Leggendo il carteggio tra il filosofo Slavoj Zizek e la pussy riot Nadia Tolokonnikova, recentemente liberata, si rimane sconcertati, spiazzati e infine desolati: il livello della discussione è di una qualità ormai sconosciuta a quella italiana che sembra vagare tra sordide bugie governative, vibranti moniti dall’avello, risorgenze erratiche delle pussy idiot berlusconiane oppure il dichiarazionismo opportunista e patologico di Renzi. Siamo caduti molto in basso ed è forse questo il motivo per cui il carteggio è stato pubblicato solo in tedesco e francese: per carità di patria.
Così come meriterebbe solo un imbarazzato silenzio il job plan o come cazzo si chiama l’ignobile compitino sul lavoro confezionato dal segretario del Pd e dai suoi consiglieri cialtroni e reazionari. E’ impressionante come si riesca a confezionare qualcosa con gli scarti muffiti dei peggiori anni ’80, alla luce di fari spenti secondo i quali le sicurezze sul lavoro sono una sorta di delitto e che quindi solo sbaraccando i diritti si riuscirà ad assumere. Robaccia, discussioni da bar, ma proprio di quelli di periferia con le pastarelle vizze di qualche giorno prima e il bancone unto che vanamente si cerca di rendere lucido con il brillantante Renzi. Ma purtroppo anche pensieri fatti che grazie ai media sono diventate delle mezze verità: così proprio il male oscuro che alla radice della nostro declino industriale viene utilizzato con qualche amaro successo come medicina e come strumento per lanciare messaggi a questo e a quello.
Perciò sull’articolo 18 da ghigliottinare definitivamente si raggiunge il parossismo delle chiacchiere, dell’ignoranza e dei favori alla classe dirigente fallimentare che ci ritroviamo. Da dove derivi questa idea bislacca che con meno diritti si assumerebbe di più, come sia stata ficcata nella testa degli italiani è impossibile dirlo: è un luogo comune che gira da tempo immemorabile, che fa anche da alibi al lavoro nero e all’evasione, ma disgraziatamente non ha alcun riscontro fattuale, un specie di leggenda metropolitana che tutti gli studi smentiscono. Pazienza, in Italia i neutrini viaggiano più veloci della luce dentro i tunnel sotterranei mentre i pregiudizi o le idee sballate sono invece inamovibili come statue sul piedistallo delle chiacchiere.
Eh si perché il collegamento tra tutele del lavoro e occupazione semplicemente non esiste. Olivier Blanchard, docente di economia al Mit, attuale economista capo al Fondo monetario internazionale, autore di una manuale di macroeconomia che è la bibbia del liberismo, sostiene che «le differenze nei regimi di protezione dell’impiego appaiono largamente incorrelate alle differenze tra i tassi di disoccupazione dei vari paesi» . Non solo: Tito Boeri e J. van Ours, in un saggio, edito della Princeton University press, mostrano come su tredici ricerche – le uniche svolte con criteri scientifici sulla relazione tra lavoro e tutela dello stesso – sette segnalano che non c’è alcuna relazione, tre dicono che quando cresce la flessibilità del lavoro diminuisce l’occupazione, mentre solo una presenta una correlazione positiva.
Ora non si pretende che il Renzi condannato in Cassazione per aver tentato di fregare i suoi dipendenti precari quando era solo un giovane imprenditore, abbia contezza di ciò che dice, sarebbe chiedere troppo a una testa di turco cresciuto a quiz e cartoni animati. Ma chi lavora al gobbo sul quale il leader legge, potrebbe magari informarsi. Nel tempo libero, si capisce.
Renzo non mi ispira proprio per niente lo trovo un eccentrico narcisista logorroico ma di concreto e positivo non vedo ni ente.Noi italiani vogliamo fatti concreti siamo stanchi di essere presi in giro sarebbe un insulto alla mia intelligenza fidarmi di quelli come lui.mi ricrederò quando vedrò fatti concreti e non esposizione mediatica che si basa sul nulla
…ah ah ah!!! Anche su http://www.silvioberlusconi.it/ c’è tutta la verità su come silvio aiutava le minorenni negli studi….
L’ha ribloggato su Quijote Travels.
“Mi scuserà ma a mio avviso le cose che non vanno in Italia nel mondo del lavoro sono altre.Mi scuserà ma a mio avviso le cose che non vanno in Italia nel mondo del lavoro sono altre.”
per Lei la scarsa produttività del lavoro non sta nello sfruttamento e nelle disciminazioni ( reali…) al lavoro) per Lei in Italia non esistono clientelismi, nepotismi e familismi, che assicurano per tramite i loro mitici dominus politicanti o di scadente classe dirigente privilegi piad alcuni misconoscendo i diritti a molti… secondoLei sig. Picci , è così che si aumenterà la produttività del lavoro ??
Davvero seconodo Lei i problemi del modo del lavoro sono ben’altri rispetto ai diritti efettivi dei lavoratori, tutti contro i privilegi concessi in modo clietelare o familistico ad alcuni, quelli che in fin dei conti sotraggono diritti ( ed entusiasmo lavorativo ) a molti ma gari non iper qualificati ?? I lavoratori fortunatamente iper qualificati, magari hanno meno bisogno del rispetto puntuale dei propri diritti, perche hanno goduto per una vita del privilegio di potersi creare un’ottima proifessionalità lavorativa a comiciare dagli studi, magari pagati in gran parte da mammà e papà…
Ma davvero , generalmente parlando Lei ci vuol tirar fuori il benaltrismo quando si tratta del rispetto di diritti fondamentali dei lavoratori, soprattutto dei più deboli, a non essere discriminati o vessati al lavoro, mo’ di cinesi di prato magari ??
Davvero pensa che lo svilòuppo civile di una maggior produttività del lavoro possa prescindere dal rispetto dei diritti dei lavoratori, quelli più deboli in primis ???
Ma non è che ci vuol proprinare la solita favoletta pesudo liberista e politicante delle meritocrazia che troppo spesso fa rima con ipocrisia ??
Lei sig. Picci sta facendo del benaltrismo qui sopra…ed io francamente diffido dei benaltristi, soprattutto in tema di diritti del lavoro …
normalmente chi pontifica di liberalizzaizone del mercato del e di ( ULTERIORE!!) compressione dei diritti dei lavoratori in italia, di fatto è un renter, fosse anche in senso lato !!
Ecco, avendo per lavoro girato il mondo in lungo e in largo Picci non ha capito una mazza dell’Italia, del mercato del lavoro italino e del padronato italiano
Al di la della banalità di articoli e risposte ……… Quello che mi colpisce è ancora il metodo. Il cercare di discreditare andando a ritrovare improbabili condanne di 10 anni fa è qualcosa di talmente viscido , veramente un modello di meschinità paesana. Ma parlando nel merito dell’articolo è mio pensiero, mi si voglia scusare se sono e rappresento solo me stesso , che l’articolo 18 garantisca troppo spesso chi a lavoro ci va mal volentieri . Avendo per lavoro girato il mondo in lungo e in largo noto che in qualsiasi sistema produttivo chi produce ed ha un comportamento serio e ligio molto spesso cambia lavoro solo di propria volontà. Addirittura in sistemi economici più liberali del nostro , le capacità individuali sono motivo di riconoscimento economico , senza che nessun sindacato si opponga perché contro il regolamento collettivo. Sempre per mia esperienza in Italia ho conosciuto imprenditori seri ed onesti che per ricompensare l’opera meritevole erano obbligati a farlo in nero. Mi scuserà ma a mio avviso le cose che non vanno in Italia nel mondo del lavoro sono altre.
Scusi Sig.ra Lorella…cioè…Renzi vuole abolire l’art. 18 che porteràa con se ogni tipo di licenziamento anche quello discriminatorio nella sostanza ma dissimilato nella forma, e po Lei Lorella ci viene a menar vanto di 50 euri che in modo da quel poco che is capisce neon del tutto lecito, Renzi avrebbe dato a dei lavoratori precari o atempo determinato ?
Renzi quando blatera di welfare magari stile nordico genericamente, si rende conto che l’Italia non è un Paese nordico a comiciare dalla su classe politcante-dirigente, molto più mediocre di quella dei Paesei nodridic o mittel europei, ma da sempre, e particolarmente negli ultmi 30 anni ?
Talamente differente dai Paesei nordici , che questi ultimi ai Paesei mnediterranei, hanno appioppato il pco simpatico nomignolo di PIIGS, non tanto per i cittadini comuni dei paesi meditterranei, ma vedendo perlopiù la meschiinità della loro classe dirigente e politicante; Lei Lorella si rende conto di tutto ciò, in buona sostanza è la realtà delle cose ?
Ma cossa sarrebbero quiei 50 euro il preludio di un sistema di welfare informale a mo di macetta paternalistica, dopo aver sfasciato il diritto del lavoro ed i diritti dei lavoratori, in questo periodo in italia incarnanti nellsostanza principalmente dall’art. 18 già mezzo sabotato ?
Lei lo sa che potrebbe essere denunciato per diffamazione per aver diffuso notizie false?
Esattamente questa: “il Renzi condannato in Cassazione per aver tentato di fregare i suoi dipendenti precari quando era solo un giovane imprenditore”
La verità sul presunto danno erariale la trova qua ed è esattamente il contrario di ciò che lei scrive, proprio per aver dato 50 euro in più a chi ne aveva poco più di mille al mese è stato condannato.
Sa che c’è? Forse anche io al posto di Renzi avrei dato 50 euro in più a chi ne ha poco più di mille.
A parte che, “giovane imprenditore” non lo è mai stato e non si chiamerebbe danno erariale se commesso in regime di contrattazione privata.
http://www.matteorenzi.it/la-verita-su-presunto-danno-erariale/
Il vero asino che fa 90, anzi zero, è lei.
Oltre che, citando il commento precedente: ““Patria” si scrive con la maiuscola e “cazzo” ce lo puoi risparmiare. Grazie.”
Giusto per rimanere nel tema “livello raggiunto”.
Il suo è davvero, davvero, davvero, basso.
Ma si sa, la qualità delle democrazie dipende da come si sconfigge l’ignoranza.
E lei, ignorando i fatti e diffondendo notizie false, con un linguaggio banale, scurrile e da bar, dimostra di non fare nessun servizio alla conoscenza o alla democrazia.
Altro che Zizek.
Qua siamo all’abc della decenza.
Citi continuamente Bibbie, Capitali, Libretti Rossi. Ma sei capace di esprimere un’idea tua e senza dover ricorrere ad espressioni come “vibranti moniti dall’avello”, “risorgenze erratiche” o “dichiarazionismo opportunista”? Comunque: “Patria” si scrive con la maiuscola e “cazzo” ce lo puoi risparmiare. Grazie.
se non è l’ennesimo esponente del turbo capitalismo o capitalismo di rapina ( quello della privatizzazione degli utili e della socializzazione delle perdite) ‘sto Renzi… chi lo è??
Purtroppo il PD, è l’ennesimo partito nato male, quando alla guida dei DS, c’era il mitico e ciarlatano ( come buona parte dei piddini ??), non che venditore di fumo liberista, ovvero liberista con il c…lo degli altri Walter Veltroni, altrimenti detto Walter l’Afrikano… di cui Renzi sembra la brutta copia…