinuazioni non verificate.
Ma, come a suo tempo dichiarò Stefano Rodotà, assume la potenza “di una resa di conti della politica contro i media”, quelli scomodi, è ovvio, creando un clima intimidatorio e paralizzante di paura, inducendo censura preventiva su ogni forma di critica che possa dispiacere a chi sta in alto e teme dissenso e opposizione, agitando uno spauracchio che deve intimorire chiunque scriva qualunque cosa, attribuendo potere esclusivo a chi si “senta” danneggiato, grazie all’imposizione di un “prezzario” che ogni tipo di stampa, dai quotidiani, alle testate registrate sul web, ai libri, alla tv, dovrà pagare per evitare le manette: fino a 10mila euro per una diffamazione commessa, per così dire, in buona fede. Che se invece c’è “cattiva fede”, se è stato pubblicato «un fatto determinato falso, la cui diffusione sia avvenuta con la consapevolezza della sua falsità» (definizione arbitraria e difficilmente dimostrabile), allora la multa andrà da 10 a 50mila euro.
In una realtà nella quale in un mondo in cui l’informazione digitale, il giornalismo partecipativo e il confronto online stanno diventando maggioritari, si è quindi confezionata una legge contro il web, ampliando la responsabilità del “direttore”, imponendo l’obbligo di rettifica in 48 ore per le testate online e la possibilità di chiedere la cancellazione dell’articolo considerato diffamatorio, introduce il diritto all’oblio senza il contrappeso necessario del diritto di cronaca e all’informazione e senza contraddittorio. Cosicché il direttore è condannato ad ubbidire in tempo reale per evitare un contenzioso infinito, costoso o ingestibile, ma soprattutto e a motivo di ciò, a non rendere pubbliche notizie per le quali è probabile la richiesta di cancellazione, imbavagliandosi a priori, nella previsione concreta di non avere tempo e modo per difendere nemmeno la verità conclamata.
Qualche giorno fa il presidente uscente ha messo in guardia dal rischio eversivo rappresentato dall’opposizione. Ha ragione, chi si oppone alla libertà di espressione e di critica è un sovversivo e un terrorista. E peggio ancora se per esercitare la sua potenza usa le leggi dello Stato come un’arma d’offesa. Anche quello è un crepitare odioso, che ci offende e ferisce.
leggete:
http://russeurope.hypotheses.org/3257
ah..se parte della classe dirigente, fosse anche in senso lato, pretendesse, di organizzare, una “battaglia” di dissenso, SAREBBE MOLTO AUSPICABILE , CHE SI ORGANIZZASSE ALLINEATA E COPERTA, ESSA PER PRIMA, piuttosto che pretendere l’intervento spontaneo ed autonomo, della truppa, che la truppa di “rogne” da affrontare autonomamente, ne ha fin troppe, grazie anche a cotanta classe dirigente.
è da 6 anni da quand0o ho avuto un minimo di cultura democratica in più, e un po’ di tempo che ad esempio, come fa Lei su internet, solo che con nick , su vari siti ho tentato di chiarire cosa non andasse in Italia,a volte fascendo analisi sbagliate, a volte facendole giuste, a volte “aiutando” i vari titolari o gesotri di blog a riflettere meglio su quello che scrivevano… mi sono preso, anche us internet, parecchie rispostacce, per il semplice fatto che a volte sono stato parecchio ruvido con le chiacchere da blog…e d’altornde dopo aver sperimentato direttamente in prima persona l’isolamento, nei periodi di difficoltà, certo ho rinunciato a far eil donchisciotte… soi che le mie battaglie personali in buona misura, attorno a me hanno contribuito a frenare la decadenza verso uno stato AUTORITARIO… ma la discesa verso uno stato crematistitco autoritario, sta diventando ormai troppo ripida… non abbia paura, a non so quanti Km di distanza, da Lei, e spesso sotto anonimato, continuerò la mia “battaglia” per uno stato democratico, o realmente SOCIAL democratico… una belle utopia insomma ( utopia per utopia sarebbe meglio quella comunista…).
“@anonimo: lei commenta liberamente in rete il post di un blog che da almeno 5 anni informa e commenta in forma critica rispetto al “regime”, i cui autori non sono remunerati e che ogni giorno scrivono come “servizio” minimo. E che probabilmente dovrà chiudere se passano queste misure perché non potrà fronteggiare questa forma indiretta di censura tramite multe onerose. Non la sfiora l’idea che la condizione in cui ci troviamo non dipenda solo da poteri, media, ma anche da cittadini che stanno a guardare brontolando e che se si esprimono lo fanno nel chiuso delle loro stanze e in forma anonima?”
Si mi sfiora l’idea che i cittadino è da tempo che non è effettivamente tutelato dalle istituzioni che , anzi fanno parte di un sistema sostanzialmente illegale, io l’ho vissuto sulla mia pelle senza essere aiutato ( anzi…) da chichessia … sa se la classe dirigente , anche in senso lato, contro uno stato di cose “”pietoso”” se non gravissimo, il massimo che riesce a fare è di “”belare” nei blog, poi mica si può pretendere che le classi subalterne , con minori mezzi possano fare molto di più… anche se io, a dsi fuori del suo blog, parecchio di più , fuo ri dell’anonimato ho già fatto, senza, nella sostanza essere aiutato… non Le sfiora il dubbio Lomborso che detta deriva avrebbe potuto succedere anche con maggiore velocità se non ci fossero state, delle resistenze alla deriva stessa ??
Non si preoccupi , ho già sperimentato il menefreghismo, l’ipocrisia o la malafede altrui, e ne sono uscito abbastanza con le ossa rotte.. ma questo è un sistema capitalistico-crematistico-politicante, e Donchisciotte, nella battaglia contro i mulini a vento, come dovrebbe sapere anche lei, alla fine ha perso.
Lei poi, attacca la lega nord, che attualmente è l’unica forza politica o politicante che faccia quello che ha almeno una parvenza di discorso politico sull’euro … non so se fa bene…
i grillini cosa dicono della censura, nel loro vagare erratico, da un tema poolitico o pseudo tale e l’altro ??
Io nel mio quotidiano, senza alcun anonimato, nella sostanza, le mi e battaglie le ho fatte, molte perse, e qualcuna nonostante il mio stato di salute non buono se posso le faccio anche ora… ma, proprio no, mi dispiace, non andrò più in piazza per protestare o in sciopero per alcun motivo.. visto che, nella sostanza , effettivamente (!!!) e non solo in linea teorica, motivi validi e persone in buona fede che lo chiedano NON ce ne sono.
Io la mia parte, di cittadino democratico , l’ho fatta, eccome ( più di altri, rispetto alle mie possibilità…), COME SI VEDE, NON È SERVITO A MOLTO.
@anonimo: lei commenta liberamente in rete il post di un blog che da almeno 5 anni informa e commenta in forma critica rispetto al “regime”, i cui autori non sono remunerati e che ogni giorno scrivono come “servizio” minimo. E che probabilmente dovrà chiudere se passano queste misure perché non potrà fronteggiare questa forma indiretta di censura tramite multe onerose. Non la sfiora l’idea che la condizione in cui ci troviamo non dipenda solo da poteri, media, ma anche da cittadini che stanno a guardare brontolando e che se si esprimono lo fanno nel chiuso delle loro stanze e in forma anonima?
la legge acerbo cosolidò il fascismo…le leggi elettorali maggioritarie o in senso maggioritario tipo legge elettorale porcata, ci hanno portato qui… si poi c’è anche la concetrazione della proprietà dei mezzi di informazione…
ma giornalisti anche dei blog, hanno ampiamente sottovalutato il risultato delle miscela dei due deleteri elementi da me qui sopra citati.. trasformare, di fatto l’itaGlia da una democrazia massimamente reale ( così come aspirava la Costituzione dei padri costituenti…),seppur rappresentativa, ad un oligarchia crematistico politicante… e salute a tutti quelli che si riempiono la bocca di democrazia, non avendo la più pallida idea di cosa stanno dicendo, o se la riempiono solo per mire demagogiche e mistificatorie… strano però, con cotanti giornalisti e blogger, ci troviamo dove simo… c’è qualcosa che mi sfugge.