Ciò che sta accadendo è confuso, caotico, ma al tempo stesso chiarissimo: l’Europa del trattato di Roma, delle speranze germogliate nel dopoguerra, è definitivamente defunta. In due grandi Paesi storici ,Francia e Gran Bretagna ha vinto la voglia di andarsene da un consesso sempre più a guida bancario tedesca. In altri, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Danimarca, Polonia vincono o aumentano fortemente le forze critiche sia di sinistra radicale che di destra o di protesta. Dappertutto, salvo che in Svezia e in Portogallo dove ci sarebbe anche la possibilità di un governo tutto a sinistra, perdono le socialdemocrazie colpevoli di essersi appiattite sulla politica dell’austerità e dei massacri e in qualche caso di esserne divenute persino protagoniste.
Insomma la Ue è contestata ovunque tranne che in Germania, Olanda, Belgio e Finlandia che godono in qualche modo dei benefici delle politiche monetarie e austeritarie: una situazione che dovrebbe spingere a ripensare tutta la costruzione continentale e le filosofie che l’hanno guidata quantomeno nell’ultimo decennio. Ma invece, segno inequivocabile di uno squilibrio mortale, ci troviamo di fronte a un paradosso: che le forze conservatrici alla radice del disastro sociale e della stessa ostilità all’Europa, avranno ancora più forza, almeno quella organizzata, nel cosiddetto parlamento di Strasburgo, grazie soprattutto alle ambigue democrazie dell’Europa dell’ est dove dominano incontrastati oligarchi, corruzione, protofascisti e ufficiali pagatori della Nato. Sono i fascio conservatori delle repubblichette baltiche o balcaniche che permetteranno alla Merkel e ai poteri finanziari di continuare a comandare a bacchetta, insomma la destra buona da utilizzare, nascondere e non demonizzare. Con conseguenze che rischiano di diventare drammatiche se davvero a Bruxelles ci si trincererà dietro un parlamentarismo da operetta e una commissione Ue guidata dal conservatore Juncker, peraltro espressione di un semi paradiso fiscale come il Lussemburgo .
L’Italia è in qualche modo una infelice sintesi di questo panorama grottesco pur rimanendo nello stesso tempo estranea ai movimenti storici che si stanno evidenziando, segregata nella prigione dei suoi vizi nazionali, primo fra tutti il gattopardismo amorale delle elite e l’insopprimibile istinto alla subalternità dei suoi cittadini, pronti a baciare la mano a chi getta la monetina nel cappello. Siamo a parte la Grecia, le vittime designate e tuttavia i più europeisti. La vittoria di Renzi, pur in un contesto di voto poco al di sopra del 50%, ma che sarebbe stato assai al di sotto se non si fosse contemporaneamente votato per due Regioni e 4000 comuni, da una parte testimonia del magma che si sta accumulando al di sotto della pelle politica e dall’altro, pacifica il Parlamento come espressione corporativa della classe dirigente. Il guappo di Firenze, peraltro formidabilmente aiutato dai media di regime, ossia da quasi tutte le tv e i giornali, prende il voto dei vecchi militanti del Pci legati ad antiche appartenenze ormai prive di senso e quelli dei berlusconiani che vedono in lui – certamente non a torto – il nuovo Cavaliere. Insomma ha prosciugato il suo avversario, quello che avrebbe dovuto essere l’altro corno di un sistema bipolare, mettendo le basi per un’oligarchia di osservanza berlinese e finanziaria.
D’altra parte la sinistra è scomparsa, ormai la si vede solo al microscopio e del resto probabilmente nemmeno si iscriverà al gruppo della gauche, ma qualunquemente a quello di Schulz, dipende molto dagli eletti, mostrandosi sempre più indefinita nella sua narrazione. Berlusconi assieme alla sua banda di magliari è in declino inarrestabile dovuto all’età, all’inconsistenza ipocrita dell suo messaggio peraltro sempre più fagocitato da Renzi, vicino alla resa dei conti, mentre il M5S ha perso l’occasione di dotarsi di una vera struttura politica all’altezza del suo successo, rimanendo fermo alla mitologia della rete e affidato completamente all’estro di Grillo o alla stravaganza non solo estetica di Casaleggio che francamente non sono il massimo in fatto di affidabilità. Così nonostante il buon lavoro svolto dai parlamentari del movimento, l’idea rimane quella di un’ amalgama di protesta.
In conclusione ciò che accade è che Renzi è molto più forte sul piano interno, dove potrà manomettere la Costituzione, fare l’Italicum e rimangiarsi le promesse, ma molto più debole sul piano esterno dove non può accampare scuse di gestione politica nei riguardi della troika e delle sue richieste: Francia, Spagna, Gran Bretagna, Grecia e Portogallo riusciranno a strappare qualcosa proprio a causa dell’instabilità politica e del pericolo che tirando troppo la corda davvero l’Europa finisca per saltare come una supernova. Per di più, qualunque favola venga spacciata, entra in un rapporto complicato se non ostile con i partner del sud Europa oggi più disponibili a far fronte comune per cambiare i trattati, essendo di fatto la stampella della Merkel che infatti non ha mancato di far sapere che conta su di lui per contenere le spinte anti austerità. Così l’Italia che si è scoperta così prona e disposta ad essere tosata per una mancia, così timorosa e confusa, sarà il cavallo di Troia per ottenere la sua stessa depredazione. E sarà l’implacabile punitrice di se stessa.
Sarebbe ora che stati come Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Austria, con tutti i paesi dell’est si alleassero, compresa la Russia fondando la vera Europa. Lasciando perdere Germania, Olanda, Norvegia. A questa europa non mancherebbe nulla, lasciando al suo destino la vecchia Europa che non potrebbe neanche transitare e poi vedere a chi venderebbero i loro prodotti con un euro così forte. Questi stati sarebbero costretti a scendere a patti o rimanere fuori. Scrivendo prima uno statuto con leggi valide per tutti e poi emettere una moneta che non penalizzi nessuno, e la cosa più importante avere una mano d’opera che non avvantaggi nessuno. I nostri prodotti sarebbero valorizzati per la loro qualità, e non sarei obbligato a comperare cibo scadente, e gettare le nostre delizie, perché lo ha deciso la Germania. La qualità sarebbe superiore, la merce farebbe meno passaggi e costerebbe meno. Ogni stato avrebbe le sue specialità da mettere sul mercato, senza pestare i piedi a nessuno. In questo modo i conti tornerebbero esatti a ogni paese. Mentre ora c’è il mercato comune, ma solo di nome perché tutto viene imposto, neanche le frontiere sono libere, si predica bene ma si razzola molto male e sempre a vantaggio dei più forti, per trovarsi sulla tavola la qualità peggiore. Chiedete all’Emilia dove finiscono le mele, pere migliori, chiedete alle regioni produttrici di agrumi, i migliori dove finiscono, le regioni produttrici di olio il migliore dove finisce, per poi trovare sui nostri tavoli oli che non hanno mai visto un’oliva. Questa e’ l’Europa Unità .
Gli scarsi risultati del 3° millennio? Sono da attribuire a l’apatia dei Giovani
e alla disonestà (dei sessantottini che appartengono alla classe manageriale e politica) serva dei capitalisti che là discesa in campo di SB ha spianato loro la strada.
Rendendo l’Italia quello che è. Un grande mercato delle vacche dove il popolo sarà solo lo spalatore di letame. VITTORIO
PS L’Ultima generazione nata? per potere sperare in un futuro più giusto Dovrebbe ritornare
al dopo Guerra e rincominciare tutto da capo. Mettendo in conto tutti gli errori fatti in 66 anni di mala politica da tutti i partiti (nessuno escluso)
Ci tengo a precisare che ho 75 anni sono pensionato ho la seconda elementare e confidavo nel movimento 5 stelle Come me molti anziani che conosco.
Confido nel movimento perchè è l’unico che non fa inciuci per portare avanti le sue idee.
ottima analisi peccato per l’Italicum. Non si farà mai, visto che era una legge anti M5S e dal momento che il berlusca sta sotto, non verrà fatta. Per il resto ottimo.
La conclusione mi pare un po’ esagerata. Non sarei così sicuro.
Questi nostri cari com-patrioti.
Per non incorrere nel rischio di restare col cerino in mano, qualcuno ha deciso di “morire democristiano”… consumando fine alla fine nel triste gioco delle parti.
L’ha ribloggato su Quijote Travels.