Ci sono state le elezioni, un partito si è praticamente dissolto per averle disattese, i grassatori berlusconiani sono tornati al comando, la sinistra è scomparsa dappertutto salvo che nella sua espressione salottiera alla Boldrini che ora caldeggia lo stato di polizia in rete tanto per non sentirsi al di fuori dello spirito del tempo. Insomma due mesi di tempesta apparente che tuttavia lascia le cose esattamente come prima, con un governo che è di fatto un ventriloquo del montismo. Al punto che domani e dopodomani, l’esecutivo di cui c’era un estremo e urgente bisogno, perderà il suo tempo per far discutere approvare il Def messo a punto nei mesi scorsi dal precedente governo.
La cosa è grottesca perché quel Documento di economia e finanza è ormai del tutto superato: le stime su cui si basa sono completamente sballate, le indicazioni per il futuro vaghe, i conti tutti da rifare. Per di più le questioni di bassa bottega politico -elettorale sull’Imu, con il blocco della rata di giugno per studiare poi se mantenere la tassa, ridurla o abolirla per finta semplicemente cambiandole nome e facendola pagare anche ai non proprietari, rende il Def carta straccia, senza la “nota di aggiornamento” che Letta sta preparando cercando di cavar fuori da qualche parte gli 8 -10 miliardi necessari per tappare i buchi.
Tuttavia va approvato ad ogni costo perché oltre a contenere provvidenze e rendite varie, il testo ripropone pari pari tutte le stelle comete che hanno guidato il governo Monti: dalla svendita di beni dello Stato, alla riforma Fornero, alle privatizzazioni dei servizi pubblici, alla riforma pensionistica, agli interventi sul lavoro. Insomma tutto ciò che ha prodotto l’apparato ideologico dell’austerità liberista con l’attacco al welfare, ai diritti e all’eguaglianza. Sì il Def va approvato non per le sue cifre ormai inutili, testimoni di un fallimento, ma per riasserire la continuità con i tecnici e il forte ancoraggio al pensiero unico nella sua versione germanocentrica, anche di fronte alla bancarotta fattuale e intellettuale in cui sono incorse dal 2011 ad oggi.
Insomma il Parlamento sarà impegnato per due giorni a testimoniare la propria sudditanza a ciò che impongono le burocrazie europee e la finanza sotto le mentite spoglie dei cosiddetti “mercati”. I conti sono tutti da rifare proprio a causa dell’assurdità delle tesi che sono alla loro base, ma va salvata la “filosofia” di fondo: non sia mai che qualcosa di un po’ eretico e originale possa uscire fuori dal maelstrom in cui siamo immersi. Il Def è insomma il preservativo del governo: la solenne promessa che non nascerà nulla di nuovo. E Letta, per maligno destino, è divenuto la pillola del giorno dopo le elezioni
La pillola del giorno dopo: quella per non far nascere il bambino?
No, in questo caso quella per uccidere la Costituzione.
ALL’AVAMPOSTO
s’è schiarito dalla nebbie
lo spazio all’avamposto
ed una croce hanno piantato
qual ricompensa
mille bandiere tinte di sangue e carne
vestono dai tempi a ricordare
chi tanto ha dato alla Patria
e nulla han preso.
(Salvatore Messina)
Rispondo a Marzia!
Gentile Marzia, anche mio nonno riposa presso il Sacrario e, mentre che ci sono:”i nostri nonni e non R.I.P.”
Mi dà un piacere inaspettato sentir parlare di Patria anche in questo sito.
Credo che mai come ora la sovranità del nostro Paese sia stata a rischio, e con essa la nostra libertà.
Un mio avo, del quale sono l’unica discendente, riposa proprio a Redipuglia. L’idea di quel giovanotto che nel 1918 ha lasciato sole moglie e figlia per l’Italia, mi commuove e mi fa infuriare allo stesso tempo.
Credo sia giusto prevedere, tra le opzioni possibili, anche la lotta con ogni mezzo per difendere i nostri diritti, la nostra dignità, la nostra terra resa fertile con il sangue di generazioni di italiani, non solo in senso figurato purtroppo.
Caro Grillo e M5 Stelle
Lo hanno capito anche i bambini, che questo governo ruota tutto intorno al salvacondotto di Berlusconi e durerà poco. La vera sconfitta della democrazia ruota proprio intorno questo compromesso, da non confondere con quello proposto dal neo-segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer negli anni 70′. Spero che Napolitano non interferisca sull’operato della Boccassini, perché sarà proprio quello il punto di non ritorno. Vincenzo da Roma
Hai ragione e ti ringrazio!
Invece ti dico che questa terra ti appartiene! E’ a loro che non appartiene e bisogna scacciarli anche a costo di rivoluzione ma senza mettere di mezzo le f d o perché anche loro patiscono come noi tutti
Tutto questo è uno schiaffo a quanti sono morti per la Patria (vedi il Sacrario di Redipuglia, il Milite Ignoto!
No, questa terra non m’appartiene!
di il Sacrario di Redipuglia, il Milite