tricolore_costituzioneCari amici, sebbene sia allergico alle petizioni, mi sento di lanciarne una: mettiamo il malaffare in Costituzione. In questo modo se non altro potremo evitare di mangiarci il fegato constatando come di fronte a un caso chiarissimo di umanità comprata a suon di milioni, di un prefetto con mille ombre d’arlecchino del potere e dei poteri che cominciano a saltar fuori, Il Quirinale e Palazzo Chigi ne difendano a spada tratta l’operato e ne blindino la poltrona di ministro.

Che i pessimi inquilini dei due palazzi siano abituati alle interferenze illecite o in via diretta o per educazione familiare non c’è dubbio, ma qui ci troviamo di fronte a un caso chiarissimo di conflitto d’interessi, sia con i Ligresti, sia successivamente con Telecom che non c’entrano nulla né con la presunta soccorrevole attenzione del donnone per la situazione delle carceri, ma con casi di vera e propria corruzione trasversale, per interposto figlio. Questi episodi, come quelli di Genova e di Catania fanno della Cancellieri un classico esempio di quei grand commis dello stato che fanno di tutto per compiacere i potenti e ottenerne, come si vede, un compenso per sé e i propri lombi. Sono come ho detto ieri la cinghia di trasmissione dell’oligarchia di fatto e della corruttela progressiva cui è andata incontro la nostra società.

Allora se tutto questo verminaio è nulla, anzi ci viene grossolanamente venduto come frutto di attenzione e di umanità, è giusto che la Costituzione annoveri  e regoli tutto questo, senza lasciarlo al caso o all’occasione. Propongo dunque ai saggi di cambiare così il secondo articolo: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dei grassatori, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Si elimini poi l’articolo tre con quelle ridicole e indisponenti invocazioni all’uguaglianza dei cittadini per cambiare come segue l’articolo 13:  “Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale o perdita di cariche e privilegi oltre il milione di euro di censo.” 

E infine si stravolga l’articolo 35 per rendere finalmente chiare le cose: “La Repubblica tutela il malaffare in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale in tal senso. Promuove e favorisce gli accordi intesi ad affermare e regolare i diritti del malaffare.”

In questo modo siamo tutti più tranquilli e la classe dirigente sarà finalmente onestamente corrotta.