l43-freddo-120205192725_bigPeccato che le forze politiche in campo non abbiano presentato grandi programmi e ci facciano dannare tra boutade, silenzi, proclami e cagnolini: sarebbe stata la volta buona per un voto più responsabile. Infatti secondo una recente ricerca pubblicata da  Scientific american il freddo favorisce le funzioni cognitive e dunque le scelte responsabili. Secondo i ricercatori il caldo esaurisce più rapidamente le riserve di glucosio, la sostanza che alimenta anche il cervello e  dunque appanna le nostre facoltà intellettuali. In pratica maggiore è la temperatura più si è portati a usare schemi semplici per non dire semplicistici.

Secondo me questa ricerca (chi vuole maggiori particolari può andare qui) è una solennissima cazzata, non molto diversa da un altra pubblicata sul New England Journal of Medicine secondo cui esisterebbe una correlazione tra il consumo di cioccolata di un Paese e il numero dei suoi premi Nobel, ma forse spiega perché i nostri governanti siano più inclini a prendere decisioni a Berlino che non a Roma. Sta al lettore stabilire se si tratta di servilismo o di cultura scientifica francamente insospettabile. Però dopotutto in una campagna elettorale in cui a ristabilire la verità deve intervenire anche mago Zurlì, questa “scienza” disperata da publish or perish ci sta tutta. 

Ma in fondo tutto questo freddo ci serve a poco: abbiamo già capito che il maistream della politica italiana, quello del voto utile, non ha altra prospettiva che adeguarsi alle indicazioni e ai diktat che vengono da fuori. E chi non l’ha ancora inteso tanto vale che vada in antartide con la T shirt, non si sa mai. Infatti abbiamo bisogno di cuore e di istinto, abbiamo bisogno di una speranza che ci tiri fuori dall’illusione tecnocratica, di solidarietà e socialità. Abbiamo bisogno di un nuovo calore della politica.