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Silvio e il “Berlusconi universale”

berlusconi in galeraNon mi sorprende affatto che Berlusconi e i suoi parlino di un vulnus alla democrazia e di un colpo di Stato di fronte alla semplice applicazione della legge a una delle persone che si ritiene al di sopra della legge in virtù dei voti. Anzi quasi quasi sarei portato a dar loro ragione: la seconda Repubblica nata col Cavaliere è stata infatti la reazione a mani pulite di una classe dirigente incubata nel demo – craxismo. Altro che liberalismo e chiacchiere di contorno: la vera molla era il rischio che saltasse il modello anomalo che si era creato in Italia, con i suoi clan e i centri di potere palesi e occulti, strettamente legati alla politica. Un modello al quale gli avversari si sono rapidamente adeguati, finendo per farlo proprio.

Dunque si capisce benissimo perché la corte dei miracoli del Cavaliere, con le vedove inconsolabili in nero, la Pascale che chiede la grazia al Papa, i topi d’appartamento arrivati alla manifestazione di sostegno, insomma tutto il carico di ridicolo che gronda, consideri un affronto l’espulsione da parte di un Senato eletto con una legge elettorale di tipico sapore berlusconiano e dentro una logica di fondo del sistema politico che rimane sostanzialmente quello che abbiamo conosciuto nell’ultimo decennio. In questa cornice Berlusconi è l’eccezione con cui il sistema politico conferisce il suo obolo all’Europa e con cui pensa di poter gestire un nuovo gattopardismo centrista di nome a destra di fatto. Però al contrario della cacciata di Craxi che aveva creato la breve illusione di un capitolo nuovo nella vita del Paese, la speranza di una crisi del sistema, questa volta è un sistema in crisi che si libera del padre padrone nella speranza di far balenare un qualche senso alla sua sopravvivenza. In questo significato avevo parlato ieri del “corpo del nemico”.

Francamente non saprei dire se Berlusconi riuscirà a sfruttare questa sua condizione di martire presunto e miliardario per appropriarsi dei malumori del Paese grazie anche al fatto che la sua potenza mediatica rimane intatta essendo stata protetta per decenni, oppure la sua cacciata dal Senato ne determinerà in poco tempo l’obsolescenza per saturazione, ma la questione di fondo è che ormai che il Cavaliere è diventato inutile e fastidioso, è stato sostituito da un “Berlusconi universale” incarnato dalla finanza (Fmi, Bce), interpretato da burocrati a servizio (Commissione Ue) e gestito dagli egoismi nazionali dei Paesi forti che sono il residuo fisso di un’Europa evaporata. Per cui paradossalmente una sua eventuale rinascita dalle ceneri non potrà che essere basata sul rovesciamento delle tesi, degli umori e delle alleanze ideologiche che ne determinarono l’ascesa. E portarlo a una diversa demagogia.

Così avremo i “comunisti” arroccati a difesa di ciò che detta il ” Berlusconi universale” e il Berlusconi in silicone e ossa che si batte contro questa usurpazione e potrebbe perfino fare il “comunista” in una ultima favolosa e corale interpretazione del trasformismo nazionale. Ma invertendo i fattori, come sappiamo, il risultato non cambia.

 

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