“Questo è il governo italiano, non siamo su scherzi a parte”. Also sprach Renzi. Sotto la coda di paglia di Firenze si consuma l’ennesima commedia dell’insaputa e della sorpresa per la rapina agli insegnanti furbescamente decisa a settembre da Letta e rivelata solo dopo le vacanze di Natale, grazie, come per il Salva Roma, ai 5 stelle. Dal momento che non c’è più l’infame cavaliere a cui dare ogni colpa, che il governo è praticamente un monocolore Pd, con pochi e incolori alleati, Renzi può mettere in luce la sua vera natura di specchietto per le allodole, di democristiano profondo, di pezza a colore sugli sbreghi governativi. O, come dice Gilioli, di anti infiammatorio che attenua il dolore senza minimamente curare il male. E quindi non sorprenderà apprendere che la restituzione dei soldi oggi deplorata è stata invece attuata a Firenze nei confronti dei dipendenti comunali, precari compresi.
Naturalmente si potrebbe dire la stessa cosa e forse ancor più a proposito, della ministra dell’istruzione Carrozza che finge di scandalizzarsi di qualcosa che aveva in ogni caso il dovere di sapere o dei sedicenti esperti di scuola di area pd e renziana che ora lanciano petizioni contro la rapina o di quei giornali che danno la colpa all’inumana burocrazia, come se fosse questa a produrre i decreti o di quei cialtroni bocconiani di via XX Settembre che sparano cazzate a ritmo impressionante o ancora del nipote di Palazzo Chigi dove la sottrazione dei 150 euro mensili ai ricchi insegnanti è stata lucidamente studiata. Probabilmente si farà marcia indietro visto che il piano è stato scoperto prima della sua applicazione sugli stipendi di gennaio, certo però che si tratta di una figuraccia.
Ma Renzi costituisce un salto di qualità rispetto a queste miserie di governo, perché esprime contemporaneamente e mimeticamente il cinismo di chi fa lo scherzo e il sussulto di chi lo subisce, ma soprattutto perché in questa dialettica di lotta e di governo gioca il ruolo di chi ipocritamente frappone sussurri e grida per nascondere che l’unico obiettivo politico di questa Italia consiste nell’ossessione contabile per obbedire ai diktat della troika, stampati a Bruxelles e redatti tra Wall Street e Platz der Republik. Dunque il ladrocinio agli insegnanti, le ruberie dei diritti, la farsa sulle tasse allestita per nascondere il loro vigoroso aumento anche se non soprattutto per i poveracci, le spending review che tagliano i servizi e mantengono i privilegi, fanno parte di una medesima e ferrea logica che non lascia scampo. Renzi è il prodotto finito di queste logiche ma al tempo stesso cerca di interpretare l’ illusione di poterne uscire per via normale, che qualcosa d’altro è possibile mantenendo le stesse regole del gioco. Insomma l’ideale per gli utilizzatori finali che lo hanno ampiamente foraggiato. Si, siamo proprio su Renzi a parte.
Mi pare l’abbia fatta Gilioli la similitudine: “Renzi è come la nimesulide”, vabbè, facciamo pubblicità indebita, è come l’Aulin, insomma, attenua gli effetti del dolore, ma la pustola rimane sempre lì. L’aspetto più odioso e contorto di questa banda di mentecatti illegalmente al potere, è che fanno le pentole e poi fischiettano quando ci devono mettere su i coperchi. Il Grande Frodatore Fiscale la buttava in tasca a Tremonti. Questi qua aumentano l’IVA e fanno finta che la colpa è di Giove Pluvio che non è stato ben inteso dagli aruspici, ‘ce provano’ con gli spiccioli dovuti per gli scatti d’anzianità agli insegnanti (esistono ancora?) e poi le anime belle piddine della maggioranza nimesulidica renziana si stracciano le vesti come prefìche al soldo del popolo bue, oppure la porcheria dei comuni ricattati per non far cassa con le slot machine. E così via, di immondizia in immondizia. Per un giochino assurdo delle parti che deve durare fino alla fine del ’14. E il duo Letta-Renzi, come Putin-Medvedeev, ad ooccupare il passo plissé del minuetto delle poltrone, come le staffette di craxian-demitiana memoria (c’è chi vede l’uno a Palazzo Chigi, l’altro al Quirinale, con patto sotto/sopra banco).
I quarantenni democristiani, moro-dorotei, alla riscossa! Sai che brivido…
L’agente di pompe funebri con cui dialogavo l’altro giorno, un po’ cazzeggiando, per esorcizzare il momento in cui la comare secca verrà a bussare al mio portone, mi ha detto: “oramai molti clienti alquanto previdenti, mi prenotano bare in faggio con uno scudo crociato effigiato ‘Libertas’ in cima…” …capito l”esprit du temp’?