viadotto crollatoNo davvero, la festa non è finita come asserisce Renzi con il miliardesimo twitter in cui ci rassicura che i responsabili dovranno pagare. Anzi la festa finale è appena cominciata: il cedimento di un viadotto in Sicilia dopo una settimana dalla sua inaugurazione dimostra con inoppugnabile chiarezza che la presenza del guappo di Rignano a palazzo Chigi è avvertita come una garanzia per l’opacità e l’irresponsabilità. Solo così si può dare un senso al fatto che un’opera stradale sia stata costruita con tanta leggerezza da durare 7 giorni e che il direttore dei lavori, le ditte appaltanti, i controllori di ogni tipo e i collaudatori non si siano minimamente accorti delle debolezze del manufatto.

Del resto la circostanza che il premier “motu proprio”, come adesso rivendica, abbia provveduto a riabilitare e ridare agibilità politica a Berlusconi con una nuova e pazzesca legge fiscale, testimonia al di là di ogni dubbio questo tipo di atmosfera. Sono i fatti che parlano e ci dicono di un viadotto costruito da un consorzio formato dalla Bolognetta scpa, emanazione della Cmc di Ravenna (con cui condivide la sede), dalla Ccc di Bologna il cui presidente è il medesimo Massimo Matteucci a capo della Cmc e dalla Tecnis di Mimmo Costanzo, imprenditore cresciuto dopo essere stato per diversi anni assessore al Bilancio e Sviluppo economico del comune di Catania all’epoca del sindaco Bianco e operante esclusivamente a quanto è dato di sapere, nel settore  dei lavori pubblici, siciliani e non. Noto è il fatto è che un suo appello per i ritardi nei pagamenti dell’autorità portuale alla Tecnis per la costruzione della darsena commerciale di Catania, sia stato accolto con straordinaria rapidità da Renzi con inevitabili scambi di complimenti fra i due. Peccato che non tutto luccichi in quella darsena: a fronte di una utilità tutta da verificare, l’opera richiederà una manutenzione regolare e molto onerosa per mantenere il pescaggio. Insomma una sorta di vitalizio per la Tecnis. Ma chi volesse saperne di più può utilmente leggere qui qualcosa che non si trova sull’informazione di regime.

Per la Cmc non c’è molto da dire se non che la coop “rossa” (si fa per dire naturalmente) lavora alla Tav ed è al centro di tutta l’opacità dell’Expo tanto che Greganti fungeva da “ambasciatore” del gigante cooperativo. Insomma in tutto l’affaire del viadotto si respira aria di famiglia piddina per cui ci sono poche speranze che si trovino davvero dei responsabili. D’altro canto l’Anas ha già fatto un passo indietro dichiarando che il cedimento non riguarda l’opera in sé, ma per dirla senza tecnicismi, del rilevato dell’opera, ossia della sua base di appoggio. Non è che cambi molto, anzi fa sorgere dubbi ulteriori sulle manine che hanno sistemato il terreno e posato il cemento per l’opera, ma probabilmente cambia molto dal punto di vista dell’accertamento delle responsabilità e delle conseguenze: la peggiore delle quali potrebbe essere il fallimento della Bolognetta, ossia di un puro nome di comodo.

Per la cronaca è il quarto viadotto che crolla in due anni in Sicilia, quattro occasioni in cui in cui si è giurato che i responsabili sarebbero stati trovati. L’ultima a luglio scorso, siglato dallo stesso Lupi e con le medesime parole rituali. La festa è finita? No di certo, la notte della Repubblica è ancora giovane: finché c’è qualcuno e sono ahimè tanti che si benda gli occhi e si compiace della tempestività della risposta twittara di Renzi, vuol dire che siamo appena all’aperitivo anche se già ubriachi.