Anna Lombroso per il Simplicissimus
Vi propongo un gioco, che vita avreste se foste nati in Cambogia dove 4 operai tessili sono stati abbattuti dalla polizia durante una protesta per ottenere un aumento del salario che oggi è di 80 dollari al mese? O invece se foste venuti al mondo in Bangladesh dove, dopo il crollo della fabbrica delle grandi firme globali, è stato salutato come un evento epocale l’incremento del salario minimo delle operaie da 25 a 37 centesimi l’ora.
E magari immaginate di essere dipendenti della Chrysler, dove già dopo l’accordo con la Fiat i lavoratori neo-assunti dopo il salvataggio dell’azienda e il rinnovo del contratto, venivano pagati la metà di quelli assunti in precedenza – 14 dollari l’ora invece di 28 – pur lavorando fianco a fianco con compagni che prendevano il doppio. E immaginate di essere operai della Fiat che non produce più dopo la propagandata acquisizione.
Ha un bel dire Renzi che il futuro del lavoro e della crescita si devono imperniare sul merito. Hanno un bel dire i suoi guru, da Serra a Abravanel che bisogna valorizzare il talento e rendere il nostro Paese più ricco e più giusto, interrompendo il “circolo vizioso del demerito”, quello basato su raccomandazioni, fedeltà amicali e familiari, che a loro dire, e se ne intendono di sicuro, ha condotto a una società basata sulla cooptazione anziché sulle competenze. Il gioco dovrebbero cominciare a farlo loro, perché la lotteria naturale che li ha collocati arbitrariamente in posti giusti per emergere, in famiglie giuste per essere protetti e promossi, in clan giusti per essere valorizzati è profondamente ingiusta.
E lo dovrebbe fare l’assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, che sotto lo slogan “meritocrazia no raccomandologia”, ha indetto un concorso all’insegna appunto di questa parola jolly, che va bene per riempire tutti i vuoti di idee e progetti e per dare sostegno all’edificio ideologico di nuove iniquità, di nuove clientele e nuovi familismi, più dinamici e innovativi. E d’altra parte proprio la nuova leva del Pd, che spaccia per meritocrazia anche la liturgia delle primarie, continua a vendersi il copyright del ticket inscindibile merito e lavoro, il primo come condizione ineludibile per il secondo.
Il metodo lo conosciamo, il vitalismo del Fare per nascondere inadeguatezza e impotenza, la semplificazione per aggirare regole e leggi, il merito per legittimarne la vera interpretazione: chi più ha si merita di continuare ad avere.
Ma non occorre essere Sen e neppure don Milani per sapere che è solo l’eguaglianza delle condizioni di partenza, il requisito essenziale di ogni scelta basata sul merito. Che se sei nato dalla parte sbagliata del mondo o della piramide sociale le piramidi continuerai e tirarle su tu, trascinando massi, di morire affamato e sconosciuto invece di esservi deposto a futura e perenne memoria.
Non stupisce che la meritocrazia come scala di valori per la conferma di cooptazione eccellenti e poco sorprendenti, a cominciare dai dispositivi elettorali, sia entrata di prepotenza nella cassetta degli attrezzi di questo ceto affaccendato a assicurarsi la permanenza nelle stanze del potere, costituito di giovani già vecchi che intendono l’uguaglianza di partenza come l’essere più uguali degli altri.
Peraltro il comunismo vero, secondo la teoria ideologica è di per se parecchio democratico, altrettanto democratico di dello Stato democratico così come descritto dalle relative teorie, o ideologie.
Il diritto di parola, non comporta alcun diritto allo sproloquio , ne esenta da critiche, il divieto di critica sarebbe parecchio illiberale, anti democratico e persino, effettivamente, poco comunista…direi sarebbe parecchio fascista.
Io ovviamente avessi il potere di vietare di parlare a qualcuno non starei qui a commentare su internet, ma sono libero di pensare, e penso che uno con contate referenze, come Renzi, da me sopra sommariamente descritte, piuttosto che sproloquiare, avesse un minimo di senso di autocritica, troverebbe il modo per rendersi maggiormente utile ad un Paese già sull’orlo del baratro, con e senza Renzi… no Renzi non ha le caratteristiche di un intelligente statista, ma più che altro quelle del solito politicante itaGGliano, penso che ciò sia facilmente intuibile da molti italiani aldilà di quanto da me ( con parecchi errori avendo il computer che funzionava male…), sopra sommariamente scritto ?
Comunista io ?
Potrei sicuramente diventarlo, si sto iniziando ad ammirare il mito del comunismo maggiormente di quello ( particolarmente in Italia…) della democrazia, che qui da noi sembra sempre più un’illusione ottica , uno specchietto per allodole.
A me i venditori di democrazia, o pseudo tale, ultimamente stanno sempre più antipatici.
Io mi esprimo ?
Certamente, ma con ciò non pretendo, anche laddove dicessi qualche imprecisione di farmi pagare da politicante, ne mi candido, magari dopo abbondanti sproloqui, a (s)governare dalla comoda poltrona (presumibilmente…e non c’è poltrona più comoda di quella di colui che è stato abituato comodamente tutta la vita…).
Altro che politicanti alla Renzi, ci vogliono in Italia , orma manco Gesù Cristo riuscirebbe a fare il miracolo per una Nazione allo sfascio tipo l’Italia.
Nella mia mente liberale, il concetto di “titolo a parlare” non esiste. Ma rimanendo su un piano logico e ammettendo per assurdo che invece possa esistere, la mia domanda e’: a lei, che a quanto pare non solo lo esercita ma lo concede o lo toglie, chi gliel’ ha dato? Le e’ apparso Marx in sogno?
ah…Lei vota a destra… quindi vota Renzi ??
Si , si sostengo che per parlare bisogna averne pienamente titolo altrimenti con uttta probabilità si è dei ciarlatani.
Io delle primarie di un partito come il PD sono poco interessato, comunque quella, forse, è la democrazia ( con che sistema elettorale e con che statuto di partito sono esplicate dette elezioni ? Lei lo sa? Io no, e francamente mi interessa poco interessandomi poco una delle peggiori classi politicanti dell’occidente d’Europa, con tanto di magnifici risultati che stanno lì a dimostrarlo…), di un partito dalla utilità parecchiio scarsa tutta la Nazione ma pe er i ptgran parte dei propri elettoiri in primis , dire…
La logica dice Lei, non ha caso Lei dice di votare destra ed è qui a difendere Renzi, che di democratico sembra avere ben poco non riconoscendo nemmeno i diritti fondamentali del alvoro tipo art. 18…
Poi Lei , senza offesa, ma si mette a cianaciare o carlare di democrazia… mai parola fu più abusata negli ultimi 20 anni qui in Italia, da quando cioè aun po’ a tutti i livelli si sono implementate delle leggi lettorali scarsamente o anti democratiche come le leggi maggioritarie che fanno scadere pesantememnte la rappresentatività dei politici ormai solo politicanti, in quanto scarsamente o proprio non rapppresentativi, dei propri elettori propriamente, figuriamoci della Nazione poi…
Io parlo di legittimazione, Lei, mi scusi ,ma ciancia o ciarla , direi, di democrazia ( beh nel caso delle primarie deldel PD non so se si può parlare di democrazia con buon grado di precisione…)… dico, ma lo sa Lei che ad esempio il porcellum , la pessima legge elettorale in senso maggioritario (!!!) è stata dichiarata illegittima recentemente dalla Corte , proprio nei suoi profili maggioritari ???
Lo capisce Lei questo che così facilmente mi viene a sciorinare una delle parole più abusate degli ultimi 20 anni, la democrazia ??
Qubdi, Lei magari sapendo che abbiammo da almeno 20 anni delle leggilelettorali pessime , sotto il profilo effettivamente de ocratico, mi vie a cianciare di democrazia puere?
A me della presunta democrazia interna del PD poco importa; importa di più, e dovrebbe importare a Lei se avesse un minimo di onestà intellettuale visto che si occuopa di logica, l’incoerenza di Renzi, che magari ciancia pure lui di democrazia, dichiarando però apertis verbis , che preferisce leggi elettorali maggioritarie ( eccioè scarsamente democratiche, il segretario del partio , a sto punto, supposto , democratico… ma , più probabilmente, scarsamente democratico e parecchio oligarchico…) , poco democratiche, dimostrando così , nel frattempo di interessarsi molto poco della democrazia effettiva nel Paese, ed il tutto come lo giustifica, uno come Renzi?
Ma come tutti gli altri politicanti ovviamente: ci vuole la massima (SSS)governabilità , o come coniugata in tempi più recenti , stabilità
( delle comode poltrone politicanti, a prescidere, nello specifico , e da 20 anni a questa parte perlomeno!),.
Ecco, il “buon” Renzi, da scaltro politicante quale sembra essere,però in proposito del tema delicatissimo ,tema dei diritti fondamentali del lavoro decisamente orientato alla massima flassibilità ( meglio, PRECARIETÀ)del lavoro e e all’abrogazione dei diritti fondamentali del lavoro tipo art. 18 lavoro…
Ecco in poche parole, il mirico Renzi(e) sembra oreintato a mantenenre nella sostanza parecchi privilegi politicanti e ad eliminare i diritti primari dei lavoratori , tipo la stabiilità delle vita lavorativa, certamente mai pari a quella della lautamente stipendiata, poltrona politicante!
Sig. anonimo, esperto di logica qui sopra… ma a Lei sto Renzi, sedicente rottamatore, non sembra un pochettino incoerente con se stesso , ma parecchio incoerente con un criterio, fosse anche pure vago e subdolo , di meritocrazia ?
Ma che dovrebbe meritarsi uno come Renzi , segretario di un partito , supposto , democratico, quando semnbra proprio orientato a mantenenre nella sostanza parecchi, se non tutti i privilegi dei politicanti, categoria alla quale sembra prprio appartenenre, e poi vuole andare a predicare ciannce su flessibilità e meritocrazia… si , ma quelle con il c…lo degli altri ( mi si perdoni il latinorum…) ?
Io penso che un tipo come Renzi ,così come glielo descrivo qui sopra, si meriti, secondo logica e coerenza con il mio ragionamento qui sopra, con frequenza, delle sonore pernacchie, nulla di più…
e che meritocrazia sia effettivamente, dunque !
Lei sostiene che il concetto di meritocrazia e’ vago e subdolo ma che, per parlarne, bisogna avere dei meriti. Uh?
Comunque, il Renzi si e’ sottoposto al giudizio di migliaia di persone e ha vinto: avra’ o no titolo a dire cio’ che pensa? Ma, si sa, dalle vostre parti la democrazia e’ solo un fastidio con cui tocca fare i conti.
PS: nessuna logica politicante, solo logica. Infatti, io voto a destra.
Se qualcosa ho imparato in questi ultimi 40 anni, e dopo averne viste di tutti i colori, è che i politici rubano alla gente normale le parole che statisticamente piacciono di più e poi le ripropongono per farsi belli e rendersi popolari. Queste parole, e “merito” è una di queste, in politica non hanno alcun significato perché il 100% delle nomine politiche è basato su logiche di potere, su alleanze, su do ut des e sulla garanzia di fedeltà che i nominati prestano a coloro cui devono la loro “assunzione” nei cieli della politica. Cosa c’entra e cos’è mai c’entrato il merito? Cosa può fare il merito quando tutto ciò che un politico può fare è rigorosamente condizionato dall’alto? In un mondo dove Letta deve obbedire alla Merkel e la Merkel deve obbedire a Obama o ai mercati (che è poi la stessa cosa), cosa può contare il merito? Si può parlare di merito dove c’è uno spazio di manovra, non dove questo spazio sia del tutto inesistente.
Mentre gli italiani sognano di nuove leve politiche che finalmente innalzeranno il merito a paradigma supremo di governance, il rullo compressore che sta stritolando l’Italia avanza indisturbato. Sulle pagine del Fatto Quotidiano online Loretta Napoleoni ci ricorda che nel 2014 entra in vigore il fatidico Fiscal Compact, che significa che per 20 anni avremo delle manovre annuali da 45 milioni di euro che si aggiungono alle tasse che già paghiamo nel vano tentativo di ridurre il rapporto tra debito e PIL. Ora, il significato vero, non chiarificato dalla Napoleoni, è che nel 2015 avremo il perdurante effetto dei primi 45 milioni di euro di tasse e tagli operati nel 2014 e, aggiuntivamente, quello dei secondi 45 milioni di euro. Nel 2016 avremo il perdurante effetto dei primi 90 milioni di euro di tasse e tagli operati nel 2014 e 2015 e, aggiuntivamente, quello dei terzi 45 milioni di euro. E così via per 20 anni. Siamo in grado di capire il significato letale di questo meccanismo? O ci rifugiamo nella retorica del merito per parlare d’altro e far finta che le chiacchiere possano magicamente trarci fuori dalle sabbie mobili in cui stiamo affondando, e non certo per demerito nostro.
Il debito, infatti, è una balla colossale e viene usato come scusa per realizzare il genocidio economico del nostro paese. Molte nazioni più potenti di noi, a cominciare dalla Germania e dagli Stati Uniti, hanno un robusto debito nazionale, perfino maggiore del nostro. In più gli stessi mercati che spingono noi a ridurre il nostro indebitamento stanno spingendo le nazioni emergenti ad aumentare il loro! Ma la cosa davvero inconcepibile è che questa madre di tutte le balle sia presa per oro colato da quasi tutti gli italiani. I politici sanno benissimo che cosa ci stanno facendo ma, d’altra parte, sono i maggiori beneficiari della crisi: il loro potere aumenta vertiginosamente quanto più miserabili diventano le condizioni del popolo e non saranno certo loro a raccontarci come stanno veramente le cose. Quanto ai media, sono decenni che sono proprietà di industriali legati a doppio filo con il potere, quindi non possiamo stupirci del loro irrimediabile collaborazionismo. Rimane il popolo. Ma qual è la qualità, anzi il “merito”, di questo popolo se non si accorge nemmeno del furto quando gli sfilano il portafoglio di dosso e, anzi, si entusiasma per le parole alate dei ladri?
ah …Renzi…
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12758
a proposito della renziana e GGGiovane, Madia…
http://www.giornalettismo.com/archives/1272681/la-terrificante-gaffe-di-marianna-madia-con-flavio-zanonato/
Ho la sgradevole impressione che l’era Renzi sia caratterizzata principalmente dal principio di Peter, secondo cui “in una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.
Moretti, Speranza, Madia, Nardella, e le altre decine di giovani deputati Pd sembrano il prodotto di una selezione tipo “X Factor”, e sembrano sinceramente convinti che loro saranno in grado di trasformare l’Italia da un giorno all’altro, dimostrando con ciò di non aver capito nemmeno in che nazione vivono.
Comunque, laddove ci fosse rimasta la voglia di ridere, trascorreremo un inverno relativamente divertente seguendo le gesta di Renzi e dei suoi stupefacenti accoliti: un cartoon degno di Hanna e Barbera.
Ah… Lei mi risponde con una domanda…logico, Lei si intende di logica si… ma a me sembra una logica politicante… tuttavia penso che per parlare di un concetto vago e subdolo come meritocrazia, si dovrebbe avere dei particolari “meriti”, quali sono quelli di effettivi di Renzi ??
Non mi intendo di politica ma mi interesso di logica e, in attesa che qualcuno risponda alla sua subdola e ambigua domanda, le chiedo se sarebbe lei, invece, in grado di indicarci precisamente cosa NON possa legittimare realmente uno come Renzi a parlare di meritocrazia. Anche la mia curiosita’ in merito e’ grande.
aono l’anonimo frequentemente critico con alcuni post della Sig.ra Lombroso…beh di questo post ne condivido la quasi totalità…il termine “meritocrazia” fa parte di una neo lingua politicante, quella che al limite si dovrebbe effettivamente ( tenendo conto delle risorse, di ogni tipo, a disposizione del singolo e cioè in antri termini anche delle opportunità avute nella sua vita) valutare, è la produttività , non la meritocrazia…merito è infatti una parola più subdola di produttività…uno potrebbe avere meriti dei più svariati tipi, merito di appartenenza familiare, merito per la ceca fiducia e devozione ad un circolo clientelare od altro… mentre per la produttività, volgarmente, si può dare la definizione ( data dall’ocse se non erro…) di valore aggiunto/ risorse, direi anche sociali( costi…) impiegate…
ecco taluti bamaboccioni un po’ alla Renzi ( esponente della classe politicante quest’ultimo…), nella propria vita quante risorse hanno cosumato,e quanto valore aggiunto hanno dato all’economia ed alla società italiane, per essere continuamente sotto i riflettori a pontificare e magari percepire lauti compensi da poiliticante, nel mentre pontifica dalla comoda poltrona politicante ??
Allora, gli italiani, saprebbero valutare precisamente la produttività ( non certo di ciance politicanti direi…) effettiva di benessere sociale apportata da uno come Renzi neo politcante e sedicente rotttamatore ( di chi e di checcosa effettivamente ??) ?
Qualcuno può postare un commento qui sotto per inndicarci con precisione cosa possa legittimare realmente uno come Renzi a pontificare magari dall’alto dai comodi pulpito e poltrona politicante
di meritocrazia, parola quanto mai subdola ed ambigua specialmente qui in Italia, anziché di produttività ( di ricchezza o comunque di benessere sociale, efettivi inntendo io) ??
qual’è stata dunque la grande produttività o utilità sociale che Renzi ha fornito a all’Italia ma soprattutto ai suoi connazionali ??
Sarei sinceramente curioso di saperlo, tendndo connto ripeto delle risorse , in senso lato ( opportunità che gli sono state effettivamente offerte “nella vita e dalla vita”) ad esempio da sempre, da lui utilizzate- consumate.
La mia curiosità in merito è grande.