balotelli_biliardinoBalotelli vuol fare il calciatore che già non è facile in un Paese dove quasi tutti “non sono razzisti, ma…” Non gliene importa un ciufolo di fare il simbolo anti camorra, in una landa dove diventare ascoltati profeti di qualcosa è un’ambito cursus honorum che assicura contro tutti i rischi, compresa la mediocrità. Balotelli è anche un milionario e quindi il fatto che non voglia sentir parlare di camorra, sembra ancora più strano in un Paese dove i soldi fitti sono spesso opachi. E’ forse quest’ultima stravaganza che ha indotto una parlamentare Pd per meriti di cronismo anticamorra  a dargli dell’imbecille e  un prete, tale don Manganiello  che forse farebbe meglio a ravugliare nel suo vescovado, a definirlo “indegno della Nazionale”.

Ma insomma è un ragazzotto che gira in Ferrari, che non ha altri pensieri se non distribuire il biscotto, vive l’Italia feroce e acefala delle curve che si accontenta dei circenses, in un ambiente dove è già un miracolo non essere coinvolti nelle pastette e nelle scommesse clandestine, nell’atletica camorra: comprende così poco il Paese che lo accetta solo se fa dieci gol al giorno, che è persino privo di quella ipocrisia innata che avrebbe spinto chiunque a dire belle parole pur fregandosene altamente. Anzi è proprio questa la sua vera “imbecillità”, quello di non essersi prestato ad un’operazione di facciata e di averlo anche detto con parole da calciatore su Twitter.

Ma davvero pensiamo che se Balotelli avesse detto “si, gioco contro la camorra” sarebbe cambiato qualcosa? Sarebbe apparso lontano un miglio che si trattava di parole di circostanza, scritte dalle maestre come i pensierini edificanti dei bambini anche se in questo caso si tratterebbe di giornalisti sportivi  che orgogliosamente non perdono occasione di mostrare che non ricorrono al doping dell’intelligenza. Di un simbolo fasullo destinato ad essere sgamato immediatamente dall’ italica prole già sensibilizzata dai genitori alla doppia morale.  Cosa ce ne facciamo di simboli ipocriti? Forse a simulare un Paese migliore tessuto con le dichiarazioni e disfatto poi nel concreto? Vogliamo Balotelli anticamorra e poi la “semplificazione” negli appalti o la concessione dell’affare rifiuti alla criminalità organizzata? E’ così evidente che i simboli raccattati per strada servono solo da paravento e da alibi che manca il respiro. I simboli veri li abbiamo già,  Falcone e Borsellino in prima fila, ma quelli li schifiamo. Forse perché rischiano di essere troppo efficaci.