Si chiama Ifo ed è uno dei più prestigiosi istituti di ricerca economica della Germania e dell’intero continente, legato tra l’altro all’Università di Monaco. E proprio da lì giunge l’accusa alle istituzioni europee di aver contraffatto spudoratamente i dati della Grecia. Eurostat avrebbe rimosso dal suo sito dati essenziali allo scopo di far apparire un surplus primario dello 0.8% nel bilancio pubblico di Atene. Fino a mercoledì 7 maggio appariva un deficit dell’ 8,7 per cento che in pochi giorni si è addirittura trasformato in attivo.
Il presidente del prestigioso istituto, Hans Werner Sinn, ben conosciuto come uno dei contestatori più violenti degli aiuti alla Grecia e naturalmente agli altri Piigs sostiene che “le istituzioni europee stanno perseguendo la strategia di edulcorare la situazione finanziaria dei paesi in crisi poco prima delle elezioni per il Parlamento Europeo. In realtà la Grecia è ben distante dall’aver recuperato la salute finanziaria” E accusa la commissione Ue. di voler fuorviare l’opinione pubblica.
Ha toccato un tasto dolente e ambiguo che tuttavia i media maistream tacciono completamente: il portavoce della Commissione sulle questioni economiche e finanziarie Simon O’Connor ha dovuto ammettere che l’Ifo ha ragione e che il deficit greco è effettivamente all’ 8,7%. Tuttavia nel tentare di giustificare il gioco di prestigio dei dati, ha anche aperto un vaso di pandora ancora più grottesco sui trucchi della governance contintentale per far quadrare i conti. Ha infatti sostenuto che i criteri di calcolo sono cambiati per escludere le enormi risorse pubbliche utilizzate al fine di accorrere in aiuto del sistema bancario: dal 2008 4900 miliardi di euro, un terzo dell’intero pil continentale sono stati mesi a disposizione al fine di salvare gli istituti di credito in difficoltà. Così alla fine del 2013 si è pensato, con l’attiva partecipazione all’inganno di Olli Rehn, di enucleare queste spese dal patto di stabilità e dal calcolo del deficit, per “evitare distorsioni”
Come è possibile che il nuovo calcolo sia divenuto attivo solo a 0 giorni dalle elezioni è un elemento che supera ogni immaginazione. Ma se lo stratagemma può soddisfare i bugiardi della ragioneria fasulla e gli illusi lascia scoperte tutte le piaghe politiche dell’europa bancaria e liberista: a fronte di somme colossali che i cittadini europei hanno dovuto versare per salvare manager, assicuratori e azionisti delle banche, ci sono gli spiccioli destinati al lavoro, alle pensioni e al welfare, vergognosamente pochi e mai stornati dai conti, compresi quelli dell’impoverimento e dell’inciviltà.
Quindi quando sentite che stiamo uscendo dal tunnel, sappiate che invece sta arrivando il treno.
Buongiorno Vittorio, non credo si tratti di un sogno. Sognare l’Europa (anch’io l’ho fatto) era tecnicamente una volontà inconscia di uccidere la propria patria, l’Italia, che evidentemente ritenevamo indegna di esistere, per creare una nuova realtà ideale come se veramente le patrie si potessero creare a tavolino e senza secondi fini.
Non era vero niente. I padri fondatori dell’Europa i secondi fini ce li avevano eccome! Erano delle persone con doppia morale politica che sapevano benissimo che quello che facevano era un’imposizione americana ma ci hanno fatto credere che fosse una cosa buona abbandonare la propria patria, tradirla (perché optando per l’Europa l’abbiamo tradita, proprio noi che accusiamo sempre i politici di tradimento) per ammucchiarci con gente che anch’essa ha accettato di tradire la propria patria. In nome di che cosa?
Ora lo vediamo, i risultati sono davanti ai nostri occhi. Si ricorda il cavallo di Troia? Il greco Sinone convinse il re di Troia che il cavallo abbandonato dai greci fosse un segno di pace e i troiani furono ben lieti di farlo entrare, esattamente come noi lo fummo di entrare in Europa. Ma dentro al cavallo c’erano i guerrieri nemici pronti a farli fuori al calar della notte. E anche noi, alle prime luci del nuovo secolo, siamo stati aggrediti proditoriamente e ci stanno facendo fuori. Almeno, però, gli antichi troiani del racconto omerico non avevano rinunciato alla loro patria per far entrare il cavallo, erano solo stati presi da un’infantile e imprudente cupidigia unita a un desiderio comprensibile di pace, finalmente pace dopo tanto sangue (che è poi, guarda coincidenza, la stessa nostra motivazione!). Noi invece abbiamo fatto entrare il cavallo d’Europa rinunciando alla nostra patria che era la nostra stessa identità ed ora siamo esposti a tutti i pericoli dei popoli che hanno smarrito la loro identità, dal perdere il proprio territorio a perdere la propria cultura e la propria lingua. E per questo possiamo anche stramaledire i padri fondatori dell’Europa che ci hanno incoraggiato a questo sciagurato passo ma, purtroppo, chi ha salutato con gioia l’abbandono della patria senza magari neanche rendersene conto è anch’egli, in qualche misura, corresponsabile.
Le Generazioni di ieri si Confrontano con quelle di oggi
I Padri Fondatori de L’Unione Europea appartenevano a un’Epoca ormai tramontata dove il giudizio era prerogativa solo di persone ricche di esperienza.
Con una visione del futuro proiettata al bene comune Idealisti? no sognatori.
Appartenevano a un passato che ha scatenato due Guerre Mondiali per la cupidigia.
Per porre fine a gli errori del passato hanno dato vita ad un sogno (L’UNIONE EUROPEA)
Il loro sbaglio? L’avere creduto che la guerra da combattere sarebbero stata solo nella conquista dei mercati.
Purtroppo il Nuovo sta uccidendo il sogno.
La cupidigia Ha infettato le Generazioni del dopo Guerra
Vanificando il sogno Utopico dei Padri.
Vittorio
@ Roberto Casiraghi: davvero grazie per la segnalazione, provvedo a condividere.
e che dire del MAIE.. un partito senza concorrenza diretta, con seggi assicurati al primo della lista. Persone che l’ Italia la vedono solo dopo essere eletti, che pagano le tasse altrove.. tutto fa parte di un grande disegno.. leggetevi i protocolli..
L’ha ribloggato su takeredpill.
Il Corporate Europe Observatory, che raccoglie e racconta con dovizia di informazioni le malefatte del lobbismo europeo, organizza per il 15 e 16 maggio un “tribunale del popolo” che si prefigge di giudicare l’operato della troika e i devastanti risultati dell’austerità. Verranno raccolte diverse testimonianze e parteciperà all’iniziativa anche una voce italiana. I lavori del tribunale potranno essere seguiti in diretta streaming. Il “verdetto” sarà emesso venerdì 16 verso le ore 17. Dato che non ne parlerà nessuno qui da noi, mi fa piacere portare a conoscenza dei lettori di questo sito la cosa. Per ulteriori informazioni: http://corporateeurope.org/events/eu-crisis-policies-put-trial