A vedere la Merkel che gioca col telecomando con i premier italiani, parrebbe di trovarsi di fronte a un potente e sagace statista. Ma proprio in queste settimane la cancelliera ha messo in luce i suoi limiti, assieme a quelli di una elite europea di infima qualità che in fin dei conti sta affossando l’idea dell’unione continentale con la sua inadeguatezza. Eh sì perché vedere la povera Angela in preda all’angoscia fa un po’ pena: ha creduto all’amico americano che le ha venduto l’avventura ucraina come una passeggiata e a un Putin che non avrebbe reagito. Erano balle che potevano anche convincere un americano, ma che un europeo avrebbe dovuto sgamare fin da subito: così adesso la cancelliera si trova ad essere trascinata in un confronto con la Russia da cui la Germania compra il 35% del proprio gas e che costituisce il mercato di sbocco del 5% delle proprie esportazioni. In complesso l’Europa esporta in Russia per 230 miliardi euro con un attivo di 80 miliardi (vedi nota sull’Italia*).
Così Frau Merkel,mentre da una parte appoggia il governo golpista sostenuto da truppe paramilitari di stampo nazifascista oltre che da “contrattisti “venuti direttamente dagli Usa e deve far buon viso alle giustificazioni grottesche che vengono da oltre atlantico , dall’altra si rifiuta di escludere Mosca dal G8, (sai che paura) e si rende conto che le eventuali sanzioni sono un solletico per zar Vladimiro, che anzi se mettono in difficoltà qualche oligarca, lo avvantaggiano pure. E’ anche per questo che nei giorni scorsi Kissinger, l’immortale modello del dottor Stranamore, visto anche che in una vita intera non è riuscito a perdere l’accento tedesco, ha parlato di dilettantismo e idiozia delle elite occidentali nel mettere a punto un golpe quando sarebbe stato molto più fruttuoso agire in altri modi.
Questo perché l’economia russa si basa sulle materie prime e non certo sulla finanza e le famose sanzioni rischiano di ottenere un effetto del tutto contrario: vale a dire rendere più stringente un raccordo stretto fra i giganti emergenti, in primis la Cina che ormai si sente minacciata dagli Usa per interposto Giappone ma anche il Brasile che teme le manipolazioni politiche made in Usa e pure l’India con cui esiste già uno stretto rapporto di interscambio di tecnologie militari, tanto che il prossimo caccia di quinta generazione ( che vola benissimo, al contario dell’F35) sarà costruito congiuntamente. In concreto la vicenda Ucraina potrebbe dare avvio non solo a una nuova guerra fredda, ma a uno scambio di merci e materie prime tra grandi Paesi che bypassano il dollaro e che naturalmente rischia di estendesi pian piano a molte altre aree con un effetto domino. Un arma temibile perché è evidente che la centralità e prosperità dell’economia Usa è in gran parte legata al ruolo del dollaro come moneta universale e “obbligata” del commercio mondiale: se questo venisse meno la divisa statunitense dovrebbe fare i conti con l’economia reale e arrendesi alla dure necessità di un Paese normale. Di fatto a maggio sarà siglato un patto in questo senso tra Mosca e Pechino, mentre l’India ha già in qualche modo fatto una scelta di campo considerando perfettamente legittimo il confluire della Crimea nella Russia.
Inutile illudersi, la vicenda Ucraina aperta con tanta superficialità durerà molto a lungo, diventerà una zona di frizione, una piaga permanente sempre pronta ad esplodere. Ma essa apre anche uno squarcio sulla mediocrità della governance europea rivelatasi inadeguata a perseguire una visione autonoma rispetto agli Usa, al punto di collaborare a un’operazione che potrebbe tradursi in una perdita netta per i Paesi dell’Ue, ma che soprattutto è ormai insensibile agli ideali di democrazia, se non nel grottesco formato mediatico e da esportazione. In un certo senso se con la crisi economica la Ue si è dimostrata la longa manus della finanza e di alcuni interessi nazionali, ora dimostra di essere poco più di una carta carbone della Nato, tradendo al tempo stesso i propri ideali e gli interessi dei suoi cittadini.
* Dalla Russia importiamo il 30 per cento di gas e petrolio, con un import (dati 2013) di 32,6 miliardi e un export di 13,4 miliardi. Tuttavia il mercato russo è in forte espansione e nell’ultimo anno il nostro export è aumentato del 25%, tanto che il nostro Paese è divenuto il quarto partner commerciale del gigante russo. Nei prossimi tre anni venivano ipotizzati aumenti intorno al 33 %Senza contare gli investimenti di Mosca nella penisola arrivati nel 2013 a 366 milioni. Ora tutto questo può essere messo in forse dalle sanzioni.
Ottimo articolo, come sempre. Concordo con le osservazioni di Lorenzo (20 marzo 2014 at 13:17)
Ansiosi di dimostrare agli Usa che l’Ue è in tutto e per tutto funzionale agli interessi di Washington, i leader europei, Merkel su tutti, hanno appoggiato il colpo di stato in Ucraina senza valutarne attentamente le conseguenze.
E le conseguenze sono pesanti, perché non solo la Crimea, ma tutta l’Ucraina dell’est è a maggioranza russa, e le industrie più importanti sono nell’est russofilo. Di conseguenza, il governo autoproclamatosi di Kiev governerà – finché non sarà rovesciato a sua volta – uno stato di circa 20 milioni di ucraini, senza nessuna prospettiva e con una forte minoranza di neo nazisti. E non credo che l’Ue potrà trasformare questo disastro in un successo.
Solo nei primi 14 anni di questo secolo, nel vano tentativo di farne il “secolo americano”, Washington ha inanellato un sanguinoso fallimento dietro l’altro: Iraq, Afghanistan, Libia e Siria, che sono costati complessivamente la vita a svariate centinaia di migliaia di persone. Ora ci riprova in Ucraina e in Venezuela.
In Siria la Russia è stata determinante nel fornire assistenza al governo, mettendolo in condizione di contrastare efficacemente i mercenari eterodiretti, e determinando profonde spaccature tra loro che hanno portato a sanguinose faide interne.
In Ucraina, i russi hanno agito tempestivamente disinnescando sul nascere ogni eventuale rigurgito di violenze da parte dei neonazisti di Kiev.
Grazie a Mosca è fallito l’ennesimo tentativo dello zio Sam di fagocitare un’altra nazione funzionale ai suoi interessi. Altrimenti sarebbe stata una catastrofe anche per noi europei.
Ora c’è solo da sperare che i “dottor stranamore” di Washington non perdano la testa.
http://www.huffingtonpost.fr/olivier-dupuis/ukraine-si-vis-pacem-para_b_4974285.html?utm_hp_ref=fr-international
Lorenzo, mi sembra sia un errore vedere l’Ucraina come un mero teatro di scontro fra due imperi. Il popolo ucraino ha fatto la rivoluzione ucraina, non gli americani, non gli europei. Da un lato fu la rivolta contro un potere corrotto fino in fondo, dall’altro intervennero quelli che volevano che Yanucovich restasse o cadesse: i oligarchi ucraini, alcuni pro, altri contro, gli americani e gli europei, i russi. Come uno che conosce da vicino i russi, io preferisco cento volte di più l’imperialismo occidentale a quello russo.
victor, per quanto scritto in buona fede, il tuo commento sono parole senza senso compiuto, parole belle e altisonanti senza alcuna connessione con la realta`
l’articolo non mi pare difenda Putin, piuttosto cerca di fare un’analisi oggettiva della situazione: parlare di imperialismo russo senza tirare in ballo quello americano ed europeo e` ridicolo, i grandi blocchi geopolitici sono imperialisti a prescindere, non tenerlo in considerazione o mascherarsi dietro parole vuote (in questo contesto) come “democrazia” sono pure seghe mentali
la situazione e` abbastanza chiara: la russia abbonda di materie prime, e non e` legata cosi` pesantemente al mercato finanziario come invece lo sono le cosiddette “democrazie occidentali”, quindi le sanzioni sono come il classico tagliarsi i coglioni per far dispetto alla moglie
il tentativo di forzare le logiche economiche usando la leva militare, attraverso il trito e ritrito meccanismo del golpe mascherato neanche tanto abilmente da rivolta democratica, e` quello che e`: una mossa incredibilmente idiota, e concordo con ilsimplicissimus e (mio malgrado) con Kissinger, solo degli idioti potevano pensare che funzionasse, il risultato e` sotto gli occhi di tutti: Putin si e` mangiato un pezzo Ukraina, gli USA ci stanno facendo la figura dei bulli del paesino, messi all’angolo dalla loro boria e faciloneria, e la UE peggio ancora, la figura degli amici scemi del bullo di turno, che prima fanno la ola al leader del branco, poi si cagano sotto quando realizzano che la vittima, con due colpi di judo, stende senza fatica il cretino palestrato
Fa un strano effetto vedervi a difendere l’imperialismo totalitario di Putin che oggi calpesta l’indipendenza ucraina e domani, se non fermato, si prenderà altri pezzi mancanti della sua unione eurasiatica. Si, le sanzioni avranno un effetto bumerang per l’Europa, ma sono sempre meglio di una guerra. La Russia dipende in maggior misura dallo scambio commerciale con UE. Va quindi piegata a tutti i costi per scongiurare il pericolo di un nuovo Hitler alle nostre porte. E avviare il popolo russo verso la democrazia, senza Putler.