Siamo un Paese di “saggisti”: tutte le volte che si vuole prendere o perdere tempo oppure quando si vogliono tutelare gli interessi della casta politica nascondendoli dietro il paravento di presunte competenze esterne, ecco che nasce l’immancabile comitato dei saggi. A pochi mesi dalla penosa prova dei dieci esperti nominati dal Quirinale per girarsi i pollici e favorire la rielezione dell’imberbe inquilino, ecco comparire i 35 saggi di Letta e Berlusconi, un po’ tratti dall’agenda personale di Napolitano, un po’ da quella di Arcore, un po’ da quella del nipote dello zio.
Magnifica alchimia di intese, manuale Cencelli rispettato al millesimo. Tanto da dover nominare come saggio costituzionalista persino l’ex maestro di sci Franco Frattini che certo non poteva rimanere senza uno skilift che lo riportasse in cima a qualche ruolo. E poi i soliti, da Luciano Violante e Valerio Onida, già premiati chef dell’aria fritta cucinata nel comitato quirinalizio, il politologo di parte destra Panebianco, l’amerikana di ideologia e di passaporto Nadia Urbinati che però fa tanto cool, l’Udc Francesco D’Onofrio che sa di muffa al suo solo apparire, senza farsi mancare un ex rettore della Bocconi. Vogliamo rinunciare a un rappresentante di quella mirabile scuola che fin dagli anni ’80, con straordinaria pervicacia e lungimiranza, ha promosso il declino del Paese? E poi la lunga serie di docenti generalmente favorevoli al presidenzialismo, ad eccezione di Lorenza Carlassare, l’unica che abbia detto qualcosa su Stato e Mafia, probabilmente nominata in quota Sel, l’unica che non sia nell’agenda telefonica del Quirinale o dei suoi adepti. E infatti a dirla tutta si sente tanto la mancanza di Mancino, anche se non si esclude qualche sua telefonata.
Naturalmente la commissione che avrà anche i suoi costi, sarà soltanto consultiva, una tela di lino destinata a coprire gli accordi tra i partiti sullo scasso istituzionale del Paese: non sia mai che esca fuori qualche proposta intelligente a cui poi ci si dovrebbe adeguare. L’intelligenza si sa è una gravissima piaga del Paese. Proprio così, i saggi sono utilizzati in Italia per accreditare le follie dei potenti.
CHE COSA VUOLE UNO COME IL NOSTRO PDR A 88 ANNI?
POVERO!!!!!!!!!!!! MICA E’ MATUSALEMME
Secondo me le modifiche costituzionali servono innanzitutto a “coprire” gli ultimi comportamenti del Presidente Napolitano che molti sospettano di essere decisamente al di fuori delle sue prerogative. Meglio cambiare la costituzione inserendo ex post il semipresidenzialismo piuttosto che trovarsi tra qualche tempo una sgradevole procedura di impeachment per aver applicato un semipresidenzialismo in un momento in cui la costituzione ancora non lo prevedeva! Napolitano è troppo “legalista” e accorto per non essere lui il primo motore di questo inaspettato cambiamento costituzionale che non era nei programmi di alcun partito, se non ricordo male.
Quanto alle derive autoritarie non credo che l’attuale Costituzione, che è solo una foglia di fico sui diritti che il cittadino dovrebbe avere ma non ha, abbia mai impedito le storture più incredibili, prima fra tutte la cessione di sovranità a favore degli Stati Uniti, vincitori di una guerra e in grado quindi di fare il bello e il cattivo tempo nel nostro paese, e, successivamente, la cessione di sovranità all’Unione Europea senza neppure degnarsi di consultare il popolo. Ora, non occorre essere dei geni per capire che una costituzione che non ti protegge dalle cessioni di sovranità è un attrezzo che non serve assolutamente a nulla.
Certo non nego che abbia una buona “immagine” ma se è per quello anche Obama ha una buona immagine. Andando a vedere i particolari in cronaca ci si rende conto però che non è tutto oro quello che splende.
Le costituzioni non andrebbero giudicate in termini estetici o per i sogni che riescono a suscitare tramite parole alate ma per la concreta enumerazione dei diritti che i cittadini posseggono in modo incondizionato. Quando si prende tra le mani la nostra costituzione e si cerca di fare l’elenco dei diritti che ci vengono graziosamente concessi si scopre che non esiste quasi diritto che una volta affermato non sia subito negato dicendo che sì, il diritto c’è ma a condizione che non esista una legge che affermi il contrario. La costituzione, quindi, diventa un oggetto plasmabile dalle future leggi e perde il connotato di essere un saldo ancoraggio per il cittadino in cerca di diritti certi, inalterabili nel tempo.
Niente male come ‘rassemblement’. Nadia Urbinati la politologa che di politica italiana non capisce un’acca, i cui testi scopiazzati sono un patchwork delle più trite teorie socio-politiche sorpassate da eoni, scritte come un temino da terza elementare, strafalcioni linguistici compresi. E poi, toh?! chi si rivede! Il buon D’Onofrio, l’azzeccagarbugli vero e unico autore di quel capolavoro che ha fatto “non-vincere” per tre volte il Centro-Sx senza peraltro far perdere la Destra, cioè il famigerato Porcellum degli altrettanto famigerati “Quattro Saggi di Lorenzago”, il solo che con alchimie da Dottor Dulcamara ha prodotto quell’intruglio che di fatto ha ucciso la normale dialettica democratica italiana (gli altri cosiddetti “saggi”, mentre lui si lambiccava a ripartire le quote su base regionale al Senato per far vincere la Sx il meno possibile, si dedicavano a cucinare ‘polenta con salsicce e osei’, i dimenticabili Nania e Pastore e quello che di alchimie costituzionali ne capiva meno di tutti, cioè il caro Calderoli dallo “sguardo porcellanoso” – Michele Serra cit. – e dalle t-shirt che sputano odio – cit. me stesso -, il quale s’è accorto della portata “suinesco-pigtalica” della Legge solo quando glielo fece notare Mentana a Matrix, anni fa, segno che non l’aveva neanche letta, oltre a non averla neanche scritta).
L’altro giorno un mio conoscente patito di tecnologia ‘up to date’, che non riesce a dormire la notte se non ha l’app ‘lastest-version-platinum-ultimate’, ha scaricato l’aggiornamento definitivo, non plus ultra per rendere più fighetto degli altri non so quale suo aggeggio portatile. Risultato: memoria e dati persi definitivamente, ma con l’app più aggiornata in circolazione. Così per la nostra Carta Costituzionale, che non sarà la più bella del mondo (per me sono più belle quelle americana e sovietica, entrambe sancivano l’una il diritto, l’altra il dovere alla felicità, poi se l’hanno ottenuta, beh, è un altro paio di maniche…), ma funzionava. Adesso, con la scusa che la devono aggiornare, di fatto la stanno stravolgendo verso derive autoritariste, senza averla per altro quasi mai applicata alla lettera, o, almeno, nel montesquieuano “spirito”. In pratica, la aboliscono.