Lo confesso, avevo qualche perplessità su Ingroia, ma la signora Bocassini e il signor Grasso, mi hanno tolto ogni dubbio con la pretestuosità e volgarità dei loro attacchi gratuiti e opachi. Il candidato di Rivoluzione Civile ha osato affermare “E’ successo anche ad altri più importanti e autorevoli magistrati, a cominciare da Giovanni Falcone. Forse non è un caso che quando iniziò la sua attività di collaborazione con la politica le critiche peggiori giunsero dalla magistratura. E’ un copione che si ripete”. E’ stata una dichiarazione auto avverante visto che subito si sono addensati i corvi. Con voce particolarmente stridente: “Si vergogni, non può paragonarsi a Falcone”.
Ora non so quanti anni abbia l’illustre pm Ilda, ma è sconcertante che ancora non sappia leggere l’italiano: “più importanti e autorevoli magistrati”, non significa paragonarsi ai personaggi, ma semmai sottolineare la differenza pur dentro qualche coincidenza nelle disavventure. Supponiamo che un fisico abbia perso parecchi soldi in borsa all’inizio della crisi e dicesse : “E successo anche ad altri e autorevoli fisici, a cominciare da Newton” , non autorizzerebbe nessuno del Cern a credere che il tizio voglia paragonarsi al fondatore della fisica moderna.
Ma proprio perché tutto questo è scontato e alla portata dell’intelligenza più infantile (non sto facendo paragoni, per carità) è evidente che la polemica è forzata e fondata sul nulla, un misto forse di invidia per una propria salita in politica non espressa e di suggerimenti provenienti da un Pd ormai morso ai fianchi e che farebbe di tutto per strappare qualche voto. Tanto più che la reprimenda si avvita in maniera davvero grottesca in una valutazione di La Barbera, investigatore che post mortem come si addice alla Repubblica dei troppi intoccabili, è stato ritenuto il responsabile dei depistaggi sulla strage di via D’Amelio. Lasciamo stare.
E poi francamente partecipare alla battaglia politica, stigmatizzando la discesa in politica di altri magistrati è un non senso che getta un’ombra sulla stima che il pm aveva acquisito. Però la Boccassini una cosa giusta l’ha detta. “Si vergogni” E’ davvero il caso.
Quando un magistrato-magistrato fa o farebbe politica attraverso le sue sentenze o indagini si stigmatizza il fatto e si invita il soggetto a buttarsi nell’agone. Quando il magistrato lo fa diventa magistrato-politico. E quindi fa politica a tutti gli effetti. Ora un magistrato-magistrato che critica un politico per una posizione “politica” da questi presa, sta facendo a sua volta “politica” e per giunta entra a gamba tesa in un ambito che non gli perterrebbe. Molti criticavano Ingroia che da magistrato esprimeva giudizi e prendeva posizioni “politiche” e lo si invitava a “gettare la maschera”. Boccassini che critica Ingroia con un argomento a dir poco risibile, infondato e boomerang è un magistrato che entra a gamba tesa in una contesa politica, ergo è “politicizzato”. Lo stesso dicasi se avesse criticato l’ex collega Grasso, che “ha gettato la maschera” pure lui, ma si è guardata bene dal farlo. Da quanto sopra ne risulta che si deve appiccicare alla Dottoressa Boccassini l’etichetta del pd. Insomma non prendiamoci in giro: questi mezzucci di propaganda del pd sono mal congegnati e gli si ritorceranno contro.
Mi pare che i risultati della lotta alla Mafia della Procura di Caltanissetta, di cui Grasso e Boccassini erano componenti, siano sotto gli occhi di tutti (Processo Borsellino da rifare, magistrati “depistati” e non dico altro per carità di Patria…). Insomma gli eredi di Falcone e Borsellino sono quanto minimo molto meno capaci dei loro Maestri (la manfrina del Guatemala è stata sinceramente ributtante). Si attendono reprimende dal CSM e dall’ANM (c’è qualcuno? Battete un colpo di tibia se ci siete ancora…).
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Tutti possono sbagliare: stavolta ha sbagliato. Secondo me sono semplicemente emersi dei dissapori personali: saranno anche magistrati o politici, ma sono esseri umani come noialtri!
Ho sempre apprezzato la Boccassini e continuo a farlo, ma stavolta ha toppato alla grande. Un attacco senza alcuna motivazione razionale ad Ingroia che non si è affatto paragonato a Falcone o a Borsellino. Condivido: se vevo qualche dubbio sul voto utile a Ingroia, la Boccassini me lo ha tolto del tutto. Ma ammiro sempre il suo impegno contro la criminalità
Prima hanno fatto presa su la Gabanelli per distruggere Di Pietro, ora sulla Boccassini per battere Ingroia. Che misera fine! E’ quella che il PD merita, se non altro riuscirà anche questa volta a far vincere Berlusconi.
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Non avevo alcun dubbio nel votare per la lista che vede Ingroia candidato “premier”. La mia dichiarazione di voto è nel mio blog da tempo.
Ma se avessi avuto la più piccola perplessità, l’acida reprimenda della Boccassini, non si riesce a comprendere a quale tìtolo, nei confronti di Ingroia, l’avrebbe cancellata senza dover riflettere.
La superbia intellettuale (?) della Pm milanese che, guarda caso, non sorride mai, è cosa proverbiale e ben nota.
Credo che, contrariamente, alla figura di Ingroia e degli altri magistrati di Palermo per i quali, in pochi giorni abbiamo raccolto insieme ai giornalisti del Fatto Quotidiano migliaia di firme, la Boccassini con i suoi indebiti interventi fuori dal coro nei confronti dei colleghi non contribuiscano affatto a far rispettare di più la Magistratura platealmente delegittimata sia dai politici inquisiti che dai loro avvocati e, persino dalla presidenza della Repubblica che, nonostante i rapporti e gli indebiti interventi nei confronti dell'”amico” Mancino,in violazione dell’art.3 della Costituzione, ha avuto l’ardire di sollevare Conflitto d’attribuzione davanti alla Corte Costituzionale il cui neo presidente, anche se non richiesto, si è affrettato a smentire, di aver voluto favorire con la risibile sentenza che, per dargli ragione ha dovuto inventare una legge che non riguarda affatto il presidente della Repubblica ma i confessori e le ostetriche. Forse la Boccassini ha perso una buona occasione per tacere!.
Penso che Ilda Boccassini si meriti tutte le cose più belle del mondo, stima, rispetto ma soprattutto la soddisfazione di poter inchiodare finalmente il delinquente impunito alle sue responsabilità nei confronti della giustizia e di quel popolo italiano che ha disonorato per il solo fatto di esistere.
Ma questo coup de théâtre su Ingroia se lo poteva e doveva risparmiare.
Il suo è un giudizio di merito sulla persona [“piccola figura, si vergogni”, ma che modo è?] che peraltro non corrisponde nemmeno alla verità visto che ad Ingroia non è passato nemmeno nell’anticamera del cervello di paragonarsi a Falcone, e se la Boccassini ha pensato comunque, forse avendole ascoltate distrattamente, che fossero parole irricevibili eventualmente la critica avrebbe dovuto esprimerla privatamente al diretto interessato senza farne l’ennesimo argomento da far scivolare in mille rivoli e da trasformare in mille polemiche, sul quale ognuno poi avrebbe dato l’interpretazione che più gli conviene come infatti sta succedendo.
A venti giorni dalle elezioni.
Nelle cose che ha detto Ingroia non c’è proprio nessun tentativo di paragonarsi a Giovanni Falcone, e una professionista seria e preparata come lei non poteva non prevedere cos’avrebbero scatenato le sue dichiarazioni.