Sandro-Medici_fullRosella Roselli per il Simplicissimus

Siamo da tempo immemorabile in campagna elettorale, tra primarie, elezioni politiche, elezioni regionali. Adesso è il momento di eleggere il sindaco di Roma, la Roma Capitale fortemente voluta da Alemanno, attuale sindaco pro tempore, per la pioggia di denaro piovuta sul Cupolone che in seguito alla modifica di denominazione ha prodotto anche il cambio di destinazione d’uso della città. La Città Più Bella Del Mondo, così molti ancora la definiscono, è stata spesso al centro, negli ultimi cinque anni, di scandali di vario genere ma di ugual matrice, crescita esponenziale della criminalità organizzata e non, molteplici disservizi, oltre al sacco edilizio di aree verdi e siti archeologici motivato dall’unica necessità di creare intorno al sindaco uscente una rete di alleanze forti con la lobby dei palazzinari, già padrona della città, che ne potesse sostenere l’inevitabile ricandidatura.

Non giova a contrastarla la solita contrapposizione del centrosinistra, sempre in bilico tra scout, diligenti funzionari di partito e comunisti rosé, candidati, per non sbagliare, in sovrannumero ed essere poi sfoltiti con le primarie, le uniche elezioni che il Pd riesce oramai a vincere. Stendo quindi un velo sui vari Sassoli, Prestipino, Gentiloni che per mezzi e antica riconoscibilità riusciranno comunque a conquistare un posto nelle tribune elettorali, nei talk show e sui giornali. Ho una sorta di avversione per il candidato della Roma dei carini Alfio Marchini, da settimane presente nelle televisioni e sui muri della città con uno slogan sentimentale sorretto da tubi innocenti e cemento armato. E non intendo parlare neanche della parte avversa, anche se mi preoccupa la presenza di liste e candidati che per me dovrebbero essere perseguiti per il tentativo di ricostituzione del partito fascista e ai quali non affiderei un criceto, figuriamoci la mia città. La mia bella città alla quale sono sempre tornata, che ho sempre amato ma in egual misura patito, specialmente in questi utlimi cinque anni. Chi è romano sa senz’altro di cosa parlo. E probabilmente anche chi non lo è.

C’è però un uomo, a Roma, che da anni lavora nella città, per la città e per i cittadini che che ci vivono, per gli stranieri che vi si stabiliscono e per coloro che sono di passaggio, nomadi o turisti, cercando di rendere Roma la città accogliente, sostenibile e sicura e moderna che pensiamo il Paese intero debba meritarsi. Quest’uomo è Sandro Medici, ed è stato fra l’altro il presidente della X° circoscrizione, una delle più popolose (e popolari) di Roma il cui territorio e densità di abitanti equivalgono a quelli di una città di medie dimensioni. E questo sarebbe già un buon titolo, data la sua capacità in una gestione spesso difficile date le problematiche che Sandro Medici ha dovuto affrontare in questi anni, dalla casa al lavoro, dalla povertà all’inclusione sociale di tante categorie a vario titolo disagiate, comunque appartenenti alle categorie cosiddette deboli.

Ora Medici tenta il grande salto, per mettere al nostro servizio capacità e intenti e programmi. Per il traffico, i trasporti pubblici, i rifiuti, l’edilizia, la scuola e cultura e l’integrazione. Tornano parole dimenticate, torna la partecipazione, torna anche la speranza di dire basta alle cricche che hanno saccheggiato e offeso Roma, l’hanno imbruttita e impoverita, hanno aumentato la sua distanza dalle altre capitali europee. Ho letto il suo programma (http://www.sandromedici.it/ ), ci credo e voglio sostenerlo. Voglio credere che Sandro Medici, nomen omen, abbia la ricetta giusta per guarire Roma, con l’aiuto di noi tutti, dal suo male più grande: l’indifferenza