Per capire qualcosa della realtà italiana è pressoché inutile leggere la nostra stampa e men che meno aspettarci dalla lanterna magica televisiva la proiezione di una qualche verisimiglianza. Anni di paradisi di bugie e oggi inferni di bugie ci sottraggono gli elementi fondamentali di giudizio. Così – già questo è tristissimo – dobbiamo aprire Der Spiegel per capirci qualcosa e accorgerci di una cosa che è quasi evidente altrove, ma non da noi: non è l’ascesa di Grillo a mettere in pericolo l’euro come si sussurra, bensì è la crisi dell’euro ad aver creato, assieme all’intollerabile corruzione della classe dirigente, il boom del M5s.
Wolfgang Münchau, editorialista ed editore del Financial Times, uno dei più ascoltati commentatori europei, dice infatti sul più autorevole settimanale tedesco che il vero perdente delle elezioni italiane è la signora Merkel la cui politica anticrisi sta approfondendo in maniera inimmaginabile la crisi. In questo senso – dice Münchau – “la dichiarazione poco diplomatica di Peer Steinbrück sui due clown italiani distrae dal fatto che il vero problema non sono Grillo e Berlusconi, piuttosto la sua avversaria politica ( la Merkel ndr). Steinbrück aveva la possibilità di attaccarla politicamente e invece fa un altro passo falso che lo allontana dalla questione centrale. La sola consolazione è che Merkel dovrà farsi carico delle conseguenze di una crisi che lei stessa ha creato. La combinazione delle sue politiche e del risultato elettorale italiano hanno drasticamente aumentato le possibilità di un crollo dell’Euro”.
Ma questo possibile crollo, frutto della superficialità con cui è nata la moneta unica, è in qualche modo nelle cose: ” Da un punto di vista economico il problema italiano può essere compreso attraverso un confronto con il Gold standard durante la grande depressione. L’Euro oggi ha il ruolo che allora aveva l’oro, quello di un tasso di cambio fisso. Anche allora gli economisti conservatori sostenevano che i paesi nel gold standard si sarebbero riallineati attraverso aggiustamenti nell’economia reale – al posto dei tassi di cambio, sostituiti da un aggancio permanente all’oro. L’unica via di uscita dalla grande depressione fu invece l’abbandono del sistema basato sull’oro. In America avvenne nel 1933, in Francia rimase fino al 1936 – con conseguenze economiche disastrose. Penso che in Europa avremo un percorso simile. Per mantenere la moneta unica sono necessari trasferimenti e aggiustamenti per i quali sia nel sud che nel nord Europa non c’è la maggioranza necessaria. Le politiche di austerità costituivano l’ultima possibilità in questo senso. La rabbia del popolo ha raggiunto l’Italia, e presto o tardi toccherà anche la Spagna e il Portogallo. E anche in Francia ci sono segnali in questa direzione”.
Dunque è evidente che da una parte non esiste la possibilità politica di giungere a un nuovo assetto, mentre dall’altra i popoli stanno rifiutando l’impoverimento che viene da ricette sbagliate. Un cul de sac perfetto. Sarebbe potuta andare diversamente se i Paesi in crisi non si fossero piegati senza alcuna resistenza a tesi e ricette che li stanno distruggendo. In un primo momento le opinioni pubbliche sono state indotte a sperare che le medicine proposte potessero funzionare e hanno eletto governi di destra e “professori” che se ne facevano garanti. Ma poi in Spagna, in Portogallo, in Grecia e ora in Italia si sta facendo strada la consapevolezza dell’errore: quando probabilmente è troppo tardi. Scrive Münchau: “Mario Monti è la figura più tragica nel dopo elezioni. Il suo più grande errore è stato l’aver accettato in maniera acritica le politiche merkeliane. Avrebbe dovuto insistere su un fondo comune europeo per il rimborso del debito e su di una europeizzazione completa delle banche, compresi i debiti pregressi. E avrebbe dovuto avvertire che in caso diverso, l’Italia sarebbe stata pronta a lasciare l’Euro. Merkel tuttavia sapeva che l’ex commissario europeo, al contrario di Berlusconi, non sarebbe mai andato tanto lontano. E cosi’ è stata capace di imporsi tatticamente. Ma non è stata capace di risolvere il problema della crisi. Al contrario.”
E’ quello che in tante occasioni e anche in modi diversi è stato detto: fare dell’euro un feticcio intoccabile, pena le più grandi catastrofi è stato grave passo falso, chiamare poi un riconosciuto feticista a giocare sul tavolo europeo è stato un errore colossale dal momento che ci si toglieva persino la possibilità di un bluff. Adesso siamo alle conseguenze: “L’Italia si trova in una recessione che si autoalimenta: le banche non danno credito perché non vedono nessuna ripresa, e la ripresa non arriva perché le banche non danno credito. Le imprese nel frattempo pagano interessi del 10 %. Non c’è da meravigliarsi se non investono e se l’economia si contrae. Poiché il PIL è il denominatore nel livello di indebitamento, questo cresce automaticamente quando l’economia si contrae. Ciò significa che il livello di indebitamento continua a salire, sebbene i debiti non crescano. E’ chiamata anche trappola del debito. Non se ne esce senza l’aiuto esterno.”
Però come in Comma 22, l’aiuto esterno è condizionato da ulteriori misure di impoverimento destinate a rafforzare il circolo vizioso. Per questo secondo Münchau “l’Italia arresterà la sua politica di austerità. Come potrebbe andare diversamente da un punto vista politico?” Seguita ovviamente dagli altri Paesi in crisi. Così in qualche modo si torna all’inizio del dramma e alle due possibilità in campo: cambiare Maastricht e fare dell’euro una vera moneta di una futura nazione europa o trovare un modo per uscirne. Entrambe le soluzioni richiederebbero un dibattito approfondito e non una sorta di idolatria che impedisce persino di impostare il discorso.
…Già, più che di un Quisling possiamo parlare di un novello nefasto Boothe Luce, gelido esecutore di ordini che provengono dalla Trilateral. Diamo un punto a Re Giorgio per aver messo in riga qualche cialtrone politico SPD totalmente appiattito sulle posizioni di Adolfa Merkel. Questo Peer Steinbrück, insieme a chi l’ha preceduto, Sigmar Gabriel (figlio di un nazista, pensa te…), si è distinto solo per aver acriticamente avallato le politiche reazionarie sul piano economico di Frau Angela e del suo sodale Wolfgang Schauble. Una cosa è abbastanza sicura: la SPD alla ventura tornata elettorale si accinge a prendersela sotto la coda in favore dei loro alleati sempre più irritati Grünen, della Linke dei giovani Kipping e Riexinger, con Gregor Gysi un po’ adombrato, e l’inossidabile Oskar Lafontaine (questi sì vero Statista, altro che Bersani…) a distribuire le sue perle di saggezza, anche se oramai fuori dalla politica attiva. Infine occhio ai Piraten, chissà che non replichino il successo dei loro cugini pentastellati italiani. –Angelo Kinder–
C’è pure da ricordarsi che la Merkel non naviga affatto in buone acque. Le sue politiche economiche (o per meglio dire, finanziarie) sono un totale fallimento, e solo i magheggi e il peso “politico” della Germania nella NATO e di conseguenza nella BCE le permette di far pagare quanto più possibile la crisi ai paesi dell’Europa di serie B – l’Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda.
Non ricordo dove ho letto un paragone tra le politiche economiche della Merkel di adesso e quelle di Hitler: ai tempi dell’operazione Barbarossa la Germania saccheggiava ogni singola materia prima e pezzetto di cibo dall’Ucraina occupata, pur di evitare una carestia ai cittadini tedeschi. Provocandola a danno degli ucraini.
Qui la situazione è un po’ più complicata, perchè il cocco della Merkel, il nefasto Mario Monti, rappresenta non interessi tedeschi ma americani (è pur sempre un pezzo grosso della Goldman Sachs, la stessa banca che ha causato in gran parte la crisi).
In matematica cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, in politica no.
Il risultato cambia, e come!
I problemi socio-economici attuali connessi con l’istituzione dell’Europa sono intimamente dovuti da un vizio d’origine. L’aver concepito l’unione esclusivamente su base economico finanziaria in modo tra l’altro in termini puramente accademici, ha difatti mostrato tutta la sua debolezza nell’affrontare problematiche sociali e politiche in generale.
Non sono i movimenti di protesta l’origine dei problemi, essi infatti nascono in risposta ed incarnano tutte le ingiustizie e inefficienze conseguenti a scelte puramente mercantili.
In politica estera la comunità europea ha mostrato sempre la propria inadeguatezza, a partire dal conflitto dei Balcani fino ai recenti conflitti nel nord d’Africa.
L’agenda politica europea é stata contraddistinta fin dall’origine a salvaguardare gli interessi dei paesi che man mano hanno avuto la leadership economica, a sua volta vincolate da interessi di politica interna o ad aziende multinazionali espressione degli stessi paesi di riferimento,venendo meno al principio base di qualsiasi unione.
Molti probabilmente, non ricordano negli anni ’90 quando la Germania condusse la propria riunificazione a spese dell’intera Europa ottenendo alle fine del processo un maggiore peso specifico nell’Unione stessa.
Oggi l’intransigenza contabile portata avanti con l’austerità formale imposta dalla Germania in un contesto di recessione globale contrae una seppur minima possibilità di crescita dei paesi dell’Unione in difficoltà.
Va ricordato inoltre che non è più un mistero la causa dell’attuale recessione e anche in questo caso l’Europa non ha saputo ne prevenirla ne imporre un giro di vite agli istituti finanziarie che operano in contesto di monopolio e conflitto d’interesse.
L’Europa, essendo evidentemente portatrice d’interesse di grandi gruppi economici-finanziarie sta acuendo il gap tra economia reale e finanziarizzazione del sistema, travasando la ricchezza dalla popolazione in generale e dal mondo produttivo in particolare nelle mani di pochi guru della finanza.
Un Europa in questi termini evidentemente non interessa ai normali cittadini, che in un contesto di possibilità tecnologiche favorevoli esprime il proprio dissenso creando movimenti di civile contestazione all’interno di tali nuovi canali tecnologici che altrimenti non troverebbero sfogo nei tradizionali partiti. Partiti che se non incompetenti hanno dimostrato di essere almeno compiacenti col il potere finanziario.
cara merkelhitler, fatti gli affaracci della tua germania e non ti impicciare dell’ITALIA.
Credo che la stampa tedesca faccia solo finta di non capire, ma hanno capito benissimo perchè in italia i voti del PD, si sono spostati su Grillo
Innanzitutto quelle riforme di austerity, che alla fine sono state caricate solo sulle spalle del popolo, mentre delle cd. riforme non sie è visto un bel nulla ma solo promesse da marinaio. Queste le considerazioni anche dell’On. Forcieri.
Quindi menmtre il popolo viene invitato ai sacrifici, la casta rubacchia e scialaqua a tutto spiano, forse dovranno capire che é giunta l’ora di mantenerle quelle promesse perchè alla prossima tornata, andranno tutti veramente a casa, ma senza il vitalizio.
Luca
L’ha ribloggato su barbatustirolese.