Fiori di PescE’ proprio nei momenti in cui si vincono le medaglie di cartone che si può misurare lo sprofondo nel quale il Paese è arrivato e capire che l’aria di montagna di cui parlano i media è un inganno. La vittoria della Mogherini, chiamata sullo scranno puramente figurativo di commissario agli esteri di Bruxelles, è infatti un vanaglorioso trompel’oeil che nasconde un palazzo ormai fatiscente, una mano di stucco su un disastro che si fa ogni giorno più evidente.

La nomina della innocua signora che sostituirà la Ashton nel niente dello spazio estero europeo e per di più con ancor meno competenze formali della baronessa inglese, nasce infatti da una ulteriore rinuncia a quella flessibilità che è diventato il feticcio residuo del renzismo e si collega ad opache, rovinose manovre sul piano geopolitico. Proprio mentre volavano le congratulazioni, l’agenzia Interfax – Ucraina batteva con singolare ritardo e letale coincidenza una notizia nella quale si dava conto di un accordo siglato l’8 agosto scorso e rivelato il 12 dal procuratore generale di Kiev, Jurij Bojchenko: Ucraina, Olanda, Australia e Belgio, le nazioni a vario titolo maggiormente coinvolte nell’abbattimento del Boeing malese, hanno deciso di rendere segreti i risultati dell’inchiesta sulla tragedia attribuita tout court ai separatisti russi. Se si pensa che ulteriori sanzioni a Mosca hanno avuto per pretesto proprio la tesi del missile lanciato dai separatisti, si capisce a pieno la valenza di una notizia che di fatto ha un solo significato: l’attribuzione dell’incidente è completamente fasulla e l’escalation che ne è seguita, anche se avesse un senso, è la dimostrazione dell’inesistenza politica dell’Europa e della sua completa subalternità alle politiche di Washington.

Povera Mogherini, vaso del terracottaio di Rignano, investita da questi vasi di ferro fin dal primo minuto. Ma il fatto peggiore è che Renzi ha di fatto barattato questo “successo”  con la chiamata di Pierre Moscovici alla poltrona di commissario all’economia. Come scrivono oggi i giornali tedeschi, la Merkel che sta cercando di mettere in piedi una sua politica estera, si è servita della vanagloria renziana per dare un contentino al Pse facendo passare la Mogherini, nonostante le dure opposizioni, all’unico scopo di sbarrare la strada dell’Economia al candidato  francese fortemente contrario al rigorismo dell’austerità. Così mentre da noi il bullo ciancia di flessibilità, collabora attivamente ad impedirla con l’unico scopo di appuntarsi sul petto la medaglia di cartone della signora Pesc.

Del resto ormai si deve attaccare a questi balletti e contraddizioni perché il suo appeal va calando visibilmente, mentre si susseguono con sempre maggior frequenza gli errori di comunicazione: si ha la sensazione che la stessa classe dirigente che lo aveva pompato e finanziato lo stia lentamente abbandonando in cerca di un cavallo più credibile perché questo dopo il galoppo delle europee, appare sempre più un ronzino.