Non è vero che nulla è cambiato con Renzi: il guappo di Rignano ha rottamato l’Italia che resisteva al berlusconismo. Non lui da solo, naturalmente, lui è l’attor giovane che recita un copione scritto da altri, ma che talvolta si concede dei siparietti in cui si rivela per quello che è. E che fa rivelare molti italiani per quello che sono. Una prova evidente l’abbiamo dal viaggio del premier e famiglia negli Usa, praticamente una settimana bianca a spese dei cittadini sulla quale abbiamo goduto di cronache più diligenti che per un viaggio papale, ma sulla quale nessun grande media ha fatto pesare la domanda fondamentale: che ci è andato a fare?
Non ha incontrato Obama, solo salutato all’Onu e nemmeno alcun altro membro della sua amministrazione, situazione estremamente umiliante per il nostro Paese: non era mai accaduto che una visita di un nostro presidente del consiglio cadesse nel vuoto pneumatico di incontri istituzionali. In compenso è andato alla Silicon Valley senza sapere che ormai è denso di uffici markenting di aziende che nella quasi totalità producono e pensano altrove oppure si dedicano al controllo dell’informazione in rete, ha visto per l’ennesima volta Marchionne, si è fatto ridere dietro a Stanford per il suo inglese maccheronico, adottato per evitare che risaltasse la sconcertante maccheronicità di pensiero da cui è afflitto, ha incontrato un po’ di ex neocon tra cui Condoleeza Rice e infine i Clinton, lui distruttore del welfare americano, lei in politica estera allineata con i falchi repubblicani insieme al loro ex ambasciatore in Italia, Ronald Spogli. Incontro davvero singolare visto che il diplomatico in pensione, ora dirige la Innogest, una Spa di diritto italiano che controlla la milanese Hacking Team, piccola azienda che Reporters sans frontieres inserisce fra i cinque mercenari dell’era digitale. In pratica produce software spia per computer e smartphone di cui gli Usa si sono serviti in diverse occasioni e che è per giunta finanziata dal nostro governo.
Delle due l’una o questa è stata una gita privata spacciata dai media per visita di stato, una sorta di fuga precipitosa dai problemi che cominciano a cadere sulla testa del premier,oppure è una visita di stato completamente fallita, la dimostrazione che nessuno prende sul serio il guappo di Rignano. Tutto questo è evidente, ma poiché, come ha detto Renzi stesso l’Italia non è un Paese normale, ecco che nessuno osa chiedergli che cavolo ci è andato a fare in Usa se non ci abbia esposto a questo sperpero per provare i google glass , con i quali si è pavoneggiato da par suo, senza sapere che l’idea è stata sviluppata per prima, nel 2011, da un’azienda modenese sulla quale Google ha fatto pressioni perché cambiasse nome (GlassUp) e che non è stata per nulla aiutata né dal sistema bancario avido e vetusto, né dai governicchi del Paese che si riempiono la bocca con la parola innovazione.
Pezzo d’asino verrebbe da dire. Ma non voglio certo offendere animali così utili.
Giustamente duro, ed è ancor poco…
renzi è andato in america per non andare al processo
Credo che i motivi per cui si fanno i viaggi oltreoceanici siano spesso segreti o segretati, l’essenziale non è nei comunicati stampa o nei video di You Tube anche se, a volte, quello che non si vuole dire esce lo stesso! Ci sono anche altre possibilità: Renzi può aver incontrato Obama ma la notizia non è stata fatta trapelare. Oppure non ha incontrato Obama ma ha incontrato qualcuno più importante di Obama, qualcuno che decide veramente. Tra l’altro, l’obbligo deontologico di un politico di dire quello che fa, in nome della trasparenza democratica, non esiste più, se mai è esistito. Andrebbe ristabilito e reso un obbligo legale ma questo è un momento storico di decostruzione e non di ricostruzione della democrazia, dobbiamo aspettare il prossimo autobus che chissà quando passerà…
Bisogna anche stare attenti a non fare il gioco di Renzi che è quello di attirare come un magnete l’attenzione dei media grazie alla sua personalità larger than life che non è nativa, peraltro, ma frutto di un accuratissimo casting. Oggi i politici sono attori che interpretano una parte ma questo non significa che un uomo con la faccia di Monti possa fare il Renzi o che un attore consumato come Renzi possa fare il Monti. Monti era la faccia giusta per il periodo di tregenda succeduto alle dimissioni forzate di Berlusconi. Il significato era: ti dò una faccia che promette tempesta e ci sarà un periodo di tempesta vera. Oggi, dopo la cura Monti e la rassegnazione in cui siamo piombati, il significato è: ti dò una faccia che promette allegria e ottimismo e tu, popolo italiano, non ti accorgerai che stai ballando sul Titanic o che il tuo paese si sta trasformando in un lager.
..frustrante sindrome da ex giovane, anonimo, esplorartore (boy scout).